
Venne allora dedicata a San Biagio, mentre nel 1466 è ricordata come cappella dei Santi Bernardo e Biagio. All’inizio del Cinquecento diventa sede della confraternita di Santa Marta, ma la sua denominazione è sempre “Sanctorum Blasii et Bernardi de Ossis”. Cambia però presto, prendendo quello della Scuola che l’amministra per cui nella visita pastorale del 1567 è già detta di Santa Marta, mentre la dedicazione è ai tre santi.
Direttamente affacciato al corso di porta Orientale, l’oratorio ha un portale centrale d’ingresso all’aula; questa non è grande ed è coperta da un soffitto ligneo. Il Torre un secolo dopo la dirà di “antica Architettura, consistendo la sua modernità nel Frontispizio, e nella Porta con Fregi, e Cornici”.
L’ altare maggiore, ricco e decorato con un’ancona “elegantissimam et inauratam”, al tempo della visita è posto nella cappella maggiore, chiusa da inferriate. Nel lato destro della chiesa si aprono due porte: una verso il già ricordato cimitero, un’altra per accedere ai locali di riunione dei confratelli.
Un oratorio per le loro preghiere si sviluppa nel piano superiore, estendendosi per tutto lo spazio della chiesa sottostante, per cui il motivo delle
doppie finestre nella facciata non ha qui soltanto funzione decorativa, ma serve per l’illuminazione della grande aula.
Gli Atti della visita dell’arcivescovo Visconti nel 1683 confermano questa disposizione. Vi apprendiamo inoltre che anche la cappella maggiore ha due finestre chiuse da inferriate; quella di destra si apre sul cimitero; l’altra affaccia su una casa di proprietà della congregazione data in affitto. Si conferma che l’aula è rettangolare; le sue pareti sono intonacate e ornate con pitture. La copertura piana è decorata e il pavimento è di laterizio.
Nel 1721 i confratelli di Santa Marta decidono un nuovo intervento di ammodernamento. Nella facciata, come ricorda il Latuada, si fa soltanto “qualche abbellimento”, ma è nell’aula che si lavora per svecchiarla e decorarla con quattordici quadri “fatti da vari moderni Pittori” per illustrare la vita e le opere di santa Marta, visto che il dipinto sull’altare rappresenta ancora, secondo la prima dedicazione, il martirio di san Biagio.
Alla fine del secolo, nel periodo napoleonico, anche la congregazione di Santa Marta è soppressa (18 agosto 1797) e il piccolo oratorio barocco viene rapidamente demolito per lasciare spazio alle case neoclassiche che si costruivano allora sul corso di porta Orientale.
nelle foto
Un particolare dell'incisione del Dal Re (c.1740) con l'oratorio di Santa Marta e, sulla destra, la cappella dei Morti e le due porte d'ingresso al cimitero dal corso di porta Orientale
San Babila e il corso Orientale all'inizio dell' Ottocento

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