Sono tanti i luoghi d’intesse storico e artistico dove il visitatore può perdersi fra quadri, statue e opere d’arte di valore inestimabile. Tanti angoli e luoghi dimenticati senza particolare valore artistico, ma in grado di regalare la strana sensazione di essere tornato indietro nel tempo, dove le lancette dell’orologio hanno smesso di girare e sotto la patina di oblio che li ammanta, è possibile coglierne tracce.
mercoledì 9 marzo 2022
PALAZZO DELLA PERMANENTE
FONTANA DI PIAZZA GRANDI E BUNKER
GIARDINO SEGRETO DI VIA SAFFI
visitabile solo in particolari periodi
martedì 1 marzo 2022
PALAZZO BONACOSSA
Il palazzo è realizzato in uno stile revival ispirato al rinascimento italiano che avrebbe preso piede nel quartiere negli anni a venire, ad esempio con casa Sardi ispirata al rinascimento fiorentino e lombardo.
Il pian terreno decorato con monofore e il primo piano sono coperti in un bugnato mutuato dal palazzo dei Diamanti ferrarese, mentre il secondo ed il terzo piano, costruiti in un differente tipo di bugnato e bifore alla fiorentina, sono chiaramente ispirati all'architettura di palazzo Strozzi. L'ultimo piano, meno monumentale dei sottostanti, è decorato con bifore e rilievi.
Al palazzo Bonacossa vi è un museo di Arte e scienza
venerdì 25 febbraio 2022
CASA MUSEO BOSCHI DI STEFANO
Antonio Boschi e Marieda Di Stefano si sposano nel 1927. Antonio, nato a Novara nel 1896, si era trasferito a Milano alla fine della guerra per frequentare il Politecnico, dove aveva conseguito la laurea in ingegneria. Dopo alcuni anni di lavoro a Budapest era rientrato in Italia per occuparsi della produzione e lavorazione della gomma presso la Pirelli.
Marieda, nata a Milano nel 1901 da una famiglia originaria delle Marche, aveva studiato scultura presso lo studio dell’artista Luigi Amigoni, e da questi era stata avviata alla lavorazione della ceramica, passione che non avrebbe abbandonato.
Conosciutisi durante una vacanza in Val Sesia, i due coniugi condividono la passione per l’arte. Nella palazzina costruita dal padre di Marieda, Francesco, nella quale si trasferiscono poco dopo il loro matrimonio, collezionano circa duemila opere tra dipinti, sculture e pezzi di arte antica. Amici degli artisti e loro sostenitori, partecipano della vitalità e della varietà di proposte della città di Milano, riuscendo a far propri quadri rappresentativi della cultura artistica italiana.
Alla Pirelli Antonio lavora sino all'età della pensione. La società gli offrirà un’onorificenza per la sua lunga collaborazione, durata dal 1926 al 1965 e costellata da importanti brevetti, come il GIUBO (Giunto Boschi): un giunto costituito da tasselli di gomma disposti a forma di poligono, utile per assorbire le vibrazioni dei veicoli e utilizzato per la prima volta nell’Alfa Romeo modello 1900 prodotta tra il 1950 e il 1959.
Oltre a viaggiare in compagnia del marito, Marieda continua a coltivare l’interesse per la ceramica. Dal 1953 espone le sue sculture, a cadenza quasi annuale, presso la galleria Montenapoleone e partecipa a numerose collettive e concorsi nelle città italiana. Questa attitudine e i riconoscimenti ottenuti la conducono, nel 1962, ad aprire una Scuola di ceramica al piano terra della palazzina di via Jan.
Nel 1968, Marieda viene a mancare. L’amore per l’arte condiviso con la moglie spingerà Antonio Boschi, nel 1974, a donare le opere raccolte al Comune di Milano.
Negli stessi anni Antonio Boschi, alla vigilia della morte, avvenuta nel 1987, compiva una seconda donazione a favore del comune di Milano, comprendente gli acquisti compiuti dopo la scomparsa della moglie Marieda. L’ampiezza della raccolta e la sua unicità facevano sì che, a fianco del progetto di realizzazione di un museo dedicato all'arte contemporanea (che man mano prendeva forma nell'idea di utilizzare l’Arengario in Piazza Duomo) si iniziassero i lavori di adattamento dell’appartamento Boschi al ruolo di casa-museo.
La Casa Museo Boschi di Stefano è stata inaugurata nel 2003. Motivi di conservazione e sicurezza, nonché le modifiche subite dall'appartamento per diventare museo, hanno imposto una selezione delle opere, che dunque non riflettono la sistemazione originaria. Tuttavia, l’organizzazione dei dipinti in una quadreria mantiene fede alla distribuzione particolarmente fitta che caratterizzava le sale quando i coniugi Boschi erano ancora in vita e di cui resta testimonianza in una serie di fotografie scattate da Gabriele Basilico. L’allestimento, curato da Maria Teresa Fiorio, ha privilegiato una presentazione cronologica della collezione, più facile e comprensibile al pubblico dei visitatori.
Fatta eccezione per pochi mobili, gli arredi della Casa Museo sono frutto di una serie di acquisti mirati compiuti dalla Fondazione Boschi Di Stefano nel rispetto dello stile dell’edificio e dell’epoca di nascita della collezione.
tel: +39 02 88463736
Tutti i Lunedì
1° gennaio | 1° maggio | 15 agosto | 25 dicembre
PALAZZO DURINI di Monza - Via Santa Maria Valle 2 Milano
Residenza di Conti di Monza che ancora oggi lo abitano e lo vivono come luogo privato ma aperto agli artisti e agli amatori dell'Arte.
Il Palazzo Durini è stato dichiarato dal Ministero dei beni culturali, di interesse artistico. Fu la residenza di Vercellino Visconti dei duchi di Milano e attraverso vari passaggi ereditari entrò a far parte dei beni della famiglia Durini. La corte barocca e la facciata neoclassica testimoniano un susseguirsi di interventi svoltisi nei secoli e gli interni sono ricchi di stucchi barocchetti attribuibili a Martino Knoller. Il palazzo fu abitato nei primi decenni dell'Ottocento dal pittore e collezionista Giuseppe Bossi e vi tenne il suo studio milanese lo scultore Antonio Canova.
Palazzo Durini fu una delle prime case museo aperte al pubblico di Milano. Vi erano conservati tra le numerose opere d'arte il Cristo Morto del Mantegna ora a Brera, i disegni di Leonardo ora all’Ambrosiana e la ricchissima collezione duriniana di monete antiche ora ai musei dell'Accademia di Venezia
Il Bossi vi tenne corsi di pittura, creando così la prima accademia di pittura milanese riconosciuta e voluta dal governo napoleonico. Alla morte del maestro l'accademia fu spostata al palazzo di Brera.Residenza di Conti di Monza che ancora oggi lo abitano e lo vivono come luogo privato ma aperto agli artisti e agli amatori dell'Arte.
Il Palazzo Durini è stato dichiarato dal Ministero dei beni culturali, di interesse artistico. Fu la residenza di Vercellino Visconti dei duchi di Milano e attraverso vari passaggi ereditari entrò a far parte dei beni della famiglia Durini. La corte barocca e la facciata neoclassica testimoniano un susseguirsi di interventi svoltisi nei secoli e gli interni sono ricchi di stucchi barocchetti attribuibili a Martino Knoller. Il palazzo fu abitato nei primi decenni dell'Ottocento dal pittore e collezionista Giuseppe Bossi e vi tenne il suo studio milanese lo scultore Antonio Canova.
Palazzo Durini fu una delle prime case museo aperte al pubblico di Milano. Vi erano conservati tra le numerose opere d'arte il Cristo Morto del Mantegna ora a Brera, i disegni di Leonardo ora all’Ambrosiana e la ricchissima collezione duriniana di monete antiche ora ai musei dell'Accademia di Venezia
Il Bossi vi tenne corsi di pittura, creando così la prima accademia di pittura milanese riconosciuta e voluta dal governo napoleonico. Alla morte del maestro l'accademia fu spostata al palazzo di Brera.
Oggi il palazzo e proprietà della Fondazione Alessandro Durini.
Le sale a piano terreno sono un susseguirsi di ambienti arredati con importanti dipinti e arredi storici provenienti dalla famosa collezione Durini di cui molte opere sono visibili nei musei milanesi come il Castello Sforzesco e la Galleria d'Arte Moderna, dove sono pervenute alla fine degli anni '50 per una donazione fatta da Don Teobaldo Durini di Monza. Tutte le sale sono disposte intorno ad un cortile di grande bellezza e armonia tipico della Lombardia seicentesca.
PALAZZO DEGLI SCAPIGLIATI - CICOGNA
Lo spazio non ha cambiato destinazione. Dopo l’abbandono di Fontana divenne una galleria, famoso per i suoi "tagli" oggi venduti a prezzi inavvicinabili, ha usato in molti quadri.
RESIDENZA VIGNALE
PALAZZO BAROZZI
La facciata del palazzo, sobria e lineare, è posta dietro un da un piazzale con aiuole e alberi ed è scandita in tre ordini (piano terreno, primo piano e secondo piano) e presenta la parte centrale lievemente avanzata e coronata da un frontone a timpano.
L'ingresso è caratterizzato da un colonnato in stile dorico, separato dal resto degli interni da una cancellata in ferro battuto di pregevole fattura. Sulla sinistra è presente una lastra in marmo che ricorda al visitatore l’inaugurazione della nuova sede di via Vivaio, avvenuta il 3 novembre 1892 alla presenza di Umberto I e la regina Margherita.
Il salone dei concerti, chiamata anche sala Barozzi, è riccamente decorato in stile eclettico (notare le somiglianze con le decorazioni all'interno della Basilica di San Calimero, risalenti allo stesso periodo). Esso comprende un'ampia balconata e un grande organo. Dietro al salone è presente un'ulteriore sala, inizialmente avente funzione di cappella.
Intorno allo scalone d’onore trovano posto quadri con i ritratti di benefattori dell’Istituto. Al piano superiore, dove si è accolti da un elegante atrio, sulla parete del quale è appesa la grande tela opera di Francesco de Magistris che ritrae il fondatore dell’Istituto Michele Barozzi, è presente la sala Stoppani, la sala di gala più piccola, mentre alle pareti si trovano altri quadri di benefattori dell'istituto.
Il secondo piano, infine, ospita le collezioni del Museo Braille, con documenti, strumenti e oggetti diversi, relativi alla storia dei metodi di scrittura utilizzati nel corso del tempo dai non vedenti.
Gli esterni sono caratterizzati dai bei colonnati che circondano i cortili interni.
L’Istituto dei Ciechi di Milano possiede un ricco patrimonio costituito da centinaia di opere d’arte, dipinti e sculture, entrati a far parte della raccolta dell'Istituto tramite donazioni e lasciti di benefattori.
L'Istituto dei Ciechi di Milano si occupa di promuovere "l'indipendenza, l'autonomia, la scelta di opportunità formative e culturali dei disabili visivi attraverso la ricerca, lo studio, la formazione e l'offerta di servizi necessari per l'educazione, lo sviluppo personale, professionale e la gestione della vita quotidiana."
CASA VERDI
TRATTO DI STRADA ROMANA
lunedì 7 febbraio 2022
MUSEO VIGILI DEL FUOCO
Il museo fu fondato dal comandante Ugo Penné nel 1912 in occasione del centenario del Corpo. Il museo superò indenne i bombardamenti del 1943 e le pompe a vapore, trainate dai cavalli, furono riportate in servizio per estinguere gli incendi causati dagli spezzoni incendiari sganciati dai bombardieri nemici.
La struttura che accoglie il museo, rinnovata nel 1998, ospita fra i cimeli più importanti un'autopompa Isotta Fraschini risalente agli anni trenta e la vettura da incendio Bianchi S9, insieme a tutte le uniformi e i dispositivi utilizzati dal corpo, a partire dal periodo napoleonico fino ai giorni attuali.
PALAZZO MELZI D'ERIL
Gli interni, decisamente più ricchi dell'esterno, risalgono invece alla prima costruzione neoclassica, compreso il cortile porticato a loggia architravata. Era celebre per la sua bellezza il giardino del palazzo, andato distrutto per la costruzione della sede della Montecatini negli anni '30.
PARCO DEL CITYLIFE
CityLife vanta uno tra i parchi più ampi di Milano, ma soprattutto è ricco di opere d’arte che lo rendono un vero museo a cielo aperto tutto...

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