lunedì 13 dicembre 2021

PLANETARIO

La costruzione del planetario fu resa possibile grazie a diversi attori: le autorità della città di Milano che misero a disposizione il terreno su cui sorge nei giardini pubblici di Porta Venezia; il professor Emilio Bianchi, allora direttore dell'Osservatorio astronomico di Brera e responsabile scientifico del progetto; l'architetto Ernst, responsabile degli aspetti tecnici della costruzione, e l'architetto Portaluppi, autore dell'architettura del fabbricato.

L'edificio venne inaugurato il 20 maggio 1930 con una cerimonia ristretta a cui parteciparono il capo del Governo Benito Mussolini, il commendator Ulrico Hoepli, il podestà di Milano duca Marcello Visconti di Modrone e un ristretto e scelto pubblico di inviati, senatori e deputati. Durante la cerimonia l'Hoepli donò ufficialmente il planetario alla città di Milano. Seguì, in serata, uno spettacolo astronomico preceduto da un discorso inaugurale del professor Bianchi.

Nel 1943, a causa del precipitare degli eventi bellici, lo strumento scientifico interno viene smontato, rimosso e ricoverato fuori città e l'attività del planetario viene interrotta. Danneggiato durante i bombardamenti alleati della seconda guerra mondiale dell'agosto 1943, il planetario, con la cupola ancora danneggiata, viene riaperto. Nel 1954 viene operata una ristrutturazione dell'edificio con la sostituzione della parte interna della cupola prima in tela e ora in pannelli di alluminio forato.

Il 30 ottobre 2016, durante alcuni lavori di impermeabilizzazione del tetto, alcune travi di legno della copertura si sono incendiate senza però mettere a rischio l'edificio.

L'edificio del planetario, disegnato dal Portaluppi in forme classicheggianti, è di forma ottagonale in muratura continua con solaio e cupola emisferica in calcestruzzo, preceduto da un pronao ionico tetrastilo a colonne scanalate e senza plinto a cui si accede da un'ampia scalinata che conduce al corpo dell'ingresso. Al carattere severo dell'edificio, enfatizzato dal rivestimento in marmi e pietre naturali (ceppo di Albio, ceppo di Poltragno, marmo di Crevola d'Ossola), fa riscontro la consueta firma iconica del Portaluppi, identificabile nelle lievi scie argentee di costellazioni che decorano gli interni.

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