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venerdì 14 gennaio 2022

EL PONT DEL PAN FISS

  È chiamato, in dialetto milaneseel pont del pan fiss per via della presenza, nei suoi pressi, di una fabbrica di candele, ora non più esistente, che permetteva agli operai che vi lavoravano di avere un lavoro sicuro, da cui il nome del ponte. Sull'area dove un tempo sorgeva lo stabilimento ora è presente un parco pubblico che è chiamato giardino Cassina de Pomm. Dell'antica fabbrica sono state conservate le mura di cinta, che delimitano ancora oggi i confini del parco.

domenica 9 gennaio 2022

PONTE BUSSA

 

Era un cavalcavia che in passato è stato un semplice ponticello pedonale che serviva a superare i binari e arrivare in Corso Como.

Un progetto del 1953, approvato ma mai completamente realizzato; avrebbe dovuto collegare via Mario Pagano con viale Zara; e che per realizzare il progetto si doveva espropriare e demolire mezzo Borgo degli Ortolani e mezza Isola… i vari comitati di quartiere, insorti non appena il Comune iniziò ad acquistare le case per procedere con la demolizione, riuscirono nel loro intento di ostacolare l’operazione finché all’inizio degli anni ’70 il progetto venne definitivamente archiviato.
l’unico segno d questo piano è il cavalcavia Eugenio Bussa, costruito nel 1961 in previsione della realizzazione dell’asse viario ad “alto scorrimento”
Prima della costruzione del cavalcavia, il passaggio sopra i binari (la stazione di Porta Garibaldi non c’era ancora) era garantito da un piccolo ponticello pedonale che univa corso Como con via Pietro Borsieri (patriota, 1786-1852).
La via Borsieri, che in passato arrivava fino all’intersezione con via Farini (includendo le attuali via Thaon di Revel e via Menabrea) rappresentava l’importante direttrice che conduceva alla strada Provinciale Comasina (via Carlo Imbonati e successive).
Gli anni a cavallo del ’60 rappresentarono per l’Isola – ma in genere per molti quartieri a nord della ferrovia – una vera “rivoluzione”: oltre alla demolizione del ponte e alla costruzione del Bussa, altri eventi modificarono le comunicazioni nord-sud della città.

venerdì 26 novembre 2021

PONTE DELLA SORGENTE

Uno degli scorci relativamente periferici che ha spesso destato l'interesse dei fotografi è il punto di incrocio tra via Farini e la linea ferroviaria. Naturalmente quando ciò avveniva con il vecchio sottopassaggio, quando cioè la via passava sotto i binari, e il tram 8 la faceva da protagonista!

Il ponte percorso dai treni era chiamato "della Sorgente", per via della zona ricca di fonti d'acqua.
I binari iniziarono a interessare (e dividere, con ovvi disagi) questa zona di Milano a partire dall'apertura della vecchia Stazione Centrale, inaugurata nel 1864.
Quando la vecchia stazione fu soppressa per l'apertura della nuova Centrale (1931), i binari continuarono ad intersecare la via Farini, diretti alla nuova stazione di testa di Porta Nuova (le Varesine).
La soppressione di quest'ultima per l'arretramento della linea alla nuova stazione Garibaldi non ha mutato la situazione, se non l'aumento progressivo del fascio di binari.
Solamente all'inizio degli anni sessanta del novecento la situazione si è capovolta, con la costruzione del moderno sovrappasso viabilistico. Che tuttavia ha privato quell'incrocio della sua primitiva bellezza.

mercoledì 24 novembre 2021

PONTE DI SANT'AMBROGIO

 o di San Vittore.

Il ponte della via San Vittore scavalcava il Naviglio di san Gerolamo per congiungerla con la Basilica di Sant'Ambrogio e la retrostante Basilica di San Francesco ora scomparsa attraverso il passaggio della Pusterla di Sant'Ambrogio.

La strada proseguiva allora verso destra per via San Bernardino

delle Monache oggi Via Lanzone.

domenica 21 novembre 2021

PONTE FERROVIARIO IN CORSO B. AIRES

un ponte ferroviario, e una volta tagliava in due quello che oggi è corso Buenos Aires, con sopra un “guerriero di latta” che faceva reclame.

C’erano palazzi e alberi, ampi spazi e a metà del corso un ponte che lo tagliava in due, un simbolo del nuovo e della sua urgenza, sopra il quale passava il treno del viadotto che sarebbe stato distrutto negli anni Trenta per diventare l’attuale viale Tunisia.
Aveva qualcosa di surreale, quel ponte.
Una strada spaccata in sue da un treno sopraelevato. Su quel ponte, per decenni, ha troneggiato un guerriero di latta con una caramella irrandiante luce dal petto, testimonial della “Catramina Bertelli, sicura contro tosse e influenza”.

martedì 9 novembre 2021

PONTE FERROVIARIO DELLA SORGENTE

Uno degli scorci relativamente periferici che ha spesso destato l'interesse dei fotografi è il punto di incrocio tra via Farini e la linea ferroviaria. Naturalmente quando ciò avveniva con il vecchio sottopassaggio, quando cioè la via passava sotto i binari, e il tram 8 la faceva da protagonista!
Il ponte percorso dai treni era chiamato "della Sorgente", per via della zona ricca di fonti d'acqua.
I binari iniziarono a interessare (e dividere, con ovvi disagi) questa zona di Milano a partire dall'apertura della vecchia Stazione Centrale, inaugurata nel 1864.
Quando la vecchia stazione fu soppressa per l'apertura della nuova Centrale (1931), i binari continuarono ad intersecare la via Farini, diretti alla nuova stazione di testa di Porta Nuova (le Varesine).
La soppressione di quest'ultima per l'arretramento della linea alla nuova stazione Garibaldi non ha mutato la situazione, se non l'aumento progressivo del fascio di binari.
Solamente all'inizio degli anni sessanta del novecento la situazione si è capovolta, con la costruzione del moderno sovrappasso viabilistico. Che tuttavia ha privato quell'incrocio della sua primitiva bellezza.

venerdì 22 ottobre 2021

CAVALCAVIA BACULA

 

Il cavalcavia Bacula (noto popolarmente come Ponte della Ghisolfa, in dialetto milanese Pont de la Ghisolfa) è un ponte stradale di Milano, facente parte della circonvallazione esterna, che collega il quartiere della Ghisolfa con piazzale Lugano, nel quartiere Derganino, scavalcando le ferrovie Cadorna-Bovisa e Milano-Rho. È intitolato ad Adriano Bacula, aviatore eroe della prima guerra mondiale.
E'  l’unica vera evidenza della presenza del piccolissimo borgo fatto di cascine e oggi scomparso. Il ponte, già esistente ma in versione ridotta, venne ampliato tra il 1939 e il 1941 e riportò in connessione il quartiere della Bovisa con la Ghisolfa, il Sempione e viale Certosa attraverso il viale Monte Ceneri.

Dal lato del quartiere Ghisolfa il ponte prosegue senza soluzione di continuità nell'attiguo cavalcavia Monte Ceneri-Serra, il cui complesso è alle volte noto imprecisamente nella sua interezza come "Ponte della Ghisolfa".

L'area del cavalcavia è nota per un circolo anarchico e per la sua rappresentazione nei film di Luchino Viscont

Il cavalcavia venne aperto al traffico alla fine del 1939, completando così l'anello della circonvallazione esterna.

Le opere realizzate compresero l'allargamento dell'esistente viadotto ad archi sulla ferrovia Milano-Rho e la costruzione di due nuovi cavalcavia sulla ferrovia Cadorna-Bovisa e sul raccordo da questa allo scalo Simonetta.

Il cavalcavia si compone di tre diversi manufatti, separati l'uno dall'altro da brevi tratti in rilevato.

Partendo da ovest, si incontra per prima cosa il cavalcavia che scavalca la linea Cadorna-Bovisa; il manufatto d'origine, che aveva una larghezza di 20 m e una luce obliqua di 10,75 m, fu sostituito da un'opera di maggiore lunghezza e larghezza in occasione del quadruplicamento della linea, negli anni novanta.

Segue un breve cavalcavia di 5,5 m di luce che scavalcava il binario d'accesso allo scalo Simonetta, da tempo soppresso.

Infine, si supera la ferrovia Milano-Rho grazie a un viadotto di 78 m di lunghezza, composto di 7 archi di di 10 m di luce

domenica 17 ottobre 2021

PONTE DELLE GABELLE

 Il ponte delle Gabelle era la prima opera muraria che incontrava il Naviglio della Martesana all'entrata di Milano, dopo la costruzione delle mura spagnole (1546-1560) e prima dell'interramento della parte finale del percorso cittadino del Naviglio, che è avvenuta tra il 1929 e il 1930 contestualmente all'interramento della Cerchia dei Navigli.

Nel passato il Naviglio della Martesana proseguiva il suo percorso cittadino, ora interrato, verso sud-ovest superando Porta Nuova (oggi, giunto a Porta Nuova, cambia bruscamente direzione verso sud-est mutando nome in Cavo Redefossi), sottopassando prima le mura spagnole, poi il ponte delle Gabelle e infine incontrando la Conca dell'Incoronata, dopo la quale cambiava nome in Naviglio di San Marco. Poco dopo dava origine al laghetto di San Marco, che si immetteva nella Cerchia dei Navigli attraverso la conca di San Marco.

Posto sulla strada di circonvallazione che costeggiava i Bastioni di Milano, era il punto dove veniva esatto il dazio, su barche e merci trasportate (gabelle), per proseguire lungo il naviglio. Subito dopo, il Naviglio della Martesana sottopassava le mura (tombon de San Marc), tristemente noto come ponte dei suicidi, e uscendone incontrava la leonardesca Conca dell'Incoronata (ora in secca per il mancato arrivo dell'acqua del Naviglio).

Proseguendo per via San Marco, giunto all'altezza dell'odierna via Montebello, il naviglio (non più della Martesana, ma di San Marco) era attraversato dal ponte dei Medici, dal nome del palazzo contiguo, dove si trova ancor oggi il Corriere della Sera, e si apriva nel laghetto di San Marco, dove si scaricavano le merci che non dovevano percorrere la Cerchia dei Navigli con destinazione la Darsena di Porta Ticinese

Nel laghetto di San Marco arrivavano anche, provenienti da Corsico, i barconi con i rotoli di carta per il Corriere della Sera e da qui partivano le barche-corriera (el barchett de Vaver) che raggiungevano Vaprio d'Adda. Uscendo dal laghetto e dopo altre due conche, quella di San Marco e quella del Marcellino, il naviglio si immetteva nella fossa all'inizio di via Fatebenefratelli. Il passaggio in corrispondenza del ponte del Marcellino era il più stretto dell'intera fossa navigabile.

Esisteva un secondo tombone (el tombon de Viarenna) dove dalla Darsena si passava sotto i bastioni (l'odierno viale Gabriele d'Annunzio) per raggiungere il Naviglio del Vallone attraverso la Conca di Viarenna.

Restaurato il Ponte delle Gabelle: recuperato un angolo della Milano dei Navigli
Risanato e restaurato il Ponte delle Gabelle, storico accesso a Milano per chi arrivava in città da nord navigando lungo il Naviglio della Martesana.
ha previsto la bonifica dell'area da arbusti, erbe infestanti, muschi e muffe che erano cresciute negli anni e il successivo trattamento preventivo contro gli attacchi di microrganismi; la pulizia e la sabbiatura di pietre e mattoni e il loro restauro utilizzando materiale coerente per riportare alla luce le vecchie murature; la scarteggiatura e riverniciatura dei parapetti in ferro; il consolidamento statico del sottopasso e delle scalinate e il riordino dell'esistente sistema di illuminazione.
Scendere dai Bastioni di Porta Nuova lungo la larga scala in pietra per arrivare in via San Marco alle Chiuse Leonardesche è ora una passeggiata ancora più suggestiva e piacevole".
Il Ponte delle Gabelle è costituito da una struttura in pietra che forma i due archi d'ingresso, uno dalla parte di via San Marco e uno rivolto a via Melchiorre Gioia e viale Monte Grappa, e un tunnel a botte realizzato in mattoni pieni. Dai Bastioni di Porta Nuova che si trovano più in alto si scende alla sottostante via San Marco con una scalinata in granito, un angolo tutt'ora particolare di Milano che per il resto è una città 'piattà che non presenta questi dislivelli.
Il Ponte era lo storico accesso a Milano per chi, dopo la costruzione delle cinquecentesche mura spagnole, i Bastioni, navigando lungo il Naviglio della Martesana, arrivava in città da nord e qui doveva pagare il dazio, ovvero la gabella, per la barca e le merci trasportate.

Bastioni di Porta Nuova (incrocio con via San Marco)
Così detto perchè quì alla Conca dell'Incoronata avveniva il pagamento del dazio per i barconi che entravano a Milano provenienti dal Naviglio della Martesana e quindi anche dal lago di Como. Poco lontano in una cappelletta si conservava un quadro del 600 raffigurante la Madonna del Rosario detta "Madonna di Sfrosadòr" venerata dai contrabbandieri che tentavano di entrare in città senza pagare il dazio. Oggi la conca senza più acqua e con un ponticello di servizio, sta a testimoniare una meraviglia idraulica costruita in "Ceppo" dell'Adda a cui probabilmente mise mano anche Leonardo. La Conca è lunga 26 mt.
Il Ponte delle Gabelle, in Via San Marco, è tra le testimonianze che ci rimangono oggi per poterci immaginare una Milano sull’acqua. Oltre al ponte, sempre qui, è visibile anche la chiusa che regolava il livello d’acqua e il suo afflusso…. era la prima opera muraria che incontrava il Naviglio della Martesana all'entrata di Milano, dopo la costruzione delle mura spagnole (1546-1560) e prima dell'interramento della parte finale del percorso cittadino del Naviglio, che è avvenuta tra il 1929 e il 1930 contestualmente all'interramento della Cerchia dei Navigli.
Il ponte segnava il punto d’ingresso delle acque del Martesana nel Bacino di San Marco all’interno della cinta dei bastioni difensivi della città. E' un'opera del 1863. Qui si pagavano le gabelle in entrata nel bacino di San Marco (Porto in terra), da qui il nome di Ponte delle Gabelle.
Il contesto idraulico
Nel passato il Naviglio della Martesana proseguiva il suo percorso cittadino, ora interrato, verso sud-ovest superando Porta Nuova (oggi, giunto a Porta Nuova, cambia bruscamente direzione verso sud-est mutando nome in Cavo Redefossi), sottopassando prima le mura spagnole, poi il ponte delle Gabelle e infine incontrando la Conca dell'Incoronata, dopo la quale cambiava nome in Naviglio di San Marco. Poco dopo dava origine al laghetto di San Marco, che si immetteva nella Cerchia dei Navigli attraverso la conca di San Marco.
Posto sulla strada di circonvallazione che costeggiava i Bastioni di Milano, era il punto dove veniva esatto il dazio, su barche e merci trasportate (gabelle), per proseguire lungo il naviglio. Subito dopo, il Naviglio della Martesana sottopassava le mura (tombon de San Marc), tristemente noto come ponte dei suicidi, e uscendone incontrava la leonardesca Conca dell'Incoronata (ora in secca per il mancato arrivo dell'acqua del Naviglio).
Proseguendo per via San Marco, giunto all'altezza dell'odierna via Montebello, il naviglio (non più della Martesana, ma di San Marco) era attraversato dal ponte dei Medici, dal nome del palazzo contiguo, dove si trova ancor oggi il Corriere della Sera, e si apriva nel laghetto di San Marco, dove si scaricavano le merci che non dovevano percorrere la Cerchia dei Navigli con destinazione la Darsena di Porta Ticinese
Nel laghetto di San Marco arrivavano anche, provenienti da Corsico, i barconi con i rotoli di carta per il Corriere della Sera e da qui partivano le barche-corriera (el barchett de Vaver) che raggiungevano Vaprio d'Adda. Uscendo dal laghetto e dopo altre due conche, quella di San Marco e quella del Marcellino, il naviglio si immetteva nella fossa all'inizio di via Fatebenefratelli. Il passaggio in corrispondenza del ponte del Marcellino era il più stretto dell'intera fossa navigabile.
Esisteva un secondo tombone (el tombon de Viarenna) dove dalla Darsena si passava sotto i bastioni (l'odierno viale Gabriele d'Annunzio) per raggiungere il Naviglio del Vallone attraverso la Conca di Viarenna.
Bastioni di Porta Nuova (incrocio con via San Marco)
Così detto perchè quì alla Conca dell'Incoronata avveniva il pagamento del dazio per i barconi che entravano a Milano provenienti dal Naviglio della Martesana e quindi anche dal lago di Como. Poco lontano in una cappelletta si conservava un quadro del 600 raffigurante la Madonna del Rosario detta "Madonna di Sfrosadòr" venerata dai contrabbandieri che tentavano di entrare in città senza pagare il dazio. Oggi la conca senza più acqua e con un ponticello di servizio, sta a testimoniare una meraviglia idraulica costruita in "Ceppo" dell'Adda a cui probabilmente mise mano anche Leonardo. La Conca è lunga 26 mt.
Il Ponte delle Gabelle, in Via San Marco, è tra le testimonianze che ci rimangono oggi per poterci immaginare una Milano sull’acqua. Oltre al ponte, sempre qui, è visibile anche la chiusa che regolava il livello d’acqua e il suo afflusso…. era la prima opera muraria che incontrava il Naviglio della Martesana all'entrata di Milano, dopo la costruzione delle mura spagnole (1546-1560) e prima dell'interramento della parte finale del percorso cittadino del Naviglio, che è avvenuta tra il 1929 e il 1930 contestualmente all'interramento della Cerchia dei Navigli.
Il ponte segnava il punto d’ingresso delle acque del Martesana nel Bacino di San Marco all’interno della cinta dei bastioni difensivi della città. E' un'opera del 1863. Qui si pagavano le gabelle in entrata nel bacino di San Marco (Porto in terra), da qui il nome di Ponte delle Gabelle.
Il contesto idraulico
Nel passato il Naviglio della Martesana proseguiva il suo percorso cittadino, ora interrato, verso sud-ovest superando Porta Nuova (oggi, giunto a Porta Nuova, cambia bruscamente direzione verso sud-est mutando nome in Cavo Redefossi), sottopassando prima le mura spagnole, poi il ponte delle Gabelle e infine incontrando la Conca dell'Incoronata, dopo la quale cambiava nome in Naviglio di San Marco. Poco dopo dava origine al laghetto di San Marco, che si immetteva nella Cerchia dei Navigli attraverso la conca di San Marco.
Posto sulla strada di circonvallazione che costeggiava i Bastioni di Milano, era il punto dove veniva esatto il dazio, su barche e merci trasportate (gabelle), per proseguire lungo il naviglio. Subito dopo, il Naviglio della Martesana sottopassava le mura (tombon de San Marc), tristemente noto come ponte dei suicidi, e uscendone incontrava la leonardesca Conca dell'Incoronata (ora in secca per il mancato arrivo dell'acqua del Naviglio).
Proseguendo per via San Marco, giunto all'altezza dell'odierna via Montebello, il naviglio (non più della Martesana, ma di San Marco) era attraversato dal ponte dei Medici, dal nome del palazzo contiguo, dove si trova ancor oggi il Corriere della Sera, e si apriva nel laghetto di San Marco, dove si scaricavano le merci che non dovevano percorrere la Cerchia dei Navigli con destinazione la Darsena di Porta Ticinese
Nel laghetto di San Marco arrivavano anche, provenienti da Corsico, i barconi con i rotoli di carta per il Corriere della Sera e da qui partivano le barche-corriera (el barchett de Vaver) che raggiungevano Vaprio d'Adda. Uscendo dal laghetto e dopo altre due conche, quella di San Marco e quella del Marcellino, il naviglio si immetteva nella fossa all'inizio di via Fatebenefratelli. Il passaggio in corrispondenza del ponte del Marcellino era il più stretto dell'intera fossa navigabile.
Esisteva un secondo tombone (el tombon de Viarenna) dove dalla Darsena si passava sotto i bastioni (l'odierno viale Gabriele d'Annunzio) per raggiungere il Naviglio del Vallone attraverso la Conca di Viarenna.
vedi post:
IL NAVIGLIO PICCOLO - Martesana
Restaurato il Ponte delle Gabelle


PONTE DELL'INCORONATA

 Costruito alla fine del quattrocento è il ponte che ancora oggi attraversa la conca dell'incoronata (purtroppo oggi asciutta) e fungeva sopra tutto da ponte di servizio agli operatori delle porte ed ai gabellieri che lo utilizzavano sopra tutto nelle manovre di arrivo ed uscita delle barche dalla Martesana ad esempio per accedere alla "garitta di servizio ) E' costituito in bellissima pietra di Ceppo dell'Adda come pure tutta la struttura della Conca cui presumibilmente mise mano anche Leonardo da Vinci nel suo soggiorno milanese. I suoi interventi servirono sopra tutto ad ottimizzare i sistemi di apertura e chiusura e limitare al minimo riflussi e rischi nell'attività di "concata".

PONTE DI CASTEL FIDARDO

 

Non presente nella planimetria del 1772 compare in quella del 1883 e consentiva il tracciamento della nuova via cittadina.

Era praticamente costituito da due campate una sul Naviglio Interno, l'altra sullo scaricatore della conca del Tombone di San Marco.

PONTE DI SANTA TERESA

 

Lo stradone di S.Teresa oggi via Moscova attraversava il Naviglio e la via San Marco in questo punto. Il ponte era stato poi ristrutturato ed innaugurato il 26 marzo 1813 su ordine di Beauharnais.

sabato 16 ottobre 2021

PONTE DI PORTA BEATRICE

 Dopo il Ponte Marcellino la Fossa navigabile piegava verso nord all'altezza di San Marco. Un ramo procedeva tuttavia verso la via Pontaccio denominato Naviglio Morto in quanto poche decine di metri dopo la parte scoperta terminava. Appena prima vi era una Pusterla denominata Beatrice posta alla fine di via Brera proprio dove ora è il Bar Jamaica. Nel tempo aveva cambiato molti nomi ma all'arrivo di Ludovico il Moro prese questo nome in onore di sua moglie Beatrice d'Este e fu notevolmente ristrutturata dopo anni di degrado. Mantenne questo nome fino alla sua demolizione nel 1860.

PONTE DI VIA BORGO NUOVO

 


Per raggiungere S. Marco dal centro era necessario percorrere la via Borgo Nuovo (oggi Borgonuovo) ed attraversare l'omonimo ponte di S. Marco dopo la Basilica prima che il Naviglio interno piegasse di 90 gradi al Ponte di S. Marco dopo la Basilica per raggiungere Conca dell'Incoronata. Qui si passava dalla pusterla di Borgo Nuovo detta in origine Porta Beatrice in onore di Beatrice d'Este. Vi era una conca di 27 mt. di lunghezza. .Detto anche Marcellino

PONTE DI PORTA NUOVA

 era collocato nell'attuale Piazza Cavour e consentiva a chi arrivasse dalla Strada che porta alla Cavalchina (oggi via Turati) e la strada Risara (via Manin) di entrare in città attraversando la pusterla Nuova (da non confondersi con l'attuale Porta Nuova) ed imboccare l'allora Corso di Porta Nuova (oggi via Manzoni)


PONTE DI SANT'ANDREA

 

attraversava il Naviglio interno facendo proseguire la via omonima verso l'attuale via S. Primo che costeggia il Palazzo del Senato oggi Archivio di Stato ed un tempo Collegio Elvetico costruito nel 1579 dall'arcivescovo Carlo Borromeo quale seminario per il Clero svizzero. Al di là del palazzo scorre l'alberata via Marina una delle più eleganti vie di passeggio della Milano sette-occentesca progettata dal Piermarini intorno al 1784 che porta tutt'oggi alla Villa Reale ed ai giardini. In un articolo del corriere della sera del 10/03/1930 si legge ... chi sa più dove era il ponte Morto? S'apriva di fronte a via Gesù (quando non esisteva ancora il ponte sant'Andrea, e anche quello se ne andò senza lasciar traccia, ed è un miracolo se in qualche antica pianta si trova segnato.

PONTE DI PORTA ORIENTALE

 

Entrando nella città da Corso di Porta Orientale o di Porta Renza, oggi Corso Venezia, si superava il ponte e la porta omonimi. Il vasto viale portava come oggi a S. Babila. Qui lungo l'attuale Via Senato era ubicata la Conca S. Pietro Celestino, (dal nome dell'allora Via Senato) o di via Senato o di Porta Orientale lunga 29 mt. Aveva la particolarità di avere al centro una isoletta alberata.

PONTE DI PORTA TOSA o VITTORIA

 
Provenendo da Est della città e passando davanti a S. Pietro in Gessate oltrepassando il ponte, si entrava nella Pusterla della Tosa e quindi in Corso di Porta Tosa. E' proprio qui che scoppiò la scintilla delle cinque giornate e così da allora oggi ha preso il nome di Corso di Porta Vittoria.

PONTE DI VIA LAGHETTO

 

Questa passerella pedonale è probabilmente uno degli ultimi ponti costruiti poco prima della soppressione della Fossa interna. Presumibilmente è stato costruito subito dopo l'interramento del laghetto di Santo Stefano nel 1859 voluto da Francesco Giuseppe a seguito di una sua visita a Milano, per i miasmi che qui si percepivano.

PONTE SAN CELSO

 Provenendo dal corso di Porta Ludovica attraverso il ponte di San Celso si oltrepassava la Pusterla di Sant'Eufemia o Ludovica e si entrava in contrada Rugabella oggi conosciuto come Corso Italia passando davanti alla Basilica di San Paolo Converso.

PONTE DELLE PIOPPETTE

All’altezza dell’incrocio tra via Santa Croce e via Molino delle Armi esisteva anche un bel ponte di ferro battuto che scavalcava la cerchia interna di Milano. Si chiamava ponte delle Pioppette o conosciuto anche come Ponte della Chiusa, e collegava quella che ora è via Wittgens con Santa Croce.

Il ponte in origine a doppia fornice e sucessivamente ricostruito, così chiamato da certi pioppi che vi sorgevano intorno. 

Consentiva l'accesso dalla Contrada di Santa Croce, oggi via, attraverso la Pusterla della Chiusa al retro di San Lorenzo, piazza della Vetra ed anche la contrada del Crocefisso ancora oggi via Crocefisso.

In questo punto prendeva origine il Canale della Vettabbia di probabile origine romana ed un tempo navigabile, che, prendendo le acque della Fossa interna ne fungeva da regolatore ed andava ad irrigare le campagne del sud Milano. Qui successivamente fu posta una ruota ad acqua.

Accanto al Ponte nella CXhiusa durante i forti temporali estivi si formava una grande pozza d'acqua che era chiamata "Cantarana" dal concerto che le rane ne facevano e dove appunto i ragazzini si dilettavano a sguazzare.

A ricordarci la sua esistenza sono rimaste le antiche mappe di Milano e una foto dei lavori in cui fu smantellato. Guardandola bene si riconosce l’insegna della Salumeria Sangiovanni, la stessa che spunta tra la cancellata dei mulini.

Il ponte delle Pioppette univa via della Chiusa, ora via Wittgens, con via Santa Croce. Fu smantellato durante i lavori di copertura della cerchia interna all’inizio del XX secolo.

PARCO DEL CITYLIFE

CityLife vanta uno tra i parchi più ampi di Milano, ma soprattutto è ricco di opere d’arte che lo rendono un vero museo a cielo aperto tutto...