martedì 21 settembre 2021

ZECCA DI MEDIOLANUM

 La zecca di Mediolanum (in latino Moneta) era l'officina governativa dove si coniavano le monete in epoca imperiale romana a Mediolanum, la moderna Milano, a partire dall'imperatore Gallieno nel 260. Si trovava a fianco del foro romano di Milano, all'incirca dove ora è presente la moderna via Moneta (quest'ultimo toponimo è indicativo della presenza della zecca). Attiva fino all'epoca ducale, fu sostituita nel 1474 dalla Zecca di Milano.

Il primo a nominarla in modo ufficiale è Ausonio attorno al 380-390, quando riferendosi a Mediolanum dice:

«Mediolani mira omnia, copia rerum, innumerae cultaeque domus, facunda virorum ingenia et mores laeti, tum duplice muro amplificata loci species populique voluptas, circus, et inclusi moles cuneata theatri, templa Palatinaeque arces opulensque moneta et regio Herculei celebris sub honore lavacri; cunctaque marmoreis ornata peristyla signis moeniaque in valli formam circumdata limbo. Omnia quae magnis operum velut aemula formis excellunt nec iuncta premit vicinia Romae.»

«A Mediolanum ogni cosa è degna di ammirazione, vi sono grandi ricchezze e numerose sono le case nobili. La popolazione è di grande capacità, eloquenza ed affabile. La città si è ingrandita ed è circondata da una duplice cerchia di mura. Vi sono il circo, dove il popolo gode degli spettacoli, il teatro con le gradinate a cuneo, i templi, la rocca del palazzo imperiale, la zecca, il quartiere che prende il nome dalle terme Erculee. I cortili colonnati sono adornati di statue di marmo, le mura sono circondate da una cinta di argini fortificati. Le sue costruzioni sono una più imponente dell'altra, come se fossero tra loro rivali, e non ne diminuisce la loro grandezza neppure la vicinanza a Roma

Le indagini archeologiche non hanno ancora in modo definitivo individuato con sicurezza l'antico edificio presso il quale fu iniziata la coniazione delle monete di Mediolanum.

Certo è che in via Moneta (quest'ultimo toponimo è indicativo della presenza della zecca) agli inizi del XX secolo, durante la costruzione del palazzo della Banca d'Italia, furono riconosciuti i muri in ciottoli di un edificio rettangolare (44 x 16,85 metri, tra via Moneta e via Armorari), orientato da NO a SE, secondo l'orientamento del vicino foro romano di Milano, che potrebbe identificarsi con la prima zecca di Mediolanum.

L'edificio sarebbe da identificarsi con uno imponente a pianta rettangolare riportato alla luce nel 1908, in occasione dei lavori per la costruzione della sede milanese della Banca d'Italia.

Nel dicembre del 49 a.C. Cesare concesse la cittadinanza romana agli abitanti della provincia della Gallia Cisalpina. In questa circostanza Mediolanum potrebbe aver battuto moneta per commemorare l'evento tanto importante per la città. Pochi anni più tardi, nel 42 a.C., la nuova provincia romana fu abolita, facendo della Gallia Cisalpina parte integrante dell'Italia romana. Nel periodo in cui fu provincia la Gallia Cisalpina venne amministrata da un propretore.

Sembra che la zecca riaprì in epoca imperiale, durante il periodo della crisi del III secolo, a partire dall'imperatore Decio (251). Seguirono emissioni monetali anche sotto Treboniano Gallo (251-253). Nel 260-261 apparve un'importante serie di monete (23 tipologie), nota come "serie delle legioni", dove erano rappresentate nei loro nomi, insegne-simboli e leggende. La serie era costituita da antoniniani, una moneta d'argento dal valore di due denari.

A partire dal 262 anche le emissioni di Mediolanum furono contrassegnate dalla marca delle officine (P(rima)S(ecunda) e T(ertia)) precedute dalla dicitura "M(ediolanum)". Qui Gallieno coniò anche aurei, quinari d'oro e d'argento, dupondi e assi seppure in numero limitato. Tra la fine del 267 e gli inizi del 268, durante l'assedio di Milano ad opera di Gallieno contro Aureolo (che aveva a Mediolanum il suo quartier generale), la zecca produsse monete dell'usurpatore, Postumo a capo dell'Impero delle Gallie (con aurei ed antoniniani). Sconfitto Aureolo e morto poi Gallieno, la zecca tornò a coniare monete imperiali prima sotto Claudio il Gotico (dal 268 al 270, con emissioni di aurei ed antoniniani, ma pochi dupondi e assi) e poi sotto Aureliano che qui aprì prima una Q(uarta) officina per poi chiudere definitivamente la zecca milanese nel 274 a vantaggio della vicina Ticinum (dove le officine divennero addirittura sei).

La zecca riaprì con la tetrarchia di Diocleziano, quando Massimiano scelse come sua capitale Mediolanum attorno al 290/291. Furono così riattivate due delle quattro officine del tempo di Aureliano, e dal 302 fu riaperta anche la T(ertia) con la produzione di folles per tutti i tetrarchi, che appaiono sia "laureati" (nel 294/295) sia "radiati" (nel 299). Tra il 307 ed il 312 la zecca coniò monete per Massenzio, poi dopo la battaglia di Ponte Milvio passò a Costantino I, il quale vi aggiunse una Q(uarta) officina nel 324, ma chiuse definitivamente la zecca di Ticinum e di Mediolanum nel 326/327, lasciando aperte in Italia solo le zecche di Roma ed Aquileia.

La zecca di Milano fu nuovamente riattivata sotto Costanzo II (novembre del 352), quando quest'ultimo scelse Mediolanum come sua capitale imperiale per almeno un quinquennio, dopo aver battuto Magnenzio. Queste nuove emissioni, solo in oro ed argento, furono contrassegnate dalle marche SMMED, MED, MDOB (fino al 389) poi MD nei nominali in oro, ed MDPS e MD in quelli in argento. L'attività di questa "zecca imperiale" o "zecca comitatense" fu però limitata ai periodi in cui nella città risiedeva l'Imperatore romano o l'usurpatore del momento. In assenza di queste autorità, rimaneva inattiva. Ad esempio nel 352 furono emessi un sesquisolido d'oro e solidi di Costanzo II; nel 364-365 ancora un sesquisolido di Valentiniano I e del fratello Valente. Dopo il 382 solidi per GrazianoValentiniano II e Teodosio I; nel 387 solidi per Teodosio ed il figlio Arcadiomiliarensi per Teodosio, silique per Valentiniano II, Teodosio ed Arcadio. Nel settembre del 387 fino all'agosto del 388 l'usurpatore Magno Massimo ed il figlio Flavio Vittore coniarono solidisemissi e tremissi in oro, oltre a silique d'argento. Dal 389 al 392 tornarono a battere moneta per Vanetiniano II, Teodosio ed Arcadio, con una breve interruzione nel 393-394 per l'usurpatore Flavio Eugenio, tornando a coniare monete per Teodosio, Arcadio e l'altro figlio Onorio. Dopo il 395 fino al 404 sulla zecca di Mediolanum fu concentrata la produzione di nominali in oro e argento, per tutte le province settentrionali, con emissioni di multipli eccezionali nei due metalli. Con lo spostamento della capitale dell'Impero romano d'Occidente a Ravenna e l'apertura di una nuova zecca, quella di Mediolanum cominciò ad emettere sempre meno, fino alla sua terza chiusura in epoca romana.

Sembra infine che la zecca tornò attiva in concomitanza con la calata degli Unni di Attila ed il successivo assedio di Milano, al termine del quale l'Imperatore Valentiniano III sembra abbia coniato a Mediolanum nuove monete con la VICTORIA AUGGG. Gli ultimi imperatori a coniare monete a Milano furono: Avito (455-456), Maggioriano (457-461), Libio Severo (461-465), Antemio (467-472), Glicerio (473-474), Giulio Nepote (474-475), poi Leone IZenone ed infine Teodorico (493-526) che coniò solidi, tremissi, silique al nome di Anastasio I Dicoro

 Solido d'oroAes grave


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