L'idrografia di Milano e della zona dei comuni confinanti è particolarmente complessa, sia per cause naturali, vista la cospicua presenza di fiumi, torrenti e fontanili che formano un vero e proprio groviglio idrico, sia per questioni legate ai lavori di canalizzazioni e di deviazione dei corsi d'acqua eseguite dall'uomo, aventi il proprio inizio durante l'epoca romana, che hanno portato alla realizzazione di numerose rogge, canali e laghi artificiali.
Il territorio di Milano è ricchissimo d'acqua, visto che la città si trova sulla "linea dei fontanili", laddove vi è l'incontro, nel sottosuolo, tra strati geologici a differente permeabilità, situazione che permette alle acque profonde di riaffiorare in superficie, soprattutto nell'area sud ovest di Milano, dove la composizione del terreno unitamente al livello della falda ne permette la risalita. La prima descrizione dell'idrografia di Milano è stata fatta da Bonvesin de la Riva, scrittore e poeta italiano vissuto a cavallo tra il XIII e il XIV secolo.
I corsi d'acqua più importanti che interessano Milano e la sua area metropolitana sono i fiumi Lambro, Olona e Seveso, i torrenti Bozzente, Garbogera, Lura, Merlata e Pudiga, i canali navigabili Naviglio della Martesana, Naviglio Grande, Naviglio Pavese, Naviglio di Bereguardo, Naviglio di Paderno e Vettabbia, e i corsi d'acqua artificiali Canale Ticinello, Canale Vetra, Cavo Redefossi, Cavo Ticinello e Lambro Meridionale. A Milano sono anche situati due importanti bacini artificiali, la Darsena di Porta Ticinese e l'Idroscalo di Milano.
Tra le architetture degne di nota ad essi collegati, ci sono svariate conche di navigazione (tra cui la conca dell'Incoronata, la conca di Viarenna, la conca Fallata e la conchetta), alcuni mulini ad acqua (tra cui Molino Dorino e Mulino Vettabbia) e il ponte delle Gabelle.
Milano poggia su un'unica tipologia di terreno di origine fluvio-glaciale a cemento carbonatico, comune a tutta la pianura padana. La caratteristica principale è quella di essere facilmente carsificabile. Tale roccia è ricoperta dai sedimenti fluviali quaternari ed è visibile lungo i principali corsi d'acqua, costituendo dei conglomerati che in Lombardia sono conosciuti come "ceppi".
Milano occupa un'area di 181,76 km² a occidente della Lombardia, a 25 km a est del fiume Ticino, a 25 km a ovest dell'Adda, a 35 km a nord del Po e a 50 km a sud del lago di Como, lungo la cosiddetta "linea delle risorgive", laddove cioè vi è l'incontro, nel sottosuolo, tra strati geologici a differente permeabilità, cosa che permette alle acque profonde di riaffiorare in superficie. In quest'area il terreno digrada dolcemente da nord-ovest a sud-est misurando, sul livello del mare, dai 147 ai 102 m, con una media di 122 m s.l.m.. Rompe questa omogeneità la "collinetta" del Castello Sforzesco, misurando 124 m s.l.m. ed elevandosi di circa 3 m sui territori circostanti.
Occorre inoltre considerare i solchi vallivi, da ovest verso est, dei fiumi Olona-Lura, Guisa-Nirone-Lambro Meridionale, Seveso-Vettabbia e Lambro settentrionale. A prescindere dai dati stratigrafici (considerando cioè che il terreno geologico si trova mediamente tra 2-5 metri sotto il manto stradale), secondo le rilevazioni fatte dal Poggi nel 1911 la zona corrispondente alla città romana si trovava tra 118,71 (via Torino) e 121,26 (via Monte di Pietà) m s.l.m.; la città nel 1155 (cerchia dei Navigli) si trovava tra 118,61 (via della Signora) e 121,80 (via Solferino) m s.l.m.; la città dei Bastioni (1549) si trovava tra 124 (Bastioni di Porta Volta) e 114 (Bastioni di Porta Romana) m s.l.m.; la circonvallazione esterna si trova tra 127,68 (la Villa Simonetta, Scuola Civica di Musica) e 109,40 (piazzale Lodi) m s.l.m.
Sempre in base a questo studio il profilo delle acque freatiche misurava (nel 1911) da un massimo di 124 m s.l.m. in Via Simonetta a 107 in Corso Lodi, con una mediana di 115 proprio a livello del nucleo romano, a cui corrisponde una profondità della falda maggiore rispetto a quanto si configurava nel territorio circostante. Tale dato può apparire banale, ma occorre considerarlo alla luce del genio romano e inserirlo nell'opera di centuriazione del territorio. L'urbanizzazione romana interessò, rispetto al villaggio golasecchiano-celtico, una zona elevata posta più a nord-nordest, dove vennero sfruttate meglio le acque di fontanile inalveate.
Numerosi canali irrigui e navigabili vennero costruiti in epoca repubblicana a scopo di bonifica idraulica e agraria, per il funzionamento e la difesa dell'abitato e il trasporto delle persone e delle cose a media e grande distanza. Questo importante e precoce intervento, assieme al regime palustre preesistente, non permette di valutare il decorso originale dei corsi d'acqua noti, che completano questo ricco panorama idrologico, quali il Lambro a est, l'Olona, il Seveso e il Nirone a nord, la Vettabbia e il Lambro Meridionale a sud.
Attualmente gran parte di questi corsi d'acqua, naturali e no, si trova sotto il manto stradale. A cielo aperto scorrono il Lambro, alla periferia orientale, il Naviglio Grande e il Naviglio Pavese, l'uno entrando e l'altro uscendo dalla Darsena di Porta Ticinese, la Martesana, da Cascina Gobba alla Cassina de' pomm, la Vettabbia, da Morivione, e il Lambro Meridionale, da piazza delle Milizie, senza contare le numerosissime rogge. Il sistema non è naturalmente più navigabile, ma conserva inalterato il suo potenziale irriguo. Tale proficua collocazione nel contesto di una pianura molto fertile, ha influenzato notevolmente la storia della città e il ruolo che essa ha avuto nei confronti della nazione italiana e dei paesi transalpini.
La superficie che occupa attualmente Milano ha dimensione superiore a quella di alcune città europee come Parigi, Amsterdam, Bruxelles e Dublino. La continuità abitativa si è estesa oltre i confini amministrativi, formando coi comuni contermini e alcuni di cintura un'unica conurbazione. Un sostanziale ampliamento territoriale era avvenuto invece nel 1923 con l'incorporazione di dieci comuni limitrofi, che ora sono quartieri della città. Milano attualmente è suddivisa in nove zone, denominate municipi circoscrizionali, con poteri di ordinaria amministrazione e consultivi.
I corsi d'acqua appartenenti all'idrografia milanese (partendo da oriente e andando in senso antiorario) sono il Lambro, il Naviglio della Martesana, il Seveso, l'asse Olona-Lambro Meridionale, il Naviglio Grande e il Naviglio Pavese: insieme i cinque corsi d'acqua costituiscono l'ossatura portante dell'intero sistema idrico che scorre verso sud-est.
A sud di Milano sono collocati i tre depuratori cittadini (da est a ovest: Peschiera Borromeo, Milano Nosedo e Milano San Rocco) che trattano le acque reflue della metropoli lombarda, e i diversi canali le cui acque, dopo avere irrigato la pianura, hanno come recapito finale il Po. A nord, a tagliare orizzontalmente l'Alto Milanese intersecando il Ticino e l'Adda, scorre il Canale Villoresi.
Sul territorio comunale di Milano è poi presente un esteso reticolo di corsi d'acqua naturali e artificiali che sono stati ereditati dal passato, il cui sviluppo complessivo è di 370 chilometri. La maggior parte di questi piccoli corsi d'acqua scorre in alvei coperti. Di questi, circa 200 chilometri, riguardano la rete dei corsi d'acqua principali o secondari; misurano complessivamente circa 170 km quelli minori, che sono spesso alimentati direttamente o indirettamente dalla falda acquifera di Milano.
La prima descrizione dell'idrografia della città lombarda di Milano fu fatta da Bonvesin de la Riva, scrittore e poeta italiano vissuto a cavallo tra il XIII e il XIV secolo.
Principali corpi d'acqua cittadini
I corsi d'acqua principali che attraversano Milano sono:
- Naturali
- Fiume Olona
- Fiume Lambro
- Fiume Seveso
- Torrente Merlata
- Torrente Pudiga (chiamato anche Mussa o Fugone)
- Torrente Garbogera
- Fontanile Molia
- Fontanile di Macconago
- Fontanile dell'Acqualunga
- Artificiali
- Naviglio Grande
- Naviglio della Martesana
- Naviglio Pavese
- Darsena di Porta Ticinese
- Vettabbia
- Cavo Ticinello
- Cavo Redefossi
- Canali Grande Sevese e Piccolo Sevese
- Colatore Lambro Meridionale
- Deviatore Olona
- Cavo Taverna
- Roggia Braschetta
- Roggia Gerenzana
Principali corsi d'acqua dell'area metropolitana di Milano
I corsi d'acqua principali dell'area metropolitana di Milano sono:
- Naturali
- Fiume Olona meridionale (o inferiore)
- Torrente Lura
- Torrente Bozzente
- Torrente Guisa
- Torrente Nirone
- Torrente Lombra, Nasce a Cogliate, nel Parco delle Groane, accresciuto nella sua portata da rogge e fontanili. Dopo aver attraversato Cogliate, Barlassina, Ceriano Laghetto, Limbiate e Solaro, giunge a Senago, dove si unisce al Cisnara per dare origine al Pudiga.
- Torrente Cisnara o Rio della Prada. Nasce a Ceriano Laghetto, nel Parco delle Groane.
Scorrendo attraverso l'altopiano Delle Groane, riceve acqua unicamente dai rivoli che si creano durante le abbondanti piogge. Dopo aver attraversato i boschi di Solaro e i boschi di Limbiate, giunge a Senago, dove incontra il suo principale affluente, il Cisnaretta. Termina il suo breve tragitto all'altezza del CSNO(canale scolmatore di nord ovest) ove si unisce al Lombra per dare origine al Pudiga.
- Torrente Molgora
- Artificiali
- Navigliaccio
- Canale Ticinello
- Canale Villoresi
- Canale Scolmatore di Nord Ovest
- Cavo Pizzabrasa
- Cavo Carlesca
- Roggia Lirone
Nessun commento:
Posta un commento