domenica 17 ottobre 2021

PONTE DELLE GABELLE

 Il ponte delle Gabelle era la prima opera muraria che incontrava il Naviglio della Martesana all'entrata di Milano, dopo la costruzione delle mura spagnole (1546-1560) e prima dell'interramento della parte finale del percorso cittadino del Naviglio, che è avvenuta tra il 1929 e il 1930 contestualmente all'interramento della Cerchia dei Navigli.

Nel passato il Naviglio della Martesana proseguiva il suo percorso cittadino, ora interrato, verso sud-ovest superando Porta Nuova (oggi, giunto a Porta Nuova, cambia bruscamente direzione verso sud-est mutando nome in Cavo Redefossi), sottopassando prima le mura spagnole, poi il ponte delle Gabelle e infine incontrando la Conca dell'Incoronata, dopo la quale cambiava nome in Naviglio di San Marco. Poco dopo dava origine al laghetto di San Marco, che si immetteva nella Cerchia dei Navigli attraverso la conca di San Marco.

Posto sulla strada di circonvallazione che costeggiava i Bastioni di Milano, era il punto dove veniva esatto il dazio, su barche e merci trasportate (gabelle), per proseguire lungo il naviglio. Subito dopo, il Naviglio della Martesana sottopassava le mura (tombon de San Marc), tristemente noto come ponte dei suicidi, e uscendone incontrava la leonardesca Conca dell'Incoronata (ora in secca per il mancato arrivo dell'acqua del Naviglio).

Proseguendo per via San Marco, giunto all'altezza dell'odierna via Montebello, il naviglio (non più della Martesana, ma di San Marco) era attraversato dal ponte dei Medici, dal nome del palazzo contiguo, dove si trova ancor oggi il Corriere della Sera, e si apriva nel laghetto di San Marco, dove si scaricavano le merci che non dovevano percorrere la Cerchia dei Navigli con destinazione la Darsena di Porta Ticinese

Nel laghetto di San Marco arrivavano anche, provenienti da Corsico, i barconi con i rotoli di carta per il Corriere della Sera e da qui partivano le barche-corriera (el barchett de Vaver) che raggiungevano Vaprio d'Adda. Uscendo dal laghetto e dopo altre due conche, quella di San Marco e quella del Marcellino, il naviglio si immetteva nella fossa all'inizio di via Fatebenefratelli. Il passaggio in corrispondenza del ponte del Marcellino era il più stretto dell'intera fossa navigabile.

Esisteva un secondo tombone (el tombon de Viarenna) dove dalla Darsena si passava sotto i bastioni (l'odierno viale Gabriele d'Annunzio) per raggiungere il Naviglio del Vallone attraverso la Conca di Viarenna.

Restaurato il Ponte delle Gabelle: recuperato un angolo della Milano dei Navigli
Risanato e restaurato il Ponte delle Gabelle, storico accesso a Milano per chi arrivava in città da nord navigando lungo il Naviglio della Martesana.
ha previsto la bonifica dell'area da arbusti, erbe infestanti, muschi e muffe che erano cresciute negli anni e il successivo trattamento preventivo contro gli attacchi di microrganismi; la pulizia e la sabbiatura di pietre e mattoni e il loro restauro utilizzando materiale coerente per riportare alla luce le vecchie murature; la scarteggiatura e riverniciatura dei parapetti in ferro; il consolidamento statico del sottopasso e delle scalinate e il riordino dell'esistente sistema di illuminazione.
Scendere dai Bastioni di Porta Nuova lungo la larga scala in pietra per arrivare in via San Marco alle Chiuse Leonardesche è ora una passeggiata ancora più suggestiva e piacevole".
Il Ponte delle Gabelle è costituito da una struttura in pietra che forma i due archi d'ingresso, uno dalla parte di via San Marco e uno rivolto a via Melchiorre Gioia e viale Monte Grappa, e un tunnel a botte realizzato in mattoni pieni. Dai Bastioni di Porta Nuova che si trovano più in alto si scende alla sottostante via San Marco con una scalinata in granito, un angolo tutt'ora particolare di Milano che per il resto è una città 'piattà che non presenta questi dislivelli.
Il Ponte era lo storico accesso a Milano per chi, dopo la costruzione delle cinquecentesche mura spagnole, i Bastioni, navigando lungo il Naviglio della Martesana, arrivava in città da nord e qui doveva pagare il dazio, ovvero la gabella, per la barca e le merci trasportate.

Bastioni di Porta Nuova (incrocio con via San Marco)
Così detto perchè quì alla Conca dell'Incoronata avveniva il pagamento del dazio per i barconi che entravano a Milano provenienti dal Naviglio della Martesana e quindi anche dal lago di Como. Poco lontano in una cappelletta si conservava un quadro del 600 raffigurante la Madonna del Rosario detta "Madonna di Sfrosadòr" venerata dai contrabbandieri che tentavano di entrare in città senza pagare il dazio. Oggi la conca senza più acqua e con un ponticello di servizio, sta a testimoniare una meraviglia idraulica costruita in "Ceppo" dell'Adda a cui probabilmente mise mano anche Leonardo. La Conca è lunga 26 mt.
Il Ponte delle Gabelle, in Via San Marco, è tra le testimonianze che ci rimangono oggi per poterci immaginare una Milano sull’acqua. Oltre al ponte, sempre qui, è visibile anche la chiusa che regolava il livello d’acqua e il suo afflusso…. era la prima opera muraria che incontrava il Naviglio della Martesana all'entrata di Milano, dopo la costruzione delle mura spagnole (1546-1560) e prima dell'interramento della parte finale del percorso cittadino del Naviglio, che è avvenuta tra il 1929 e il 1930 contestualmente all'interramento della Cerchia dei Navigli.
Il ponte segnava il punto d’ingresso delle acque del Martesana nel Bacino di San Marco all’interno della cinta dei bastioni difensivi della città. E' un'opera del 1863. Qui si pagavano le gabelle in entrata nel bacino di San Marco (Porto in terra), da qui il nome di Ponte delle Gabelle.
Il contesto idraulico
Nel passato il Naviglio della Martesana proseguiva il suo percorso cittadino, ora interrato, verso sud-ovest superando Porta Nuova (oggi, giunto a Porta Nuova, cambia bruscamente direzione verso sud-est mutando nome in Cavo Redefossi), sottopassando prima le mura spagnole, poi il ponte delle Gabelle e infine incontrando la Conca dell'Incoronata, dopo la quale cambiava nome in Naviglio di San Marco. Poco dopo dava origine al laghetto di San Marco, che si immetteva nella Cerchia dei Navigli attraverso la conca di San Marco.
Posto sulla strada di circonvallazione che costeggiava i Bastioni di Milano, era il punto dove veniva esatto il dazio, su barche e merci trasportate (gabelle), per proseguire lungo il naviglio. Subito dopo, il Naviglio della Martesana sottopassava le mura (tombon de San Marc), tristemente noto come ponte dei suicidi, e uscendone incontrava la leonardesca Conca dell'Incoronata (ora in secca per il mancato arrivo dell'acqua del Naviglio).
Proseguendo per via San Marco, giunto all'altezza dell'odierna via Montebello, il naviglio (non più della Martesana, ma di San Marco) era attraversato dal ponte dei Medici, dal nome del palazzo contiguo, dove si trova ancor oggi il Corriere della Sera, e si apriva nel laghetto di San Marco, dove si scaricavano le merci che non dovevano percorrere la Cerchia dei Navigli con destinazione la Darsena di Porta Ticinese
Nel laghetto di San Marco arrivavano anche, provenienti da Corsico, i barconi con i rotoli di carta per il Corriere della Sera e da qui partivano le barche-corriera (el barchett de Vaver) che raggiungevano Vaprio d'Adda. Uscendo dal laghetto e dopo altre due conche, quella di San Marco e quella del Marcellino, il naviglio si immetteva nella fossa all'inizio di via Fatebenefratelli. Il passaggio in corrispondenza del ponte del Marcellino era il più stretto dell'intera fossa navigabile.
Esisteva un secondo tombone (el tombon de Viarenna) dove dalla Darsena si passava sotto i bastioni (l'odierno viale Gabriele d'Annunzio) per raggiungere il Naviglio del Vallone attraverso la Conca di Viarenna.
Bastioni di Porta Nuova (incrocio con via San Marco)
Così detto perchè quì alla Conca dell'Incoronata avveniva il pagamento del dazio per i barconi che entravano a Milano provenienti dal Naviglio della Martesana e quindi anche dal lago di Como. Poco lontano in una cappelletta si conservava un quadro del 600 raffigurante la Madonna del Rosario detta "Madonna di Sfrosadòr" venerata dai contrabbandieri che tentavano di entrare in città senza pagare il dazio. Oggi la conca senza più acqua e con un ponticello di servizio, sta a testimoniare una meraviglia idraulica costruita in "Ceppo" dell'Adda a cui probabilmente mise mano anche Leonardo. La Conca è lunga 26 mt.
Il Ponte delle Gabelle, in Via San Marco, è tra le testimonianze che ci rimangono oggi per poterci immaginare una Milano sull’acqua. Oltre al ponte, sempre qui, è visibile anche la chiusa che regolava il livello d’acqua e il suo afflusso…. era la prima opera muraria che incontrava il Naviglio della Martesana all'entrata di Milano, dopo la costruzione delle mura spagnole (1546-1560) e prima dell'interramento della parte finale del percorso cittadino del Naviglio, che è avvenuta tra il 1929 e il 1930 contestualmente all'interramento della Cerchia dei Navigli.
Il ponte segnava il punto d’ingresso delle acque del Martesana nel Bacino di San Marco all’interno della cinta dei bastioni difensivi della città. E' un'opera del 1863. Qui si pagavano le gabelle in entrata nel bacino di San Marco (Porto in terra), da qui il nome di Ponte delle Gabelle.
Il contesto idraulico
Nel passato il Naviglio della Martesana proseguiva il suo percorso cittadino, ora interrato, verso sud-ovest superando Porta Nuova (oggi, giunto a Porta Nuova, cambia bruscamente direzione verso sud-est mutando nome in Cavo Redefossi), sottopassando prima le mura spagnole, poi il ponte delle Gabelle e infine incontrando la Conca dell'Incoronata, dopo la quale cambiava nome in Naviglio di San Marco. Poco dopo dava origine al laghetto di San Marco, che si immetteva nella Cerchia dei Navigli attraverso la conca di San Marco.
Posto sulla strada di circonvallazione che costeggiava i Bastioni di Milano, era il punto dove veniva esatto il dazio, su barche e merci trasportate (gabelle), per proseguire lungo il naviglio. Subito dopo, il Naviglio della Martesana sottopassava le mura (tombon de San Marc), tristemente noto come ponte dei suicidi, e uscendone incontrava la leonardesca Conca dell'Incoronata (ora in secca per il mancato arrivo dell'acqua del Naviglio).
Proseguendo per via San Marco, giunto all'altezza dell'odierna via Montebello, il naviglio (non più della Martesana, ma di San Marco) era attraversato dal ponte dei Medici, dal nome del palazzo contiguo, dove si trova ancor oggi il Corriere della Sera, e si apriva nel laghetto di San Marco, dove si scaricavano le merci che non dovevano percorrere la Cerchia dei Navigli con destinazione la Darsena di Porta Ticinese
Nel laghetto di San Marco arrivavano anche, provenienti da Corsico, i barconi con i rotoli di carta per il Corriere della Sera e da qui partivano le barche-corriera (el barchett de Vaver) che raggiungevano Vaprio d'Adda. Uscendo dal laghetto e dopo altre due conche, quella di San Marco e quella del Marcellino, il naviglio si immetteva nella fossa all'inizio di via Fatebenefratelli. Il passaggio in corrispondenza del ponte del Marcellino era il più stretto dell'intera fossa navigabile.
Esisteva un secondo tombone (el tombon de Viarenna) dove dalla Darsena si passava sotto i bastioni (l'odierno viale Gabriele d'Annunzio) per raggiungere il Naviglio del Vallone attraverso la Conca di Viarenna.
vedi post:
IL NAVIGLIO PICCOLO - Martesana
Restaurato il Ponte delle Gabelle


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