sabato 5 febbraio 2022

CONVENTO DEL MONASTERO MAGGIORE

Era il più vasto e antico cenobio femminile di Milano, affidato fin dalle origini alla congregazione benedettina.
La sua fondazione (variamente attribuita a diverse figure storiche importanti, quali san Martino di Tour, san Sigismondo, re di Borgogna, la regina longobarda Teodolinda, o ancora il re Desiderio o l’imperatore Ottone I) risale probabilmente al periodo tra la tarda età longobarda e la prima fase carolingia (VII-IX secolo). Nel corso del IX secolo, il vescovo Ansperto fece ampliare il circuito murario della città, facendo rientrare il monastero all’interno del perimetro cittadino.
Il monastero fu inizialmente dedicato a Santa Maria (Sanctae dei genitricis Mariae), mentre l’intitolazione a San Maurizio compare a partire dall’XI secolo, per poi diventare la principale nei secoli successivi. Seconda una tradizione, sarebbe stato l’imperatore Ottone I a donare il sangue di San Maurizio come reliquia proprio a questo istituto, dove una sorella viveva come monaca.
Il cenobio, detto fin dalle origini “Maggiore”, ospitava monache provenienti dalle più illustri famiglie milanesi. Vari documenti e fatti storici ne testimoniano l’importanza, come quando nel 1162, durante l’incursione del Barbarossa, la città chiese che fossero risparmiate alcune strutture religiose: tra queste, oltre al monastero e alla chiesa di Sant’Ambrogio, figura anche il Monastero Maggiore.
Poco note sono la vita e le attività condotte all’interno del cenobio. Tra il XIV secolo e la prima metà del XV secolo si assiste a un momento di crisi, con la contrazione del numero delle monache, alle quali viene inoltre contestato di vivere senza osservare la regola monastica. Nel 1447 papa Eugenio IV introdurrà la clausura e il monastero passa sotto la guida degli Agostiniani riformati. Agli inizi del 1500 viene inoltre ricostruita la chiesa monastica in forme nuove, decorata con affreschi realizzati per buona parte da Bernardino Luini e dalla sua bottega.
Nel 1798 per decreto della Repubblica Cisalpina il monastero viene soppresso e gli edifici e i terreni destinati ad altri usi. Il vasto complesso monastico fu poi parzialmente demolito tra il 1864 e il 1872 per l’apertura delle vie Luini e Ansperto. Dopo i bombardamenti del 1943, delle strutture più antiche rimangono la chiesa di San Maurizio ed il chiostro d’ingresso, oggi parte del Museo Archeologico.

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