venerdì 25 febbraio 2022

PALAZZO BAROZZI

La storia dell'Istituto dei Ciechi è storia di Milano e dei milanesi che lo hanno voluto e sostenuto a partire dal 1840. L'ideazione dell'Istituto risale al lontano 1836 e ha un nome: Michele Barozzi. Il Barozzi iniziò il suo incarico presso la "Pia Casa di Industria" sita in Via S. Vincenzo, organizzando un reparto per i non vedenti. Il nascente Istituto trovò nei Conti Mondolfo i suoi principali benefattori, essi acquistarono spazi presso Porta Nuova, ove l'Istituto si trasferì. Niente era più comunicativo, infatti, della bontà nel mondo milanese dell'800. Era dunque naturale che il suo esempio facesse non pochi proseliti.
Nel 1864, l'Istituto di Milano aveva adottato, primo in Italia, l'alfabeto "Braille", destinato ad assumere una così grande importanza nella istruzione dei ciechi. Il 12 ottobre del 1892 l'Istituto lasciava la sede di Porta Nuova per quella definitiva di via Vivaio. "Così, senza un piano prestabilito", è scritto in un opuscolo uscito proprio alla vigilia della prima guerra mondiale, "ma per nativa espansione di un'idea che parve santa, l'idea dei ciechi aveva fatto il suo buon cammino. Anche in questo, Milano si era messa alla testa delle altre città d'Italia. E sorgerà l'Asilo per i bambini ciechi in quanto era indispensabile avere una scuola materna, preparatoria.
La sede dell'Istituto dei Ciechi fu progettata dall'Arch. Giuseppe Pirovano e edificata in seguito ad un importante lascito. La costruzione, inaugurata il 3 novembre 1892, è sorta con lo scopo di ospitare i fanciulli non vedenti e curare la loro istruzione. Nel 1925 l'Istituto realizzerà il pensionato Casa Famiglia. Nel 1926 l'Istituto dei Ciechi è dichiarato Istituto Scolastico ed è posto alle dipendenze del Ministero della Pubblica Istruzione. Nel 1933 le Scuole elementari vengono parificate. Nel 1939 vede l'istituzione della Scuola di Avviamento Professionale per ciechi: essa assorbe il laboratorio di vimini, la falegnameria e il maglificio.
La minaccia dei bombardamenti, durante la seconda guerra mondiale, consiglia lo sfollamento che si effettua con l'inizio del 1943. Nel 1946 l'Istituto riapre le porte alla propria comunità, l'anno successivo la sede riprende la sua vita normale. Negli ultimi decenni molti cambiamenti sono intervenuti a ridare nuovo impulso all'operato dell'Istituto orientando le scelte verso nuovi servizi più aderenti ai moderni concetti di assistenza e di educazione. È questa, in sintesi, la storia di una Istituzione che ormai è entrata nel cuore dei milanesi e che si impone all'ammirazione di tutto il Paese. È la storia di una istituzione che dal 1840 continua ad operare per il bene dei ciechi.
L'edificio comprende un corpo centrale, che comprende il salone dei concerti, e due corpi laterali simmetrici, che si affacciano su due cortili porticati divisi a metà da un’elegante loggia.

La facciata del palazzo, sobria e lineare, è posta dietro un da un piazzale con aiuole e alberi ed è scandita in tre ordini (piano terreno, primo piano e secondo piano) e presenta la parte centrale lievemente avanzata e coronata da un frontone a timpano.

L'ingresso è caratterizzato da un colonnato in stile dorico, separato dal resto degli interni da una cancellata in ferro battuto di pregevole fattura. Sulla sinistra è presente una lastra in marmo che ricorda al visitatore l’inaugurazione della nuova sede di via Vivaio, avvenuta il 3 novembre 1892 alla presenza di Umberto I e la regina Margherita.

Il salone dei concerti, chiamata anche sala Barozzi, è riccamente decorato in stile eclettico (notare le somiglianze con le decorazioni all'interno della Basilica di San Calimero, risalenti allo stesso periodo). Esso comprende un'ampia balconata e un grande organo. Dietro al salone è presente un'ulteriore sala, inizialmente avente funzione di cappella.

Intorno allo scalone d’onore trovano posto quadri con i ritratti di benefattori dell’Istituto. Al piano superiore, dove si è accolti da un elegante atrio, sulla parete del quale è appesa la grande tela opera di Francesco de Magistris che ritrae il fondatore dell’Istituto Michele Barozzi, è presente la sala Stoppani, la sala di gala più piccola, mentre alle pareti si trovano altri quadri di benefattori dell'istituto.

Il secondo piano, infine, ospita le collezioni del Museo Braille, con documenti, strumenti e oggetti diversi, relativi alla storia dei metodi di scrittura utilizzati nel corso del tempo dai non vedenti.

Gli esterni sono caratterizzati dai bei colonnati che circondano i cortili interni.

L’Istituto dei Ciechi di Milano possiede un ricco patrimonio costituito da centinaia di opere d’arte, dipinti e sculture, entrati a far parte della raccolta dell'Istituto tramite donazioni e lasciti di benefattori.

L'Istituto dei Ciechi di Milano si occupa di promuovere "l'indipendenza, l'autonomia, la scelta di opportunità formative e culturali dei disabili visivi attraverso la ricerca, lo studio, la formazione e l'offerta di servizi necessari per l'educazione, lo sviluppo personale, professionale e la gestione della vita quotidiana."
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