giovedì 16 dicembre 2021

PRECOTTO

Sull'etimologia del nome del quartiere di Precotto vi sono ipotesi discordanti; da una parte, potrebbe trattarsi di una forma dialettale praa/pree. D'altra parte, però, si segnala un antico toponimo pulcoctum (11481153) o ad Pullum Coctum(1162), Precogio XIII secolo, latino ecclesiastico Praecautum, che potrebbe ricordare un'antica osteria lungo la strada tra Milano e Monza.

Esiste una storia tramandata nei secoli dai milanesi. E’ ambientata sul Naviglio Martesana, dove Milano era ancora campagna.

C’era un castello con un castellano che aveva un figlio tanto scapestrato che il castellano decise di diseredarlo. Il figlio ferito nell’orgoglio abbandonò furente il castello e dopo qualche tempo fece ritorno con amici canaglie quanto lui per vendicarsi ma scoprì che il padre era morto e aveva dato il castello in eredità ai frati. 
Il figlio del castellano sterminò i frati che abitavano il castello e prese il loro posto, diventando il terrore dei villaggi vicini. Dopo anni di disgrazie improvvisamente si pentì, decise di farsi sacerdote e di andare lontano per espirare le sue malefatte, con sollievo di tutti i milanesi.
Passarono gli anni e dopo che morì il parroco, il figlio del castellano ora sacerdote riapparve prendendo il suo posto, riprendendo però a comportarsi da gran carogna, come faceva da cavaliere.
Il duca di Milano decise di dire basta a questi soprusi e mandò i suoi soldati per punire il sanguinoso sacerdote. Ma questi aveva protetto bene il suo castello e per entrare i soldati del duca dovettero mettere a fuoco di notte il castello.
Il sacerdote uscì impugnando una grossa spada che manco due uomini avrebbero potuto tenere in mano e iniziò a menare fendenti contro tutti. Riuscì a fermarlo solo il santone della Martesana e, grazie a lui, il sacerdote venne incatenato.
Il popolo voleva la sua morte. Fu così infilato in un pentolone in mezzo alla piazza e morì bollito. L’orrore si tramandò nei decenni come la vicenda del “Prete Cotto” e il quartiere venne chiamato Pre-cotto.

Precotto era un piccolo centro abitato di antica origine, da sempre legato al territorio milanese, al cui interno era inserito nella Pieve di Bruzzano. Confinava con i comuni di Bicocca e di Segnano (poi fuso in Greco Milanese) ad ovest, Gorla Primo a sud, Crescenzago ad est e Sesto San Giovanni a nord. Oltre che dal centro abitato principale, il comune di Precotto era composto altre frazioni e località, tra le quali Villa San Giovanni e Brughirolo.

Precotto risultava come un villaggio di 260 abitanti saliti a 339 nel 1771 e a 494 nel 1805, nel pieno dell'età napoleonica, poco prima che nel 1808 il comune fosse soppresso e aggregato alla città di Milano, recuperando però l'autonomia dopo l'istituzione del Regno Lombardo-Veneto nel 1816.

Precotto costituì un comune autonomo fino al 1920, quando venne annesso da Gorla Primo nel nuovo comune di Gorla-Precotto. Tuttavia dopo soli tre anni anche il comune di Gorla-Precotto venne soppresso e annesso a Milano insieme ad altri dieci comuni.

Come tutti i quartieri dell'area a nord del centro di Milano, Precotto ha iniziato a crescere sin dalla prima metà del novecento, a causa della progressiva industrializzazione. È nel secondo dopoguerra che però subisce un aumento vertiginoso della popolazione per via dell'enorme flusso migratorio che accomuna un po' tutte le città del nord Italia.
Agli inizi del ‘700 Precotto era un piccolo borgo agricolo, circondato da cascine sparse in un grande territorio reso fertile da tante rogge e fontanili. Erano presenti anche alcune fornaci che sfruttavano il terreno argilloso nella parte settentrionale. Il Borgo era costituito da poche case disposte lungo la strada che portava da Prato Centenaro a Crescenzago (oggi via Rucellai e via Cislaghi). Questa strada era attraversata quasi perpendicolarmente da quella che univa Loreto con Sesto San Giovanni, attraversando Turro e Gorla (più tardi sostituita dal viale Monza). L’incrocio di queste due strade era il centro del paese ed era indicato come “piazza Precotto”.
Il cuore di Precotto, L’edificio su cui appare la scritta Piazza Precotto, Piazza che purtroppo, come quella di Gorla, non viene annoverata sulle mappe stradali.
Forse lo era un tempo ora rimane un incrocio attraversato dalla strada principale , Viale Monza e le due vie che lo attraversano, Rucellai ed appunto Cislaghi.
Questo edificio con i suoi tre lati esterni confina appunto con il Viale Monza (Piazza Precotto) poi su Cislaghi, dove troviamo l’ingresso e sul terzo lato si affaccia sul Sagrato di San Michele Arcangelouna bella Chiesa costruita alla fine dell'800.
La costruzione risale ai primi dell’800, e’ la prima cascina Viscontea , molto simile Alla curt di Merlin, al suo interno potevamo trovare la Curt di Pissat, ovvero tessitori di pizzi. L’agricoltura si impoverisce a causa del primo dopoguerra e si cercano soluzioni alternative al commercio come questa .
Gli abitanti vanno in giro a vendere pizzi con una cassetta al collo ed un bastone a croce.
Ora in questo edificio troviamo una banca, degli uffici e delle abitazioni.
Precotto rimane inoltre nella memoria per un fatto che successe in concomitanza alla scuola di Gorla, anche qui venne colpita una scuola di Precotto ma con una sorte migliore.
All’angolo fra via Rucellai ed il viale Monza, di fronte alla fermata del metrò e dove oggi si trova un moderno supermercato, si ergeva la grande villa degli Erba-Odescalchi.

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