
Non solo è la bevanda preferita dagli intellettuali, ma le caffetterie diventano luogo d’incontro prescelto dai rappresentanti della filosofia illuministica, oltre che punto centrale della vita culturale dell’emergente borghesia.
L’Ottocento è all’insegna dei molti caffè aperti a Milano, ambienti sfarzosi che rivaleggiano con i salotti aristocratici: tendaggi di velluto come le poltroncine attorno ai tavolini di marmo, specchiere con grandi cornici dorate, raffinate tazzine e piattini, zuccheriere e caffettiere. E finalmente sono ammesse anche le signore, che si ritroveranno per trascorrere pomeriggi dedicati alle conversazioni e allo sfoggio delle toilettes
Nel 1842 i fratelli De Cristoforis acquistano una vasta area fra Corsia dei Servi e Contrada del Monte e vi costruiscono la Galleria De Cristoforis, passaggio aristocratico che ospitava le vetrine di numerosi negozi. Fra i quali anche due Caffetterie: Marchesi (che poi aprirà altre tre botteghe) e Gottardi (poi ceduto a Baldassarre Gnocchi, presidente della Società dei Caffettieri). Quel Baldassare Gnocchi che aprirà il suo primo caffè in Galleria (che anni dopo diventerà il famoso Ristorante Savini) e in seguito inaugurerà sempre in Galleria all’ingresso verso Piazza della Scala un altro grande caffè, che in poco tempo diventerà celebre grazie ai concerti di un’orchestra di dame viennesi.
In Piazza della Scala addirittura si conteranno numerose botteghe dedicate alla bevanda diventata regina.
Cambiasi noto anche come caffè del Teatro dove lavorava il Barbajada , caffè Martini , caffè Albanelli , caffè Dell’Accademia , caffè Gandini in piazza della Scala, il Caffè Reale in piazza del Duomo, il Caffè Mazza nel coperto dei Figini, il caffè del Duomo nella Corsia del Duomo (lato della galleria Vittorio Emanuele), il Caffè Nuovo, il caffè dell’Europa e il Merlo in corso Francesco (corso Vittorio Emanuele), il Caffè Gran Brettagna in corsia della Palla, il Caffè delle Colonne in corso di Porta Orientale,il caffè dell'Orto affiancato al Caffè delle Sirene in corsia Giardino (via Manzoni) , il Caffè della Peppina e della Cecchina che furono resuscitati allo “Zecchino d’Oro” di Bologna, su corso Francesco II, oggi Vittorio Emanuele, erano aperti il Caffè dell’Orologio e il Caffè dei Servi, dove sedevano gli attori della Compagnia Ferravilla, intenti a ripassare la parte da recitare nel vicino Teatro Milanese. A pochi passi sorgevano il Caffè Due Colonne e il Caffè Greco, uno dei più antichi di Milano, essendo stato inaugurato nel 1832, e noto per la sua brasera, più grande di quelle accese in inverno in tanti altri esercizi, il Camparino, che, succeduto al Campari, dette impulso alla moda dell’aperitivo, nella Galleria Vittorio Emanuele, grandissima, spettacolare, lunga 200 metri, tra piazza della Scala e piazza Duomo.
Il più famoso, il più bello, il più aristocratico di tutti, è però il Caffè del Giardino, nato nel 1817 per iniziativa di Antonio Cova fondato nel 1817 all’angolo fra Via Verdi e Via Manzoni.
Il 3 Settembre 1838 l’Imperatore Ferdinando e la Consorte Maria Carolina, vengono incoronati Reali del Lombardo Veneto, durante una solenne cerimonia in Duomo.
E la serata in onore della Coppia Reale si terrà proprio al Cova!
A Milano, il Governo Austriaco imporrà l’abolizione dei giochi d’azzardo, che in particolare vedeva i più accaniti giocatori (che in alcuni casi arrivavano a dilapidare ingenti fortune) ritrovarsi nel grande ridotto del Teatro alla Scala, visto che non era certo la rappresentazione sul palcoscenico ciò che più contava. Ma come si può impedire una trasgressione? Ed ecco venire in soccorso ai giocatori le salette posteriori dei caffè: Ugo Foscolo nei suoi anni milanesi, giocava frequentemente al Caffè Leone di Porta Orientale, in attesa dell’arrivo di una o dell’altra amante del momento. Così come in altre complici salette riservate del Caffè Commercio in Piazza Duomo, proprio il gioco permetterà notevoli guadagni al proprietario, seppure il rischio era quello di una multa di 50 zecchini.
Stendhal, il Milanese appassionato, che scriverà:
“Una delle cose più gradevoli per me a Milano, è bighellonare di caffè in caffè.”
Nessun commento:
Posta un commento