venerdì 27 agosto 2021

CIVICO MUSEO ARCHEOLOGICO

Il museo è l'erede del Museo patrio archeologico, fondato nel 1862, e del più antico Gabinetto numismatico di Brera fondato nel 1808. La fondazione del primo museo archeologico fu sancita con Regio Decreto del 13 novembre 1862 e promossa dall'allora Ministro della Pubblica Istruzione Carlo Matteucci.

Il concetto di un museo archeologico nella città di Milano era tuttavia nato molto tempo prima, allorquando il pittore milanese Giuseppe Bossi, allora presidente dell'Accademia di Brera, fin dal 1799 si era curato della raccolta di alcuni reperti sparsi in diversi luoghi della città e del loro trasferimento presso la chiesa di Brera, già dell'Ordine degli Umiliati, soppressa nell'anno 1808. L'attività di raccolta di reperti provenienti principalmente da alcune chiese soppresse fu incoraggiata dal Governo che costituì una Commissione incaricata di scegliere i più rappresentativi: della Commissione fecero parte lo storico e letterato Luigi Bossi, il numismatico Gaetano Cattaneo e, appunto il pittore Bossi a cui successe l'architetto Giuseppe Gianoja.
Fu quindi acquisito dalla nascente collezione il Monumento equestre di Bernabò Visconti proveniente dalla Cripta di San Giovanni in Conca, la cui cessione fu approvata nel 1808 ma il cui trasferimento a Brera fu attuato nel 1811 per difficoltà pratiche nel suo spostamento. Contemporaneamente furono acquisiti e trasferiti alla collezione alcuni marmi dalle chiese di San Salvatore in Xenodochio (demolita nel 1814), Sant'Ambrogio ad nemus e Santa Maria della Pace (sconsacrata nel 1806).
Seguì un lungo periodo di inattività determinata dai fatti milanesi del 1814, e la collezione rimase quasi abbandonata e non più accessibile al pubblico in una parte della chiesa di Brera venendo saltuariamente arricchita da pochi reperti provenienti da demolizioni di palazzi, monumenti e chiese. Fu solo nel 1858 che il Comune di Milano istituì una Commissione per la creazione di un vero Museo, la quale ebbe però vita breve: infatti nel 1862, un anno dopo l'Unità d'Italia, venne istituio con il succitato Regio Decreto il Museo patrio d'archeologia con sede a Brera. La consulta per la creazione del Museo era presieduta dal Senatore del Regno Antonio Beretta, allora sindaco di Milano.
L'area dell'ex-convento del Monastero maggiore sorge sopra un'area precedentemente occupata da una villa romana del I secolo, dalle mura massimianee e dal vicino circo romano prospiciente al palazzo imperiale della fine del III secolo. In particolare si conservano due torri delle mura massimianee, una delle quali, alta 14 m, che faceva parte dei carceres del circo, venne inglobata nel Monastero Maggiore.
Nell'atrio d'ingresso del Museo, al centro della sala, è presente un grande plastico nel quale si sovrappongono l'attuale città di Milano con l'antica Mediolanum tardo imperiale, con i principali monumenti (tridimensionali) e strutture della città antica, come le mura massimiane, il circo, il teatro, l'anfiteatro, le terme, le antiche basiliche cristiane, il palazzo imperiale, le strade ed i corsi d'acqua. In questo primo settore del museo sono inoltre esposte, su due livelli, la sezione romana e una piccola sezione dedicata all'arte del Gandhara.
Durante la costruzione del Museo Archeologico tra 1959 e il 1961, gli sbancamenti condotti sotto il controllo della Soprintendenza alle Antichità della Lombardia, fecero poi emergere i resti di una domus romana.
All’interno del Museo Archeologico è visibile ancora oggi un tratto delle mura urbiche databili tra fine III e inizi IV secolo d.C. e la relativa torre poligonale, con ventiquattro lati conservata in alzato per 16,6 m.
I resti archeologici sono oggi visibili all’interno del Museo Archeologico


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