Visualizzazione post con etichetta Porte e Pusterle. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Porte e Pusterle. Mostra tutti i post

martedì 11 gennaio 2022

BARRIERA PRINCIPE UMBERTO

 

Caso unico fra le porte di Milano, la barriera Principe Umberto consisteva in un sottovia scavato sotto il bastione che creava un incrocio a livelli sfalsati. La proposta di attraversamento dei bastioni a livelli sfalsati era già stata avanzata dall'ingegner Miani un paio di anni prima, per dare analogo collegamento alla Stazione Ferdinandea, fuori Porta Tosa.

Collocatasi la Stazione Centrale lontano da qualunque asse radiale in uscita dalla città, fu necessario tracciarne appositamente uno che fosse in grado di servirla. Venne così a crearsi la via Principe Umberto, tracciata su due terreni rispettivamente acquistati dalla proprietà Kramer e ceduti gratuitamente dal Duca Melzi d'Eril; la nuova via, divisa in due tronchi, si congiungeva alla città presso la Porta Nuova medievale, si dirigeva verso nord, per poi piegare bruscamente verso nord-est, intercettando perpendicolarmente il bastione, ma non la stazione che risultava in posizione leggermente obliqua, in quanto non allineata con questo. Secondo alcune fonti, tale tracciato sghembo era dovuto a difficoltà di esproprio da parte dell'amministrazione comunale, che preferì così dare soluzione al problema, rinunciando a condurre più internamente alla città la nuova arteria. Il traforo nei bastioni fu opera del Balzaretto, già impegnato nella sistemazione dei vicini Giardini Pubblici. Per la sua costruzione vennero fatte arrivare da Bruxelles le colonne in ghisa – realizzate in stile Secondo Impero – a sostegno del sovrastante cavalcavia.

La barriera venne abbattuta insieme a tutto il bastione in direzione di Porta Nuova negli anni trenta del Novecento, quando l'apertura della nuova stazione centrale nel 1931 rese possibile il ridisegno della piazza della vecchia stazione, fortemente ampliata e trasformato in un importante snodo per il traffico automobilistico e tranviario, perdendo tuttavia il pregio dell'attraversamento su piani sfalsati del versante meridionale del piazzale.

giovedì 6 gennaio 2022

PORTA CUMANA o dei FUISTAGNARI

 Porta Cumana (Cordusio o dei Fustagnari ) era un’altra delle cinque porte del Broletto, demolita nel 1887 per la costruzione di via Mercanti che conduceva al Cordusio.  Appena usciti dalla porta  ci si portava verso la Porta Comasina. Questa tagliava l’attuale via Manzoni all’incirca all’altezza del Vicolo del Gallo. Ancora non esistente la via Dante per giungere alla porta Comasina medievale, così bisognava attraversare l’attuale via Broletto.

martedì 28 dicembre 2021

CONTRADA DELLA SPIGA

La Contrada della Spiga è stata una contrada di Milano appartenente al sestiere di Porta Nuova.

I confini della contrada seguivano la Cerchia dei Navigli verso Porta Orientale, dove erano limitrofi alla contrada della Mazza e alla contrada degli Andegari, per poi toccare il sestiere di Porta Orientale.

Nella contrada erano presenti la chiesa di Sant'Andrea alla Pusterla Nuova, che si trovava all'incrocio tra via Monte Napoleone e via Sant'Andrea, la chiesa di Sant'Ambrogio di Carugate e la chiesa di San Giacomo alla Fossa.

Il nome della contrada derivava dagli Spighi, nobile famiglia milanese. La presenza di quartieri con un nome richiamante il concetto di "borgo" testimonia la cospicua densità di abitanti presente nella contrada a fronte di una superficie non elevata. Questi rioni, in particolare, furono Borgo SpessoBorgo Santo SpiritoBorgo del Gesù e Borgo Sant'Andrea, di cui il primo è l'unico giunto sino a noi: degli altri rimane traccia nelle moderne vie Santo Spirito, del Gesù e di Sant'Andrea. 

Degna di nota fu via di Cornovate, arteria stradale (definita sulle mappe "stretta di Cornovate") scomparsa che collegava via Sant'Andrea e via del Gesù passando parallela a via della Spiga

Altro toponimo scomparso fu via San Fortunato (nome di un tratto di via Santo Spirito: poi questa denominazione è stata estesa anche all'antica via San Fortunato), mentre via San'Andrea un tempo aveva un'estensione maggiore, visto che comprendeva anche il tratto di via Monte Napoleone compreso tra via Sant'Andrea e via del Gesù.

venerdì 24 dicembre 2021

CASELLO DI PORTA TICINESE

Da sempre luogo di scambi, crocevia di merci e genti, Porta Ticinese era la vera e propria porta di Milano per chi arrivava da sud sia per strada, sia per acqua, data la sua posizione alla testa della Darsena. Da qui si dipartivano infatti, già nell'antichità tre arterie: la strada per gli abitati rurali dei Ronchetti, attraverso il borgo di San Gottardo; quella per Pavia (quindi per Genova), lungo il naviglio Pavese; quella per Vigevano (quindi per Alessandria) lungo il naviglio Grande.
Al centro di piazzale XXIV Maggio, allo sbocco di corso di Porta Ticinese, sorge oggi la neoclassica porta del Cagnola (1801-1814) con gli annessi caselli daziari. 
La porta si presenta nella forma di un arco trionfale a un fornice con un monumentale atrio tetrastilo con due pilastri e due colonne su ciascun lato, in granito rosa di Baveno e in ordine ionico vitruviano, sormontato da timpani. Nelle pareti laterali si aprono due archi.
Di notevole bellezza è la volta a cassettoni, con splendide nervature intrecciate, sempre in granito rosa di Baveno. 
Più verso il centro città, anch'essi isolati in mezzo alla piazza, sono i due caselli daziari, porticati, un tempo collegati da un cancello, con murature in finto bugnato a intonaco.
Oggi, Porta Ticinese è rimasta espressione di due eventi che rinnovano la tradizione religiosa dei milanesi: la processione dei Magi in occasione della festa dell'Epifania e l'ingresso a Milano del nuovo Arcivescovo che prende possesso della diocesi ambrosiana.

Con la costruzione dei Bastioni, 1549-1560, un nuova Porta fu costruita sull'area che oggi chiamiamo piazzale XXIV Maggio, da sempre sede della dogana sulla darsena e dal 1601 luogo di mercato delle bestie da macello e dei cavalli, luogo di commerci fino al secolo scorso, per chi giungeva in città da sud o via navigli.
Fra il 1783 e il 1786 si era resa necessaria una nuova organizzazione della città, sia per la riscossione del dazio sia per la delimitazione del territorio urbano rispetto alla campagna.
Negli anni successivi viene avviata la trasformazione dei bastioni in viali di passeggio per le carrozze e presso le principali porte furono realizzati nuovi archi trionfali, come quello di Porta Ticinese, a fianco dei quali trovano posto i caselli daziari.
Nel 1801, corso di Porta Ticinese fu teatro dell'ingresso dell'armata francese condotta da Napoleone Bonaparte a Milano dopo la vittoria di Marengo sugli austriaci. 
Fra il 1801 e il 1814, sotto Napoleone, viene ricostruita la Porta su progetto del Cagnola, grazie alla sottoscrizione di 85 possidenti tra cui lo stesso architetto, per celebrare la vittoria di Marengo del 1800 e per questo ribattezzata Porta Marengo.
La Porta sorge sullo stesso asse viario (oggi corso di Porta Ticinese) su cui erano sorte in precedenza le omonime porte di epoca romana e medievale, posta a cavallo del fossato scolmatore della darsena, esternamente al tracciato delle mura spagnole.
Il progetto urbanistico ridefinisce, con nuovi edifici, l'intero corso di Porta Ticinese, mentre l'atrio interpretava in senso monumentale il tema dell'ingresso, ponendosi anche come riferimento urbano su cui i diversi tracciati viari e canali convergevano.
Porta Ticinese assume da subito un ruolo importante sia perché porta storica, sia perché nodo di traffico e di comunicazione, trovandosi al centro della piazza che univa corso Ticinese a corso San Gottardo e in corrispondenza degli attuali viali degli ex bastioni attigui alla darsena, ove confluiscono il naviglio Grande e il naviglio Pavese.
Nel 1815, al termine delle guerre napoleoniche, l'arco trionfale cambia nome adottando l'attuale appellativo di Porta Ticinese e l'iscrizione originaria dedicata a Napoleone viene sostituita con una dedicata alla pace, riportata dalle armate di Francesco II, Imperatore d'Austria e che recita "paci populorum sospitae" ("alla pace liberatrice dei popoli").
Dopo l'assorbimento amministrativo del Comune dei Corpi Santi (1873), i bastioni persero via via la loro funzione di cintura daziaria.
Nel 1878 nei caselli del dazio viene impiantata la stazione di omnibus a vapore per Pavia e, successivamente la stazione delle tranvie suburbane per Gaggiano-Abbiategrasso.
Il concorso di progettazione per la riqualificazione dell'ambito Darsena (2004) ha permesso di restituire la Darsena alla città e di riqualificare piazza XXIV Maggio, quasi completamente pedonalizzata e sistemata a verde (2015).



lunedì 20 dicembre 2021

PORTA SEMPIONE

Porta Sempione è stata la prima delle nuove cinque porte più recenti di Milano, ricavata lungo i bastioni spagnoli, oggi demoliti, e realizzata nell'ampio piazzale retrostante la piazza d'Armi del Castello Sforzesco come ingresso trionfale alla città dalla Francia. 

Posta a nord-ovest della città, è costituita da due caselli daziari e dal monumentale Arco della Pace, realizzato dal Cagnola. Sorge al centro dell'attuale piazza Sempione, alle spalle dell'omonimo parco, all'imbocco dell'Asse del Sempione.

Una Porta Giovia romana era già presente nelle mura romane di Milano, edificate, probabilmente, sotto il principato di Ottaviano Augusto e si trovava in fondo alla attuale Via San Giovanni sul Muro, forse dalla parte verso via Cusani. La Porta si apriva verso l'importante strada verso Castelseprio ed il suo contado. 

All'esterno delle mura erano ospitati, in linea con la tradizione romana, edifici sepolcrali che hanno lasciato traccia di sé attraverso alcune lapidi reimpiegate nella costruzione di chiese quali San Carpoforo (in Brera) e la vicina basilica di San Simpliciano (lungo corso Garibaldi).

Della porta romana non rimane alcuna traccia se non il toponimo S. Giovanni al muro rotto, che sembra suggerire la sopravvivenza, nei secoli, di tracce dell'antica fortificazione.

La porta venne sostituita dalla Porta Giovia medievale nell'impianto delle mura medievali di Milanorealizzate a partire dal 1155, nonché delle mura rifatte nel 1171, successive alle devastazioni del Barbarossa. Essa venne avanzata verso nord, sino all'altezza dell'attuale Rocchetta all'interno del Castello.

Oggi l'edificio non è più rintracciabile a motivo delle intense trasformazioni subite dall'area a seguito della costruzione della Rocca di Porta Giovia, tra il 1358 e il 1368. Sotto Filippo Maria Visconti esso divenne residenza di città del duca e venne, quindi, trasformata in un vero e proprio castello con pianta quadrangolare, con attorno un nuovo fossato e difeso da due doppi ponti levatoi: uno verso la città, l'altro verso il Seprio. L'area retrostante, verso la campagna, venne trasformata in una tenuta boschiva per facili battute di caccia.

Da questo momento, la storia della porta si confonde interamente con quella del Castello Sforzesco. Essa rinacque metaforicamente con l'edificazione, all'inizio dell'Ottocento, dell'Arco della Pace del Cagnola.

Da Porta Giovia uscì la sera del 22 marzo 1848 l'esercito austriaco del feldmaresciallo Josef Radetzky, sconfitto dai milanesi alle cinque giornate.

PORTA VIGENTINA

 Dazio di Porta Vigentina, 1880 circa

Porta Vigentina
 è una delle quattro porte succursali di Milano, ricavata lungo i bastioni spagnoli, oggi demoliti, come succursale di Porta Romana. Posta a sud della città, si apriva lungo la strada per il Vigentino. Demoliti agli inizi del Novecento i caselli daziari, sorgeva allo sbocco dell'attuale corso di Porta Vigentina nel centro di Milano.Prendeva nome dalla strada Vigentina, conducente a Pavia, che a sua volta aveva preso nome dal centro abitato di Vigentino, così detto perché posto a 20 miglia da Pavia (dal latino viginti, "venti").

Il Vigentino era un borgo molto antico e sembra che già nel 1162 avesse già fatto parlare di sé, ospitando a lungo (pare per cinque anni) i milanesi che erano dovuti scappare da Milano, a seguito delle distruzioni messe in atto da Federico Barbarossa.

Il Vigentino era un comune indipendente di Milano, fu annesso al comune di Milano una prima volta all’inizio del 1800 durante il governo francese per poi tornare indipendente al ritorno degli austriaci. La mossa degli austriaci di ripristinare le condizioni di indipendenza di alcuni comuni che erano stati annessi a Milano da Napoleone sembra che fosse dettata più che da esigenze amministrative oggettive, da una precisa volontà di fare in modo che Milano non divenisse troppo “grande” in termini sia di estensione territoriale che di abitanti.

Di Porta Vigentina non resta oggi alcuna traccia; dà però ancora nome a un breve corso fra viale Beatrice D'Este e corso di Porta Romana, prosecuzione di via Ripamonti, e al quartiere circostante.

sabato 20 novembre 2021

PORTA GIOVIA

 Porta Giovia fu una delle porte minori (o pusterle) poste sul tracciato medievale delle Mura di Milano, verso nord-ovest. Prendeva il nome dall'antica Porta Giovia romana.

Sorgeva in uno spazio delle mura rafforzato militarmente con la costruzione della Rocca Giovia (1358-1368), scomparendo nella struttura insieme con la vicina Pusterla delle Azze. Della pusterla da allora non è rimasta più traccia, neppure sui documenti.

Già nel 1288 tuttavia Bonvesin de la Riva non la menziona nell'elenco delle porte della città, che fa nel suo De magnalibus Mediolani.

In questa località i Visconti, attorno alla Rocca originaria, costruirono un vero e proprio Castello di Porta Giovia, che venne distrutto nel periodo della Repubblica Ambrosiana e ricostruito sulle rovine dagli Sforza, divenendo quello che è oggi conosciuto come Castello Sforzesco.

venerdì 12 novembre 2021

PORTA TICINESE ROMANA

 

Porta Ticinese  era una delle aperture stradali ricavate nella cinta muraria romana della città di Mediolanum, l'odierna Milano. I suoi resti, giunti sino a noi, sono noti come Torraccia o Torre dei Malsani. Corrispondeva alla Porta Pretoria dell'originario castrum romano che diede poi origine al centro abitato dell'antica Mediolanum. Fu demolita durante l'assedio di Milano del 1162.

Costruita durante il periodo repubblicano dell'epoca romana, era ricavata nella cinta delle mura romane di Milano. Venne fatta presumibilmente erigere, insieme alle mura, da Cesare dopo l'assunzione di Mediolanum al rango di municipium nell'anno 49 a.C., oppure in seguito da Ottaviano. Corrispondeva alla Porta Praetoria dell'originario accampamento militare romano, il cosiddetto castrum, che diede poi origine al centro abitato dell'antica Mediolanum romana.

Quest'ultimo si trovava poco distante dal primigenio insediamento celtico, chiamato forse Medhelan, da cui poi potrebbe avere avuto origine il toponimo latino "Mediolanum".

Fu demolita, insieme alle relative mura e alle altre porte romane, durante l'assedio di Milano del 1162, che fu opera di Federico Barbarossa. Altre importanti azioni di guerra a cui partecipò la porta furono l'assedio di Milano del 268, l'assedio di Milano del 402, l'assedio di Milano del 452 e l'assedio di Milano del 538-539.

Da Porta Ticinese aveva origine l'arteria stradale che collegava Mediolanum a Ticinum (Pavia). Porta Ticinese si trovava nella parte terminale del cardo verso sud-ovest. Poco fuori da Porta Ticinese, oltre le mura cittadine, era presente uno dei quattro castelli difensivi di Mediolanum, il Castrum Vetus.

Nei pressi di Porta Ticinese, lungo il cardo, sorgevano il palazzo imperiale romano di Milano (quest'ultimo al suo incrocio con il decumano) e il circo romano di Milano, mentre poco oltre essa, al di fuori delle mura cittadine, lungo la sopracitata arteria stradale, erano situati la basilica palatina (che esiste ancora oggi: ha poi cambiato nome in "basilica di San Lorenzo") e l'anfiteatro romano di Milano. Da Porta Ticinese il cardo di Mediolanum conduceva all'altro lato delle mura cittadine dov'era presente, diametralmente opposta a Porta Ticinese, Porta Orientale.

Porta Ticinese era situata, considerando l'urbanistica della Milano odierna, dove ora è presente il Carrobbio, moderno largo della città le cui origini risalgono all'epoca romana. Proprio nei pressi del Carrobbio è presente la cosiddetta "Torraccia", o "Torre dei Malsani". Situata nel cortile di uno dei palazzi dell'area, rappresenta l'unico resto tangibile dell'antica Porta Ticinese romana che è giunto sino a noi. Si tratta dei resti di una delle due torri della porta, che affiancavano il varco di ingresso. È nota come "Torre dei Malsani" perché in seguito, persa la sua funzione difensiva, è stata destinata a lebbrosario.

La conferma sul fatto che si tratti dei resti di Porta Ticinese viene da un documento del 1201, risalente quindi a diversi decenni dopo l'assedio di Federico Barbarossa, in occasione del quale le mura e le porte romane vennero distrutte

Dalla presenza di questi resti è stato possibile ricostruire l'aspetto della Porta Ticinese romana. Porta Ticinese era probabilmente costituita da due fornici larghi circa 3 metri, divisi da un pilastro centrale, il tutto fiancheggiato da due torri. Sono giunti sino a noi i resti di una delle due torri. Questi resti hanno basi quadrate aventi 7,50 m di spigolo. Il muro perimetrale, avente spessore di 1,2 metri, presenta un perimetro circolare all'interno della costruzione e poligonale all'esterno. Le fondamenta di questi resti, che sono state realizzate in mattoni, poggiano su un terreno costituito principalmente da ghiaia in modo tale da facilitare il drenaggio delle acque meteoriche.

mercoledì 10 novembre 2021

PORTA COMASINA ROMANA

Porta Comasina era una delle aperture stradali ricavate nella cinta muraria romana della città di Mediolanum, l'odierna Milano. Fu demolita durante l'assedio di Milano del 1162. In epoca alto medievale era conosciuta anche con il nome di Porta del Cordusio.

Costruita durante il periodo repubblicano dell'epoca romana, era ricavata nella cinta delle mura romane di Milano. Venne fatta presumibilmente erigere, insieme alle mura, da Cesare dopo l'assunzione di Mediolanum al rango di municipium nell'anno 49 a.C., oppure in seguito da Ottaviano.

In epoca alto medievale era conosciuta anche con il nome di Porta del Cordusio, con un richiamo al vicino e omonimo quartiere, dove presente il palazzo del duca longobardo), che sorgeva nell'odierna piazza Cordusio, da cui l'origine di questo toponimo: da "De curte ducis" (o "Curia ducis", ossia la "corte dei duchi lombardi"), a "Cortedoxi", quindi "Corduce" e infine "Corduso" o "Cordusio".

Fu demolita, insieme alle relative mura e alle altre porte romane, durante l'assedio di Milano del 1162, che fu opera di Federico Barbarossa. Altre battaglie che videro protagonista la porta furono l'assedio di Milano del 268, l'assedio di Milano del 402, l'assedio di Milano del 452 e l'assedio di Milano del 538-539.


Da Porta Comasina dipartivano la via Regina, ovvero l'arteria stradale che collegava Cremona (Cremona) a Comum (Como: da cui il nome della porta), e la via Mediolanum-Bellasium, che metteva in comunicazione Mediolanum con Bellagio. Porta Comasina si trovava lungo una strada secondaria interna che dipartiva verso nord dal cardo.

Nei pressi di Porta Comasina sorgevano due magazzini annonari romani di Milano. Porta Comasina era situata, considerando l'urbanistica della Milano odierna, sul moderno incrocio tra via Broletto e via Dell'Orso.

PUSTERLA DI SAN MARCO

La Pusterla di San Marco era una delle porte minori (chiamate anche "pusterle") poste sul tracciato medievale delle mura di Milano.

Secondo alcuni essa coinciderebbe con la Pusterla Beatrice, mentre secondo altre ricostruzioni sarebbe da collocarsi al termine della via Borgonuovo, di fronte alla fiancata della Chiesa di San Marco, in Contrada Fatebenefratelli, raggiungibile attraverso il ponte chiamato Marcellino.

La pusterla di San Marco venne in seguito demolita: mancano però documenti che attestino questa demolizione, quindi l'anno di abbattimento della struttura è sconosciuto

domenica 7 novembre 2021

PORTA TOSA ROMANA

 PORTA TOSA  romana

era una delle aperure stadali ricavate nella cinta murariadella città di Mediolanum.
Costruita durante il periodo repubbl icano dell'epoca romana, era ricavata nella cinta delle mura romane. Venne fatta presumibilmente erigere, insieme alle mura, da Cesare dopo l'assunzione di Mediolanum al rango di municipium nell'anno 49 a.C., oppure in seguito da Ottaviano. Sorgeva nei pressi del porto fluviale di Milano, da cui il nome della porta (tonsa in latinosignifica "remo").
Fu demolita, insieme alle relative mura, durante l'assedio di Milano del 1162, che fu opera di Federico Barbarossa.
A Porta Tosa si giungeva, dall'interno delle mure cittadine, seguendo la via Quintana. Dall'altro lato di quest'ultima di apriva invece Porta Giovia. Poco fuori da Porta Tosa, oltre le mura cittadine, era presente uno dei quattro castelli difensivi di Milano. Da Porta Tosa usciva la via Regina,strada romana che raggiungeva il porto fluviale di Cremona.
Lungo via Quintana si trovavano il foro romano (che era situato al suo incrocio con il cardo) e la zecca di Mediolanum. Porta Tosa era situata, considerando l'urbanistica della Milano odierna, lungo la moderna via Rastrelli, poco prima del suo incrocio con via Larga
Fu demolita, insieme alle relative mura, durante l'assedio di Milano del 1162, che fu opera di Federico Barbarossa

mercoledì 3 novembre 2021

PORTA ARGENTEA

era una delle aperture stradali ricavate nella cinta muraria romana della città di Mediolanum, l'odierna Milano. Fu demolita durante l'assedio di Milano del 1162.
dove oggi si trova piazza San Babila. Qui a lato, più o meno dove si trova oggi la basilica di San Babila, si trovava un edificio importante, tempio o basilica, costruito fuori le mura.
Come le altre porte d’accesso, Porta Argentea possedeva due torrioni laterali che sorvegliavano chi entrava e usciva.
La porta venne costruita durante il periodo imperiale e fu eretta lungo il nuovo perimetro di mura, frutto dell’estensione della cinta muraria verso nord est, che venne realizzata dopo il 291 su volere dell’imperatore Massimiano in seguito alla crescita urbanistica e all’elevazione di Mediolanum a capitale dell’Impero romano d’Occidente.
Esisteva però un’altra Porta Orientale, che si trovava lungo il vecchio tratto di mura, più interno, all’altezza dell’odierne via Agnello e Pattari. Rimase con ogni probabilità per lungo tempo inglobata nella città senza venire demolita, un po’ come succede ancora oggi per le vecchie porte, diventate monumenti storici.
L’ubicazione della nuova Porta Argentea corrisponderebbe all’incirca all’area dove oggi si trova l’incrocio tra piazza San Babila e corso Vittorio Emanuele II.
La porta prendeva il nome dall'argento. Porta Argentea non era l'unico toponimo legato all'argento nella Lombardia romana: poco fuori Mediolanum erano presenti Argentiacum, nome latino della moderna Crescenzago, che sorgeva poco fuori da Porta Argentea, e Argentia Nova, ovvero la moderna Gorgonzola, che si trovava anch'essa a est della città, lungo la via Gallica.
Prima dell'estensione della cinta muraria, esisteva un'altra Porta Orientale, che si trovava lungo il vecchio tratto di mura. La vecchia Porta Orientale si trovò poi ad essere compresa all'interno del perimetro della città, visto che l'originario tratto della cinta mura su cui sorgeva non venne demolito ma fu trasformato in un muro interno di separazione del centro abitato.

Nei pressi di Porta Argentea si trovavano le Terme Erculee. Porta Argentea era situata, considerando l'urbanistica della Milano odierna, dove ora è presente l'incrocio tra le moderne piazza San Babila e corso Vittorio Emanuele II.Porta Orientale, nota anche come Porta Argenta o Porta Renza, lungo l’attuale Corso Venezia, 1760. Al centro tra i due fornici con ogni probabilità si trovava la statua di San Giovanni Nepomuceno

sabato 30 ottobre 2021

PORTA ROMANA ROMANA

 Porta Romana  era una delle aperture stradali ricavate nella cinta muraria romana della città di Mediolanum, l'odierna Milano. Fu demolita durante l'assedio di Milano del 1162.

Costruita durante il periodo repubblicano dell'epoca romana, era ricavata nella cinta delle mura romane di Milano. Venne fatta presumibilmente erigere, insieme alle mura, da Cesare dopo l'assunzione di Mediolanum al rango di municipium nell'anno 49 a.C..

Fu demolita, insieme alle relative mura e alle altre porte romane, durante l'assedio di Milano del 1162, che fu opera di Federico Barbarossa. Altre importanti azioni di guerra a cui partecipò la porta furono l'assedio di Milano del 268, l'assedio di Milano del 402, l'assedio di Milano del 452 e l'assedio di Milano del 538-539.

Da Porta Romana iniziava la via Mediolanum-Placentia, che metteva in comunicazione Mediolanum (Milano) con Placentia (Piacenza) e quindi poi con Roma (da cui il nome della porta) passando da Laus Pompeia (Lodi Vecchio). Dall'altro lato della porta, entro le mura cittadine, si trovava il decumano. Il primo tratto dell'arteria stradale sopracitata era monumentalizzato, ovvero erano presenti dei portici ai suoi lati. La fine della monumentalizzazione, verso Laus Pompeia, era contraddistinta dalla presenza di un arco trionfale. Per tale motivo, questo tratto di arteria stradale era chiamata Via Porticata.

Nei pressi di Porta Romana, seguendo il decumano, sorgeva una basilica paleocristiana, i cui resti sono oggi noti come "Cripta di San Giovanni in Conca", mentre poco oltre a essa, al di fuori delle mura cittadine, lungo la Via Porticata, era situata la basilica apostolorum (che esiste ancora oggi: ha poi cambiato nome in "basilica di San Nazaro in Brolo"). Da Porta Romana il decumano di Mediolanum conduceva all'altro lato delle mura cittadine dov'era presente, diametralmente opposta a Porta Romana, Porta Vercellina.

Porta Romana era situata a una delle due estremità del decumano al cui centro, in corrispondenza del suo incrocio con il cardo, era presente il foro romano di Milano (l'attuale piazza San Sepolcro); Porta Romana si trovava nel luogo dove oggi è situato corso di Porta Romana, nei pressi della già citata Cripta di San Giovanni in Conca.


venerdì 29 ottobre 2021

PORTA MAGENTA

 Porta Magenta (già Porta Vercellina fino al 1860) era una delle sei porte principali di Milano, ricavata lungo i bastioni spagnoli, oggi demoliti. Posta a ovest della città, si apriva lungo la strada per Vercelli. Demolita nel 1897 la porta neoclassica del Canonica (1805), sorgeva al centro dell'attuale piazzale Baracca, allo sbocco di corso Magenta.

In passato Porta Vercellina identificava inoltre uno dei sei sestieri storici in cui era divisa la città, il Sestiere di Porta Vercellina.

La Porta Magenta che si apriva nei Bastioni di Milano sorgeva sullo stesso asse viario (oggi corso Magenta) su cui erano sorte in precedenza le omonime porte di epoca romana (sul tracciato delle Mura romane) e di epoca medievale (sul tracciato delle Mura medievali).

In epoca napoleonica il governo del Regno d'Italia (1805-1814), guidato dal Melzi d'Eril, pianificò un generale rifacimento delle porte di ingresso in Milano, previa demolizione delle porte spagnole ed alberazione dei bastioni. Queste ultime, infatti, avevano funzione militare mentre il nuovo governo desiderava dedicarle a meri caselli daziari, ma di foggia adeguata allo status della capitale del Regno d'Italia. La cinta daziaria di Milano avrebbe, infatti, corrisposto con le mura spagnole.

I progetti vennero affidati ai più prestigiosi progettisti dell'epoca, tutti attivi in Milano: ad esempio Cagnola ebbe il primo progetto per Porta Comasina (realizzata poi dal Moraglia), l'Arco della Pace (a segnare l'antica Porta Giovia) e il completamento di Porta Orientale (iniziata dal Piermarini). Lo Zanoja ebbe Porta Ticinese.

Porta Vercellina, invece, fu tra le prime ad essere realizzate, in quanto collegata all'ingresso trionfale in Milano di Napoleone, l'8 maggio 1805, che giungeva per esservi incoronato re del Regno italico, il successivo 26 maggio. Il disegno venne affidato al Luigi Canonica, dall'agosto 1797 ‘architetto di Stato’ in sostituzione del suo maestro Piermarini.

Canonica innalzò il nuovo manufatto sull'area di piazzale Baracca ed utilizzò i materiali rivenienti dalle demolizioni dei bastioni esterni del Castello, che giacevano abbondanti e poco utilizzati. Erano presenti inoltre anche due caselli daziari, esterni alla cerchia delle mura

Nel 1873, con l'accorpamento amministrativo del comune dei Corpi Santi, le porte di Milano persero la residua funzione di passo daziario.

Nel 1872-79, entro i bastioni, venne edificato l'attiguo carcere di San Vittore, che interrompeva il passeggio sui bastioni di porta Vercellina. Nel 1885 ebbe avvio la demolizione delle mura spagnole a cominciare, proprio, dal tratto compreso tra il Castello e porta Ticinese.

In quella occasione venne abbattuto anche l'arco di porta Vercellina, del quale non resta oggi più traccia.

L'8 giugno 1859, quattro giorni dopo la grande vittoria dei sardo-francesi nella battaglia di Magenta, nel corso della Seconda guerra di indipendenza, Napoleone III e Vittorio Emanuele passarono Porta Vercellina e deviarono verso l'Arco della Pace ove erano attesi per il solenne ingresso in Milano.

In onore della vittoria la porta perse anche il nome di ‘Vercellina’ per divenire, il 26 ottobre 1860, ‘Porta Magenta’. Ugualmente, anche il ‘Corso di Porta Vercellina’ divenne ‘Corso Magenta’. A ricordo dell'antica toponomastica rimasero solo, oltre la porta, la ‘Strada Vercellina’, aperta nel 1810, il cui primo tratto venne ribattezzato ‘Corso Vercelli’ il 7 giugno 1878 dopo la sua sistemazione urbana, e il ‘Viale di Porta Vercellina’. Quest'ultimo viale, che collegava originariamente Porta Vercellina a Porta Ticinese dal lato interno dei bastioni, è limitato oggi a circa un quarto del suo tratto originario e rappresenta al contempo l'ultima traccia dell'antica toponomastica.

La via che portava dalla antica alla nuova Porta Vercellina venne ribattezzata ‘corso di Porta Vercellina’. Ugualmente, i nuovi bastioni tra Porta Ticinese e il Castello vennero comunemente indicati come Bastioni di Porta Vercellina.

giovedì 28 ottobre 2021

PUSTERLA DELLE AZZE

 La Pusterla delle Azze era una delle porte minori (chiamate anche "pusterle") poste sul tracciato medievale delle mura di Milano.

Sorgeva in uno spazio corrispondente agli attuali piazzale Marengovia Lanza e via Tivoli, che sarebbe poi stato inglobato dalle successive fortificazioni del Castello Sforzesco, scomparendo definitivamente con una sorte analoga a quanto accaduto alla vicina Porta Giovia.

Della pusterla già da allora non è rimasta più traccia, neppure sui documenti, né si è giunti a una spiegazione attendibile riguardo alla sua denominazione. Una possibile ricostruzione vedrebbe nelle vicinanze della pusterla la presenza di una piazza, di una contrada o di un borgo detto delle Azze, presumibilmente abitato da azzaioli (acciaioli), che qui svolgevano le proprie attività nelle proprie botteghe.

Secondo alcuni questi artigiani producevano azze o acce (asce) servendosi delle acque del Nirone, che scorreva non distante. Secondo altri il termine azze potrebbe derivare dalle lame delle mazze, o anche da un'ipotetica famiglia chiamata Azzi, magari appartenente alla corporazione degli azzaioli.

Anticamente dalla pusterla delle Azze entrava in città il torrente Nirone.

PORTA GENOVA

 Porta Genova è una delle cinque porte più recenti di Milano, ricavata aprendo un varco nelle mura spagnole oggi demolite per consentire un’agevole comunicazione diretta fra la città e la nuova stazione di Porta Ticinese (oggi Porta Genova), inaugurata nel 1870. Posta a sud-ovest della città, conserva i caselli daziari progettati dal Nazari, realizzati in stile eclettico fra il 1873 e il 1876, e collocati al centro del vasto piazzale che oggi porta il nome di Piazzale Cantore. I due caselli del dazio non hanno un grande valore storico e neppure artistico; inoltre uno dei due deve aver avuto problemi di staticità, visto che è leggermente deforme.

Porta Genova è una delle cinque porte più recenti di Milano, ricavata lungo i bastioni spagnoli, oggi demoliti.

Ricavata all'interno dei Bastioni, venne aperta intorno al 1870 per consentire un'agevole comunicazione diretta fra la città e la nuova stazione di Porta Ticinese (oggi Porta Genova).

Posta a sud-ovest della città, conserva i caselli daziari (1873-1876), sorgendo al centro di piazzale Cantore, allo sbocco di corso Genova.

La porta si costituisce dei due caselli daziari del Nazari, (realizzati in stile eclettico fra il 1873 e il 1876), ricavati nel vasto piazzale che oggi porta il nome di piazzale Cantore.

fiera di Porta Genova durante la settimana grassa

PORTA ROMANA

ricavata lungo i bastioni spagnoli
La Porta Romana attuale, che costituiva uno degli accessi principali alla città di Milano, si erge sulla stessa via per Roma dove erano sorte le porte inserite nei precedenti due tracciati delle mura ed era originariamente parte integrante della cerchia di mura spagnole innalzata a partire dal 1548. L'antica via per Roma, che ricalcava l'asse del decumano dell'antica Mediolanum, era la cosiddetta via Porticata, asse viario rettilineo che seguiva un tracciato corrispondente al moderno corso di Porta Romana.
La porta, ancor oggi in ottimo stato ma isolata rispetto ai Bastioni, venne eretta nel 1596 in occasione dell'ingresso di Margherita d'Austria-Stiria, promessa sposa di Filippo III di Spagna. Guardando a volo di uccello, le mura spagnole assomigliano ad un cuore con la punta rivolta verso la Porta Romana. La tradizione vuole che tale forma fu fatta dare apposta da Filippo III, come regalo di nozze alla sua futura sposa, e per i due secoli successivi quello di Porta Romana fu l'unico ingresso monumentale della città. La struttura presenta un arco bugnato d'ordine dorico, ispirato agli archi imperiali romani del II-III sec., a tre fornici, con fregi e sculture tipici della retorica simbolica barocca
  • Al sestiere è ispirata una famosa ballata della "mala" milanese, Porta romana bella, interpretata da Nanni Svampa, Giorgio Gaber e vari altri artisti.
  • Una leggenda milanese narra invece di come il
    diavolo
    abitasse Porta Romana: trasfigurazione popolare del marchese
    Ludovico Acerbi, che si era meritato tale fama grazie ai suoi comportamenti eccentrici, e alle sontuose feste di cui era sede il suo palazzo durante la peste del 1630.
  • Nel 1980, per la regia di Bruno Corbucci, fu realizzato il film Delitto a Porta Romana con Tomas Miliam e Bombolo.

mercoledì 27 ottobre 2021

PORTA NUOVA

Porta Noeuva è una delle sei porte principali, ricavata lungo i bastioni spagnoli, oggi demoliti. Posta a nord della città in piazzale Principessa Clotilde, si apre lungo la strada per Monza. Caratterizzata oggi dalla presenza dell'arco neoclassico dello Zanoia(1810-1813) e degli annessi caselli daziari, sorge al centro di piazza, allo sbocco di corso di Porta Nuova.
In passato Porta Nuova identificava inoltre uno dei sei sestieri storici in cui era divisa la città, il Sestiere di Porta Nuova.
La Porta Nuova attuale che si apre nei Bastioni sorse decentrata a occidente rispetto all'asse viario (oggi via Manzoni) su cui erano sorte in precedenza le omonime porte di epoca romana (sul tracciato delle mura romane) e di epoca medievale (sul traccoiato delle mura medievali).
Il medesimo sestiere era servito, in epoca romana, dalla porta Aurea, collocata lungo le mura Massimianee del tracciato romano, sull'odierna via Manzoni all'incrocio con via Monte Napoleone. Nella cinta medievale si collocava allo sbocco in piazza Cavour dove ancora oggi è presente, perfettamente integra. Se, come era avvenuto per le altre porte, con la costruzione delle mura spagnole essa fosse stata semplicemente spostata più all'esterno lungo la medesima direttrice, sarebbe collocata al termine dell'attuale via Daniele Manin. Tale porta, invece, fu ricavata parecchio più a occidente, tra il Seveso e la Martesana.
La porta spagnola venne demolita in epoca napoleonica, quando si avviò un progetto per convertire le principali porte dei bastioni ad una funzione daziaria e ornamentale, visto il superamento della loro funzione militare: l'edificazione di una porta monumentale contribuiva al nuovo riassetto urbanistico anulare attorno all'area dei bastioni, favorendo lo sviluppo urbano a nord della città. L'attuale porta, presente anora oggi in piazzale Principessa Clotilde (stessa collocazione della precedente porta spagnola demolita), venne costruita su progtto dell'architetto Giuseppe Zanoia e si apriva sul tracciato dell'antica via romana che collegava lacittà con la Brianza. La costruzione avvenne tra il 1810 e il 1813.
Il suo valore commerciale derivava dalla prossimità al naviglio della Martesana, allora navigabile. Per entrare in città, il naviglio dapprima sottopassava il ponte delle Gabelle e i bastioni, quindi superava la leonardesca conca dell'incoronata per aprirsi nel laghetto San Marco, da cui proseguiva lungo una seconda conca omonima e si immetteva nella fossa navigabile all'inizio di via Fatebenefratelli. Lungo i bastioni, dal Ponte delle Gabelle, scorreva
il Redefossi che riceveva prima le acque in eccessi della Martesana e, appena oltre Porta Nuova, il Seveso . Seppure interrato, il Redefossi segue ancora oggi il medesimo percorso.
Al momento della costruzione di questa nuova porta si prevedeva che la città si espandesse verso l’esterno, secondo la direttiva della strada che ne usciva (oggi dedicata ad Amerigo Vespucci - delibera comunale del 7 giugno 1878). Tale sviluppo non avvenne perché nel periodo successivo la via venne sbarrata dalla costruzione della stazione ferroviaria di Porta Nuova. Oggi la via Vespucci termina, in pratica, con una ripida scalinata pedonale da cui si accede all’attuale Piazza Alvar Aalto, costruita, ad un livello più alto, sull’ex terrapieno delle ferrovie Varesine. Quindi Porta Nuova ha perso quasi subito la sua originaria funzione. 
Infatti nel 1840 venne inaugurata, appena al di là della Martesana, la stazione di Porta Nuova, prima stazione ferroviaria della città, al servizio della Milano-Monza. L'edificio principale si è conservato ed è stato trasformato nell'albergo di lusso Maison Moschino nel 2010.

martedì 26 ottobre 2021

PORTA ROMANA MEDIEVALE

 Porta Romana era una delle porte maggiori poste sul tracciato medievale delle mura di Milano. Sorgeva sulla Cerchia dei Navigli, in corrispondenza dell'attuale incrocio fra corso di Porta Romana e via Francesco Sforza, in sostituzione della precedente e più arretrata Porta Romana (romana), che sorgeva nell'attuale piazza Missori, da cui partiva un lungo porticato monumentale che arrivava fino alla Crocetta.

La porta medievale era fortificata e annessa alla cosiddetta Rocchetta, una struttura difensiva dotata di una torre particolarmente elevata, realizzata utilizzando i resti dell'arco di trionfo romano presente nel quadriportico della porta precedente.

I lavori sarebbero stati condotti da Ariberto da Intimiano nel corso dell'XI secolo, in preparazione all'assedio di Corrado il Salico. La prima porta medievale, distrutta dal Barbarossa, che qui venne ferito da una freccia durante l'assedio, venne ripristinata successivamente nel XIII secolo.

Sul ponte che attraversava il Naviglio venne collocata nel 1729 da Benedetto XIII una statua di San Giovanni Nepomuceno (chiamata dai milanesi San Gioàn), in occasione della canonizzazione del santo, protettore di Boemia e di chi è a rischio di annegamento.

Le fortificazioni della Rocchetta vennero demolite prima del 1793. Alcuni fregi vennero portati ai 



Musei del Castello Sforzesco
, dove sono tuttora conservati.

PARCO DEL CITYLIFE

CityLife vanta uno tra i parchi più ampi di Milano, ma soprattutto è ricco di opere d’arte che lo rendono un vero museo a cielo aperto tutto...