mercoledì 27 ottobre 2021

NAVIGLIO GRANDE

 il più antico ed importante dei 5 Navigli milanesi.

Il Naviglio Grande è un canale completamente artificiale, che derivava le sue acque dal fiume Ticino, presso Tornavento, una località nel Comune di Lonate Pozzolo (VA) e terminava, dopo un percorso di circa 50 chilometri con un dislivello di 33 metri (ma senza l’ausilio di conche di navigazione), nelle acque della Darsena di Porta Ticinese a Milano.
Tuttavia oggi, a causa di varie modifiche effettuate sul territorio, la portata effettiva del Naviglio Grande deriva dalle acque del Canale Industriale a Turbigo, che nasce alle dighe del Panperduto, mentre il tratto di Naviglio che si origina a Tornavento, non è più utilizzato e viene chiamato Naviglio vecchio.
Oggi il Naviglio Grande è lungo circa 40 Km e si origina, come detto in precedenza, a Turbigo. Il primo tratto è parallelo al fiume e segue l’andamento del terreno, ad Abbiategrasso piega con un angolo quasi retto verso est e si dirige verso Milano.
Il Naviglio Grande è il più importante dei Navigli milanesi ed è stata la prima opera del genere a essere realizzata in Europa, nonché una delle grandi infrastrutture di ingegneria che sin dall’alto Medioevo caratterizzavano il territorio lombardo con strade, ponti e irrigazione, consentendo lo sviluppo dei commerci, dei trasporti e dell’agricoltura.
Le origini del Naviglio Grande risalgono tra il 1152 ed il 1157, quando venne iniziato lo scavo del Ticinello, un canale che derivava le acque del Ticino a Tornavento e le conduceva fino a farle confluire nel Lambro meridionale, dopo aver superato i vari Comuni rivieraschi, tra cui gli ultimi di Abbiategrasso e Binasco.
Il canale era stato costruito per scopi difensivi, infatti divideva il territorio di Milano da quello di Pavia, alleata del Barbarossa. L’artefice dello scavo fu Guglielmo da Guintellino, architetto militare genovese al servizio dei Milanesi, che tra il 1156 e il 1158 realizzò anche il fossato a difesa della città e, con il materiale di riporto degli scavi, costruì i bastioni fortificati.
E’ proprio dall’ampliamento di quel fossato e dal successivo collegamento di Abbiategrasso, via Gaggiano, con Milano che venne realizzato il Naviglio.
Infatti, nel 1179 il Ticinello venne prolungato da Abbiategasso a Gaggiano (prendendo in seguito il nome di Navigium de Gazano – Naviglio di Gaggiano, in quanto navigabile); successivamente nel 1187 il naviglio giunse a Trezzano e nel 1211 fino alle porte di Milano, precisamente al laghetto di Sant’Eustorgio, nei pressi dell’attuale Darsena.
Inizialmente il canale non era navigabile e per un certo periodo prevalse la sua funzione irrigua; lo divenne solamente nel 1272, quando furono terminati (dal Maestro Giacomo Arribotti) i lavori di ampliamento e abbassamento del fondo ordinati nel 1257 dal podestà Benno de' Gozzadini.
E così, dal 1272, il Naviglio Grande (così in seguito chiamato in quanto il maggiore per lunghezza e portata dei 5 Navigli Lombardi) fu percorso da una moltitudine di barche che, con i loro carichi, rivoluzionarono vita e abitudini di una vasta regione.
A quel tempo, rispetto al trasporto via terra, il trasporto fluviale era il metodo di più sicuro (in questo infatti modo si evitava di incorrere in briganti e malviventi) ed efficace per trasportare le merci, soprattutto per via dell’enorme quantità di merci che le chiatte potevano trasportare: i barconi infatti potevano trasportare circa 200 tonnellate l’uno, quasi quanto circa 5 autotreni.
Così, attraverso l’utilizzo dei “barconi” (chiamati cagnone, mezzane o borcelli a seconda delle dimensioni e delle portate) da Milano risalivano verso il Lago Maggiore e la Svizzera moltissime merci, tra cui: sale, grano, vini, manufatti, tessuti, stoviglie, e letame. Mentre a Milano, dal bacino del canale giungevano ciottoli, mattoni, creta, sabbia, ghiaia, paglia e fieno; dal Lago Maggiore invece arrivavano marmi, graniti e pietre da costruzione, calce, carbone, legna, vino, pesce e bestiame.

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