In passato Porta Orientale identificava inoltre uno dei sei sestieri storici in cui era divisa la città, il Sestiere di Porta Orientale. La porta era conosciuta anche come Porta Renza, storpiatura come nel caso di Porta Orientale della primitiva Porta Argentea di età romana. L'antica denominazione orientale di Porta Venezia non si riferisce - come è dato comunemente credere - al fatto che sorga ad est della città (sorge infatti a nord est del centro di Milano e la più orientale della città sarebbe Porta Tosa); essa deriverebbe invece dall'antico toponimo latino della porta, che si apriva verso Argentiacum, l'attuale Crescenzago.
L'attuale complesso daziario che costituisce Porta Venezia venne realizzato fra il 1827 ed il 1828 su progetto dell'architetto bresciano Rodolfo Vantini che si aggiudicò il concorso bandito nel 1826 cui parteciparono 32 concorrenti. Sia il progetto del Vantini che la Commissione selezionatrice ricevettero però ampie critiche: Porta Nuova (1813) dello Zanoia aveva infatti ricevuto le forme classiche dell'Arco di Tito; più grandioso ancora era l'arco di Porta Ticinese eretto dal Cagnola; massiccia e dorica era la struttura dell'arco di Porta Comasina (1826) (poi Porta Garibaldi); la nuova Porta Venezia non era invece neppure una porta e il pubblico si era aspettato che in qualche modo ricalcasse le forme classiche e monumentali dell'arco provvisorio che era stato eretto nel 1825. In più i due caselli daziari posti in mezzo al corso erano talmente bassi che dovettero essere rialzati nel 1829 con un piano a forma di dado e ricevettero il titolo di barriera e non di porta. Tuttavia la monumentalità della nuova barriera era assicurata dall'imponente apparato di statue, bassorilievi e nicchie, impianto che ricevette elogi universali.
L'impianto scultoreo venne aggiunto solo nel 1833: una larga trabeazione corona i due corpi cubici dorici principali; nelle metope si alternano bassorilievi con elmi e corone d'alloro. Sulla parte alta degli interpilastri trovano collocazione otto bassorilievi narranti episodi della storia di Milano: La fondazione di Milano (Luigi Marchesi); La difesa degli Insubri contro l'invasione romana (Stefano Girola); Ritorno dei milanesi in città per opera della Lega Lombarda (Francesco Somaini); Ingresso nella città di Massimiano Erculeo (Abbondio Sangiorgio); Giovanni Galeazzo assume il titolo di Duca (Somaini); Francesco Sforza che mette le fondamenta dell'Ospedale Maggiore (Sangiorgio); Ingresso di Francesco I in Milano nel 1815 (Girola) e L'arciduca Ferdinando a Brera (L. Marchesi).
Nelle nicchie poste al primo piano, sulle due facce rivolte verso il centro città e verso la periferia sono presenti otto statue più grandi del vero; verso il centro L'eternità (Gaetano Monti), La concordia (Pompeo Marchesi), La Giustizia ( Marchesi) e La Fedeltà (Monti); verso la periferia Cerere (Demetrio Gandolfi), Minerva (Benedetto Cacciatori), Mercurio (Cacciatori) e Vulcano (Gandolfi). Nel 1857 in occasione della visita a Milano dell'Imperatore d'Austria Francesco Giuseppe I e della consorte Elisabetta, venne eretto un arco di trionfo temporaneo, in legno, fra i due caselli. Al tempo era usanza di erigere questo genere di architetture temporanee in occasioni particolarmente solenni: in occasione della stessa visita, sul percorso del corteo imperiale, venne eretta una cappella in stile neoromanico al Rondò di Loreto e un palco d'onore con baldacchino in piazza Duomo, sul lato del Coperto dei Figini.
Nel 1860 venne ribattezzata Porta Venezia, in nome della città rimasta austriaca dopo l'"incompiuta" seconda guerra d'indipendenza (1859) e nel 1882 la grande piazza, su cui sboccano ben otto strade, venne intitolata a Guglielmo Oberdan, l'irredentista giuliano impiccato dagli austriaci.
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