lunedì 29 novembre 2021

CARCERE DI SANTA MARGHERITA

o della Questura, che sorgeva dove ora si trova la Galleria Vittorio Emanuele II, siamo nel 1878. Qui erano ospitate le prostitute, i debitori e per chi era in attesa di passaggio ad altro carcere.

Durante i lavori di demolizione dell'edificio della Questura, per la sistemazione di piazza del Duomo, i detenuti vennero trasferiti provvisoriamente nelle celle ricavate nei sotterranei del Castello, e più tardi, dopo l'abbandono completo delle prigioni di Santa Margherita e di quelle del Castello, nel convento e nella chiesa dei Cappuccini di San Vittore.

Precedentemente convento che ospitava le suore dell’ordine degli Umiliati fino alla sua soppressione nel 1571 e poi le Benedettine è stato abbattuto nel 1956 per lasciar posto a un condominio a sinistra della facciata.  Rimangono solo i muri perimetrali. E, a ricordo  del convento di clausura, resta una grata che si intravede dal portone di vetro. Una grata attraverso la quale, immaginiamo, le religiose comunicavano con il mondo esterno. 

Ma la buona notizia è la bellezza della chiesa sin dalla facciata barocca in marmo, stucchi  e mattoni con al centro, tra le due colonne a capitello corinzio, il busto di Santa Margherita, a cui era dedicato la chiesa delle Benedettine. San Maurizio, ai tempi di  suor Virginia Maria de Leyva (1575-1650), la monaca di Monza, Suor Gertrude nei Promessi Sposi, sorgeva poco distante, ma venne abbattuto per far posto  alla via Ferdinandea, in onore di Ferdinando I d’Austria, oggi  via Vittorio Emanuele II. Così la chiesa delle suore di clausura venne consacrata al santo soldato.

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