venerdì 5 novembre 2021

GORLA

Gorla, borgo che nel tempo si guadagnò, per la sua bellezza incantata, l’appellativo di "Piccola Parigi".

Lo stesso nome “ Gorla ” sembra derivare dal lombardo “ gorula ”, piccola gola, o dal latino “ gu rula ”, vortice.

Il Ponte Vecchio costruito nel 1703 e tuttora praticabile, con la sua forma arcuata permetteva il passaggio dei barconi per il trasporto delle merci da e verso Milano, passaggio mai interrotto fino alla metà del Novecento. Il quartiere Gorla, situato nella zona nord orientale della città, affonda le sue origini nel IV secolo d.C., tempo in cui Romani presidiavano in armi la strada per Monza. Oggi la zona è parte del Municipio 2 del Comune di Milano, e si sviluppa lungo il viale Monza, costruito gli inizi dell’Ottocento per volere di Napoleone con lo scopo di collegare il centro di Milano alla Villa Reale, passando per il villaggio e le campagne di Gorla. 
Per secoli Gorla costituì un piccolo comune autonomo di neppure un miglio quadratostretto tra Greco a ovest, Precotto a nord, Crescenzago ad est e Turro a sud. 
Quando l’Imperatore Federico Barbarossa inferse quei terribili colpi alla città di Milano, alcuni profughi milanesi trovarono rifugio nel borgo di Porta Comasina (16 marzo 1161) e, in particolar modo, nell’area gorlese a cavallo dell’unica strada carreggiabile per Monza e la Brianza. Il borgo di Gorla fu ribattezzato per l’occasione “Borgo della Carrera” o “Borgo Carraia” ovvero borgo a controllo del passaggio di persone e merci in uscita da Milano. Sono solo supposizioni che sembrano, pur tuttavia, essere suffragate dalla geografia dell’area.
Gorla era contraddistinta da alcune “Cassine”sulla “strata da Dergano, strata da Niguarda, strata da Monza, e strata da Vimarcate”… fuori di Porta Com’asina… una delle sei principali della città…verso tramontana”. Le “Cassine da Gorla”, citate negli “Statuti delle acque e delle strade del Contado di Milano” del 1346, non costituivano un “locho”, termine che era riservato solo ai luoghi agricoli di una certa importanza come il “locho da Grego” e il “locho da Precogio con le cassine”. Amministrativamente, giacché questo era lo scopo dell’organizzazione per Pievi, il borgo di Gorla rientrava nella giurisdizione della Pieve di Bruzzano da cui era discosto “milia 4” e che, come tutte le altre Pievi del Ducato, era situato fuori dalle mura romane di Massimiano ((286-305 d.C.). 
Numerosi erano gli oratori campestri come S. Mamete, S. Rocco, S. Giorgio e le Cascine «Cassina biancha», “Cassina de Pomi”, “la Bichoca”. “Cassina de pomi”. A volte comparivano anche osterie e “bettolini da l'acqua”.
 Nel 1651 Gorla, infeudata alla Regia Camera del Ducato di Milano, dipendeva dal Giudice Feudale (di Verano), nominato dal feudatario; la giurisdizione amministrativa spettava, invece, al Vicario del Martesana che aveva in carico gli uffici del Console cui spettava l’amministrazione delle 110 anime circa che componevano il borgo di Gorla.
Piccolo borgo di 61 ettari di superficie , con splendide ville nascoste tra i boschi, Gorla era un luogo privilegiato dai milanesi di Porta Orientale per le le proprie vacanze in prossimità della Brianza. Un tempo centro rurale ricco di ville, fu raggiunto a fine dell’Ottocento dallo sviluppo edilizio, divenendo area dedicata a industrie e servizi, specialmente per i grandi opifici industriali che stavano sorgendo nelle immediate vicinanze nel comune di Precotto. 
L'influsso della rivoluzione industriale portò il borgo a raddoppiare più volte la propria popolazione, salita a quota 513 nel 1871, a 1389 nel 1901, e a 2661 nel 1911.
Nel 1920 Gorla fu protagonista con Precotto di un tentativo di unificazione, il Comune di Gorla-Precotto, che ebbe vita breve e venne assorbito nel 1923 nel Comune di Milano.
Alla fine degli anni '30, il territorio di Gorla viene scelto per ospitare in un'area fra il Viale Monza e il Parco di Villa Finzi la Fondazione Crespi-Morbio, nata con il proposito di costruire un quartiere per dare alloggio ad alcune delle famiglie più numerose della città di Milano, le cui spese furono sostenute dalla famiglia di imprenditori tessili milanesi Crespi.
Il 20 ottobre 1944, durante la seconda guerra mondiale, il quartiere di Gorla fu oggetto di una sanguinosa azione di guerra aerea: un bombardiere statunitense, durante un'incursione diurna, sganciò sull'abitato di Gorla le bombe destinate a colpire alcuni stabilimenti industriali. Le vittime, in gran parte civili, furono numerosissime, e uno degli ordigni colpì in pieno la scuola elementare. L'errore costò la vita di 184 bambini e 19 adulti. Il comune di Milano ha realizzato sull'area dove sorgeva la scuola un monumento alla memoria dei Piccoli Martiri, opera dello scultore Remo Brioschi. Nelle vicinanze, a memoria di tale tragedia, è stato istituito il Museo della Pace.
In via Asiago troviamo una piccola chiesetta ora ridestata ad altro uso si tratta dell'ex Oratorio di San Bartolomeo.
Era una zona ricca di fontanili oggi asciutti da tempo a seguito dell’abbassamento della falda acquifera verificatosi nel dopoguerra per effetto dei prelievi delle industrie e l’opera diffusa della cementificazione. Non compaiono più da nessuna parte: unica eccezione l’Acqualunga, tutta combinata. Ricordiamo anche il Cavo Taverna.
In via Prospero Finzi al n. 25 troviamo il così chiamato Cantun Frecc, un edificio che veniva utilizzato per la stagionatura dei formaggi.
Ricordiamo in via Aristotele 28 la centrale idrica di Gorla. In via Bertelli al civico 44 dove oggi ci troviamo la Cascina Martesana un tempo vi era il così detto "il bagnin de Gorla".
Ricordiamo la famosa fabbrica di cioccolato Lombardi e Macchi in via Nuoro 18
Passeggiando lungo le rive della Martesana si possono ancora oggi avvertire gli echi del passato glorioso del borgo di Gorla: dal giardino di Villa Finzi, dove si trova il Tempio della Notte, alla villa del conte Resta, alla villa Singer, Villa Singer   fino a giungere al Monastero delle Clarisse villa Angelica, da Giovanni Muzio, autore anche della Triennale di Milano, della Ca' Brutta dell'Arengario e dall'Università Cattolica
Nonostante il suo passato spensierato, il quartiere di Gorla è oggi noto per la tragica storia del bombardamento sulla scuola Francesco Crispi che nel 1944 provocò la morte dei "Piccoli martiri", tragedia oggi ricordata da un monumento-ossario realizzato dallo scultore 

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