Lo sapevi che a Milano c’era un Naviglio detto “MORTO”?
non si riferisce né a qualche fatto di cronaca nera, né a qualche olezzo maleodorante proveniente dalle sue acque…
Per capire il perché di questo nome, bisogna ritornare al XV secolo, quando venne completata la Cerchia Interna dei Navigli di Milano, grazie ai lavori di canalizzazione e ampliamento del fossato difensivo creato nel XII secolo. La Cerchia interna dei Navigli, chiamata anche Naviglio Interno, era un canale circolare di circa 6,5 chilometri che, fino agli anni ’20 del Novecento, cingeva il centro di Milano.
Il canale era largo circa 9 metri ed era dotato di conche di navigazione ed aree portuali, di cui la più famosa era il Laghetto di Santo Stefano alle spalle del Duomo. Il percorso della Cerchia dei Navigli riprendeva l’antico fossato difensivo della Milano medievale e corrispondeva alle attuali vie: Fatebenefratelli, Senato, San Damiano, Visconti di Modrone, Francesco Sforza, Santa Sofia, Molino delle Armi, De Amicis, Carducci, Piazza Castello e via Pontaccio.
’unica parte della Cerchia dei Navigli che rimase un semplice fossato non navigabile fu quella verso il Castello Sforzesco, che si suddivideva nel ramo nord e sud: la sua funzione restò infatti quella di portare acqua al fossato del castello.
Quei due rami della Cerchia dei Navigli che si dirigevano verso il Castello Sforzesco erano chiamati Naviglio di San Gerolamo (quello che scendeva dal vertice meridionale della fortificazione lungo via Carducci fino all’imbocco con via De Amicis) e Naviglio Morto (quello che scendeva dal suo vertice settentrionale compreso tra le vie Pontaccio e San Marco, oggi vicolo Piero Manzoni).
Questi furono però interrati tra il 1894 e il 1895 per problemi igienici causati dall’acqua stagnante (entrambi, come già accennato, non avevano sbocchi, dato che il fossato del castello, loro originaria destinazione, venne interrato nel XVII secolo).
Questo canale, dopo l’interramento del fossato del Castello avvenuto nel XVII secolo in quanto ormai il suo allagamento aveva perso di importanza militare, prese il nome di Naviglio Morto, poiché giunto alla fortificazione non aveva sbocchi (analogamente anche il Naviglio di San Gerolamo era “chiuso” dal successivo interramento del fossato del Castello).
Il naviglio di San Gerolamo venne interrato invece nel 1895 (di cui era già stata approvata la soppressione il 13 giugno 1883) a causa delle precarie condizioni igieniche e strutturali, oltre che per la sua sostanziale inutilità non potendo essere navigato.
Al suo interno venne realizzato un condotto in calcestruzzo, necessario a mantenere il collettamento delle acque provenienti dalla roggia del Castello alla Fossa Interna ancora integra (coperta soltanto nel 1929) e l’anno successivo venne interrato anche il Naviglio Morto.
tratto di Naviglio che dopo essere passato sotto il ponte del Pontaccio, prende a destra, in direzione via Brera. pare essere l’unica fotografia, lo vediamo incunearsi tra le case, in quello che oggi è conosciamo come vicolo Manzoni. Al termine del quale, scorreva sotto il ponte di via Brera
questa foto scattata anni dopo rispetto la precedente immagine (n.3) appare il medesimo scorcio, ma dopo la copertura del Naviglio di via Fatebenefratelli.
Al lato destro della casa al centro dell’immagine, si nota l’attuale, vicolo Manzoni,di seguito ritroviamo fotografato nel 1955 (anno di nascita del elbor- classe di ferro) in una bella e tipica foto di quegli anni d’oro del Bar Jamaica
sullo sfondo, il muro ed il cancello oltre i quali c’era era tra le case, il ramo cieco… el Navili Mort.
È noto che il corso del naviglio che proveniva da Nord, raggiunto il laghetto di San Marco, proseguiva sottopassando il ponte del Pontaccio, dopo di ché divideva il suo flusso in due parti, una “svoltando” a sinistra, in direzione via Fatebenefratelli, si dirigeva alla volta di piazza Cavour, l'altra, meno conosciuta, andava verso destra, passando sotto il ponte di via Brera, terminava nel tratto cieco; el Navili Mort.
In questa bella foto, ripreso dal ponte di Brera.
il “ponte” in primo piano, che darà il nome alla via Pontaccio sulla sinistra della foto
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