venerdì 12 novembre 2021

CONTRADA DELLA VETRA

Il confine della contrada andava dal Carrobbio a piazza Bertarelli, dove confinava con la contrada delle Cornacchie, per poi proseguire lungo corso Italia sino alla Pusterla di Sant'Eufemia, dove confinava con il sestiere di Porta Romana. Poi il confine seguiva la Cerchia dei Navigli fino alla Pusterla della Fabbrica, dove confinava con la contrada del Torchio.
Entro i confini della contrada si trovavano la basilica di San Lorenzo, la chiesa dei santi Simone e Giuda, la chiesa di san Vito al Carrobbio (originariamente dedicata a san Salvatore) e la chiesa di San Pietro in campo lodigiano.
Sull'origine del nome "Vetra" ci sono tre ipotesi: la prima è che derivi il suo nome della famiglia nobiliare milanese dei Vetra (o Vetula), la seconda è che la denominazione provenga dal "castrum vetus" (ovvero dal nome della più antica delle quattro fortificazioni che difendevano, insieme alle mura e alle torri, la Milano romana, e che si trovava poco lontano dalla basilica di San Lorenzo), mentre la terza coinvolge la scomparsa via Vetraschi, così chiamata dai conciatori di pelle (chiamati "vetraschi" poiché raschiavano le pelli con dei vetri), che erano particolarmente concentrati in quella via.
Dell'antico toponimo della contrada è giunta sino a noi solo la moderna piazza Vetra, che si trova adiacente alla basilica di San Lorenzo, e il nome del Canale Vetra. Un tempo il toponimo "Vetra" era anche proprio dell'attuale via Gian Giacomo Mora, che si chiamava via Vetra dei Cittadini, e della già citata via Vetraschi, continuazione della precedente. 
Degno di nota fu l'ospedale della Colombetta, cui Bonvesin de la Riva diede parte delle sue sostanze, che si trovava nei pressi dell'incrocio tra via della Chiusa e via dei Vetraschi. In epoca romana, entro i confini della contrada ma fuori dalle mura medievali, si trovavano l'anfiteatro romano, grande circa l'Arena di Verona e situato tra le moderne via Olocati, via De Amicis (un tempo chiamata via Santa Maria della Vittoria) e via Arena, e la Torre dell'imperatore, ovvero una torretta fortificata che difendeva il centro regolatore delle acque cittadine e che prendeva il nome, probabilmente, da Manuele I Bisanzio, finanziatore della ricostruzione delle mura di Milano dopo le distruzioni operate da Federico Barbarossa.
La contrada della Vetra è una delle zone di Milano dove sono stati trovati la maggior parte di ritrovamenti archeologici, sia oggetti seppelliti che resti di edifici, ascrivibili all'epoca romana. Tra i più celebri, ci sono le Colonne di San Lorenzo, ovvero sedici colonne con capitelli corinzi che sostengono la trabeazione. Esse provengono da edifici romani diversi e risalenti al II o III secolo. L'assemblaggio che si vede oggi fu realizzato in epoca medioevale, fra l'XI e il XII secolo: vennero trasportate nell'attuale locazione a completare la nascente basilica di San Lorenzo. Le più importanti ricerche archeologiche per scoprire a quali edifici appartenessero originariamente le colonne di San Lorenzo sono state compiute nella contrada della Vetra.

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