lunedì 6 settembre 2021

PORTA TENAGLIA

 

in molti si domanderanno dove sia stata collocata, ma esiste una via Porta Tenaglia, una piccola parallela di via della Moscova.

 è una delle quattro porte succursali di Milano, ricavata lungo i bastioni spagnoli, oggi demoliti, come succursale del Castello Sforzesco. Posta a nord-ovest della città, si apriva lungo la strada che dava sul Borgo degli Ortolanila cui costruzione avvenne tra il 1548 e il 1562 per volontà di Don Ferrante I Gonzaga, governatore della città dal 1546 al 1554, all’epoca in cui questa era dominata dagli spagnoli, e dell’imperatore del Sacro Romano Impero Carlo V d’Asburgo. La prima testimonianza dei lavori di costruzione dei bastioni ci giunge dall’arcivescovo di Zara Andrea Minuti che nell’ottobre del 1549, visitando Milano nel suo viaggio da Venezia a Parigi, ricorda nel suo diario che rimase stupito di come una così vasta città non avesse delle mura di difesa, anche se costatò che ne vide l’opera in corso. Demolita già nel 1571, sorgeva al centro di quella che in epoca moderna si chiama piazzale Biancamano, all'imbocco delle attuali via Bramante e viale Montello.

Si collegava col borgo fuori le mura detto degli Ortolani o della Trinità, e che a sua volta proseguiva verso la Cagnola (via Canonica e via Piero della Francesca) dove si biforcava per Gallarate e Saronno, quindi risultava una via d’accesso secondario ma ugualmente importante per il territorio circostante. Oltre alla mancanza di immagini e documenti relative a Porta Tenaglia, vi è anche l’aspetto toponomastico nel corso del tempo a lasciare un po’ perplessi: nella mappa del Clarici del 1579, ma in nessun’altra delle tante che si possono trovare, l’attuale Porta Tenaglia viene indicata come Porta Comasina, mentre l’attuale Porta Comasina è chiamata Porta Fontana.

Nelle mappe seicentesche, invece, il Marco Antonio Barateri e successivi la denominano “Portello” (simmetricamente a quello che sta a sud-ovest del Castello) ed è solo a partire dal Catasto Teresiano (dal 1718 al 1760) che la troviamo denominata Porta Tenaglia.

Comunque una delle più antiche attestazione per Porta Tenaglia la si può trovare a pagina 346 del Gridario generale delle gride, bandi, ordini, editti … per ordine dello governatori che hanno governato lo stato di Milano… , Milano, Pandolfo Malatesta, che riproduce una legge del 19 ottobre 1695, nella quale è elencata anche una “Porta Castello”. 

Giusto per aggiungere un’altra variante alla storia di questo varco cittadino, nella mappa del Richini del 1603 viene indicato il nome “Porta della Trinità” al posto di Tenaglia, per via della prossimità della chiesa situata dopo la porta che era era intitolata alla Trinità.

Inizialmente i varchi principali realizzati nelle mura erano solo 6, iniziando da nord e in ordine destrogiro: Porta Comacina (poi intitolata a Garibaldi); Porta NovaPorta Orientale ( (“Venezia”, intitolata temporaneamente “Riconoscenza” in epoca napoleonica); Porta RomanaPorta Ticinese “Cicca” (poi intitolata temporaneamente “Marengo” in epoca napoleonica) e Porta Vercellina (poi intitolata “Magenta”). Alle quali si aggiungevano Porta Tosa (Vittoria), Porta Vigentina e Porta Lodovica (Tosa succursale di Orientale, Vigentina succursale di Romana e Lodovica succursale di Ticinese). Mentre ai lati del Castello vennero aperti due piccoli varchi, uno a Ponente (il Portello, all’altezza dell’odierna piazza Virgilio) e uno a nord-est (Porta Tenaglia). Successivamente vennero aperti i varchi minori: Barriera Principe Umberto (odierna piazza della Repubblica), Porta Monforte, Porta Genova, Porta Sempione (Arco della pace) e, ultima, Porta Volta.

Oggi, della Tenaglia e della porta con lo stesso nome non rimane che il toponimo della via, più ampio un tempo visto che le piante storiche riportano “strada del dazio di Porta Tenaglia”, oltre –ma solo in quelle di fine Ottocento (Piano Beruto)– all’esistenza di un “viale di Porta Tenaglia” corrispondente all’intero percorso del Bastione tra la Porta Tenaglia stessa e l’Arco della Pace, quindi prima che venisse dato il nome agli odierni viale Elvezia, viale Douhet, viale Byron e via Bertani. Infine risale al 2017 la proposta, votata unanimemente dal Municipio 1, di recupero e valorizzazione dei vecchi toponimi legati alle porte cittadine, tra cui quella di intitolare “Giardini di Porta Tenaglia”, la piazzetta verde collocata tra l’imbocco di via Maggi e viale Elvezia, oggi priva di un nome.

Progettata nel 1521 dall'architetto Cesare Cesariano a difesa del Castello, metteva in comunicazione la città col Borgo degli Ortolani, oltre che le strade Gallaratese e Varesina.

La porta non ebbe particolare fortuna, tanto da essere demolita già nel 1571 da Alfonso Fonseca, che preferì come sistema di difesa l'allungamento del fossato del castello. Il nome di tenaglia rimase ad indicare il borgo (e la moderna via di Porta Tenaglia), mentre la sua funzione venne sostituita agli inizi dell'Ottocento da Porta Sempione.

Dal 1810 l'area venne collegata con Porta Nuova e Porta Comasina. Con l'apertura del Cimitero Monumentale e l'interruzione della Strada Comasina da parte della ferrovia, nel 1880 venne poi aperta una nuova porta nei pressi del bastione d'angolo, denominata Porta Volta.

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