È l'ultimo mulino con macine e ingranaggi ancora integri esistente a Milano in funzione ancora negli anni 70/80 .
All'interno del Molino Dorino venivano macinati i cereali delle corti lombarde della zona. I primi documenti dove viene citato sono delle mappe del XVII secolo, su cui è indicato come impianto molinatorio dell'allora comune di Trenno, municipalità autonoma annessa a Milano nel 1923. Il mulino macinava lino per produrre l'omonimo olio, frumento e riso.
La mappa del Claricio del 1659 accenna di un mulino in questa zona, ma viene chiamato semplicemente “Mulino”.
Dalle mappe catastali di Carlo VI e di Maria Teresa d’Austria e dalla mappa dell’ingegner Gaetano Raggi che descrive tutto il percorso dell’Olona da Legnano a Milano città, stese nel 1772, il Molino Dorino non ha ancora una definizione precisa.
Sulle mappe del XIX secolo è segnato come "Molino Lauzi", dal cognome dei proprietari dell'epoca. All'inizio del XX secolo venne acquistato dalla famiglia Dorino, Nel 1929 fu costruita la parte ad abitazioni e ristrutturato tutto il mulino, assumendo così una forma a ferro di cavallo rovesciato; in quell’occasione furono anche rafforzati gli argini dell’Olona che nelle vicinanze correva scoperto, perchè le esondazioni erano abbastanza frequenti e molti erano i danni arrecati dalle piene alle colture. Ora il fiume è stato ingabbiato sottoterra, come molti corsi d’acqua milanesi.
Nel 1934 al molino Dorino arriva come affittuaria la famiglia Cavioni e sono i fratelli Mario e Giovanni gli ultimi conduttori.
A causa dell'attivazione dell'inceneritore di Pero, la roggia molinatoria, che prendeva acqua dal fontanile Cagnola, andò in secca e quindi venne meno la forza idraulica per far muovere la ruota a pale.
Il Molino Dorino avrebbe dovuto essere demolito nel 2017 per consentire l'ampliamento del deposito "Gallaratese" dell'ATM. Il nuovo capannone sarebbe stato in grado di custodire 24 elettrotreni della metropolitana di Milano. Il consiglio comunale di Milano è poi tornato sui suoi passi, salvando la struttura dalla demolizione.
La struttura dell'edificio è abbastanza semplice. È formato da un'ala centrale che era adibita alla macinazione dei cereali e da un corpo laterale che serviva per lo stoccaggio dei prodotti agricoli macinati. Le caratteristiche della roggia molinatoria, cioè quella che portava acqua alle pale, erano particolari: la sua conformazione dava all'acqua una cospicua forza idraulica, capacità di spinta che poi faceva movimentare efficientemente la ruota.
Il Molino Dorino possiede ancora le cinque macine, i relativi ingranaggi e le cinghie di trasmissione, tutto in buono stato di conservazione. È l'ultimo mulino con macine e ingranaggi ancora integri esistente a Milano. Il mulino si trova tra la stazione della metropolitana di Molino Dorino, il complesso architettonico della motorizzazione civile e il raccordo che collega la strada statale del Sempione e la Tangenziale Ovest di Milano.
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