domenica 6 giugno 2021

BORGO DELLA MADDALENA

Il territorio, che fa parte del Comune dei Corpi Santi di Porta Vercellina, poi Porta Magenta, nel 1873 è annesso al Comune di Milano, ma l’annessione non muta come d’incanto l’aspetto del luogo, che continua ad essere ancora per alcuni decenni un’area agricola.
Fin dall'XI secolo gli spazi delle attuali piazza Wagner e piazza De Angeli presentano insediamenti più consistenti, che attribuiscono loro la denominazione di borgo San Pietro in Sala e borgo Maddalena; al di là, oltre l’attuale circonvallazione della 90-91 (viali Bezzi, Misurata..) è “aperta campagna”: una distesa di campi, attraversati da un reticolato di rogge, fontanili, acquitrini che spariscono all’orizzonte nella nebbia, nel grigio della pianura.
Il paesaggio è suggestivo, l’area è vasta, ricca di corsi d’acqua che consentono un’irrigazione capillare del territorio e lo rendono particolarmente fertile, adatto alla coltivazione di orti, riso, frumento, granoturco e foraggio.
Il terreno presenta anche strati argillosi, utili alla produzione di laterizi, indispensabili per la costruzione.
L’estrazione di sabbia e ghiaia nelle cave di via Gulli, lungo via San Gimignano e in direzione Inganni e Bisceglie, la preesistenza di fornaci nell’attuale via Soderini presso Primaticcio, a cascina Arzaga, o presso l’attuale piazza Amati favoriranno a partire dal Novecento la formazione di numerosi insediamenti in zona e nei quartieri limitrofi.

Tra i corsi d’acqua del territorio spicca l’Olona, che nel suo tracciato originario scorreva in via Sacco e ancora a inizio Novecento tra piazza De Angeli e via Marghera era attraversato da un ponte; spesso il fiume esondava e la stessa area della Maddalena era anche nota come Isola, perché solitaria tra i prati, invasi d’acqua.


Il suo corso tortuoso e le esondazioni frequenti costituivano un ostacolo allo sviluppo dei quartieri Magenta e Solari, tanto che l’amministrazione comunale decide di modificarne il percorso e di realizzare un nuovo alveo a pendenza regolare e calcolata lungo l’attuale corso della circonvallazione esterna: si formano così i viali che da piazzale Lotto arrivano a piazza Napoli. Ancora negli anni ’50 e ’60 del Novecento l’Olona scorre all’aperto e talvolta esonda, specie nei pressi di piazzale Tripoli, per ovviare al problema si avviano i lavori di tombinatura e di copertura del fiume, dove attualmente scorre la corsia preferenziale della filovia 90 - 91.
Anche gli altri corsi d’acqua presenti nel territorio negli anni ’50 e ‘60 sono prosciugati, tombinati, coperti o trasformati per lo più in collettori fognari; ormai interrati “dal progresso”, lasciano il posto alle strade e scompaiono nel sottosuolo.
Rogge e fontanili oltre a rivestire un’importanza per la fertilità del terreno sono stati rilevanti anche dal punto di vista amministrativo, ad esempio la roggia Cagnona che scorre lungo via Chinotto fino al 1923 segnava il confine tra il Comune di Milano e il Comune di Baggio e fino al 1931 delimitava il territorio tra la parrocchia di San Pietro in Sala di Milano e la parrocchia di San Giovanni Battista di Trenno.
La roggia San Vittore fungerà da scolmatore per la futura stamperia De Angeli, i fontanili San Carlo, Restocco e Castelletto, ancor oggi presenti sotto le vie della zona, per secoli hanno bagnato i terreni delle cascine che in quest’area erano particolarmente numerose.

L’attuale quartiere De Angeli-Frua, infatti, sorge su un antico borgo di campagna, sulle rive del fiume Olona, conosciuto come quartiere della Maddalena, per via della colonna votiva dedicata a Maria Maddalena, commissionata da Carlo Borromeo alla fine della peste del 1575, ed ancora in piedi, proprio in Piazza De Angeli.

Il borgo ha vissuto verso la fine dell’Ottocento una vera e propria rivoluzione dal punto di vista urbanistico, industriale e sociale, grazie a due eccellenti personalità per la città di Milano: Ernesto De Angeli e Giuseppe Frua.

Lo sviluppo e la trasformazione del borgo della Maddalena inizia nel 1872 quando venne fondata, sfruttando le acque del fiume Olona, l’industria dei tessuti stampati di Ernesto De Angeli, che a poco a poco, unendosi nella collaborazione con Giuseppe Frua, creò un notevole polo industriale tessile, attivo a livello internazionale, lasciando in eredità alla città di Milano un villaggio-operaio, quartiere-giardino tutelato dal 2003 da vincolo paesaggistico.

Il quartiere De Angeli Frua deve la sua moderna costituzione e il suo valore storico-sociale, prima di tutto all’intuizione e alle capacità imprenditoriali di Ernesto De Angeli.









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