domenica 5 dicembre 2021

GIAMBELLINO

 

Il Quartiere Giambellino (o semplicemente il GiambellinoQuarter Giambellin in dialetto milanese) è un quartiere parallelo, sia topologicamente che storicamente, al Lorenteggio, con cui oggi da molti è identificato come una parte di un'unica entità comunemente citata sulle mappe come quartiere Giambellino-Lorenteggio (o viceversa Lorenteggio-Giambellino). Il Giambellino, che prende il nome dalla via arteria principale che percorre tutta la lunghezza, è un quartiere variegato e dalle molteplici identità: il Giambellino è oggi uno dei quartieri più multietnici di Milano. Il Giambellino, cinquantamila residenti, nasce nel 1925, attorno alle cascine. Prima area urbanizzata quella delle fabbriche, poi si cominciano a costruire le case di ringhieranasce nella prima metà del Novecento dall’estensione della zona industriale di porta Genova, dovuta alla vicinanza del Naviglio Grande e della Ferrovia Milano-MortaraLe prime case sono popolari, con una forte matrice operaia. Mentre Milano si popola di immigrati provenienti da zone sempre più lontane, la fabbrica è l’esperienza intorno alla quale si sviluppa l’identità del Quartiere, fatta di orgoglio professionale e solidarietà.

Una storia sfaccettata quella del Giambellino, scritta dagli emigranti italiani di ritorno dalla Francia (e alloggiati da Mussolini nel quartiere), ma anche percorsa dai moti della Resistenza; dalle collaborazioniste del fascismo rasate per vendetta in piazza Tirana (le ciocche di capelli sono riemerse con i lavori per il tram), fino al dopoguerra e alla ligera, la piccola malavita di una volta. 

Nel secondo dopoguerra, la relativa vicinanza al Centro e la costruzione sul margine settentrionale della zona della prima linea metropolitana attirano in zona un ceto più benestante. Il quartiere si sviluppa con direttrici sud-nord e est-ovest, a partire dal centro città e dalle vie di comunicazione sulle quali sono nate le fabbriche, fino a raggiungere una densità considerevole, conservando una quota estremamente rilevante di patrimonio abitativo pubblico, a rinnovare l’identità storica del quartiere nonostante la grande ondata migratoria dal sud.

Passando per il gangsterismo, quando in piazza Tirana si giocava a dadi sotto la protezione di Francis Turatello.  Dall’esperienza del Centro culturale Crud (Centro rionale di unità democratica), inaugurato alla presenza di Paolo Grassi e Giorgio Strehler alla scuola sperimentale Rinascita.  Qui, tra gli anni 60 e 70 è cresciuto Renato Vallanzasca. Ma qui hanno abitato anche Richi Maiocchi dei Camaleonti, Lucio Battisti, Diego Abatantuono.

Dai famosi Duilio Loi, campione del mondo di boxe e Giorgio Gaber, alla meno famosa Tosca, elegantissima ed esile signora che si nutriva con il Bianco Sarti. Personaggi quasi felliniani, come la “trippaia” che gestiva il negozio di trippe vicino al bar, dotato di una vasca di marmo bianco in cui decantavano allegramente foiolo e riccia, la merciaia Astolfi al civico 56, o il fornitissimo Foderami Gnocchi, al civico 41 riferimento indiscusso per la vendita di stoffe, bottoni e fodere alle sarte della zona.

Ha sto i natali alla canzone Cerutti Gino di Giorgio Gaber.

Al civico 56 di Via Giambellino vi erano ubicate le famose Cantine Paracchini, all’inizio della via, il Cinema Ducale, in piazza Napoli 7, che apre i battenti nel 1938.

 Al famoso «Rondò Giambellino» terminavano la loro corsa i tram n. 9 e 28. Qui stazionava una traballante corriera detta «Carioca» che, percorrendo l'ultima parte di via Giambellino, sostava in piazza Albania (oggi piazza Tirana) e proseguiva fino alla stazione di San Cristoforo. Lì si trovavano i primi negozi, naturalmente quelli indispensabili: il panettiere, il droghiere, il lattaio. Poco dopo comparvero anche le bancarelle di frutta e di verdura agli angoli delle strade.

La più vicina scuola elementare era quella di via Vespri Siciliani.

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