giovedì 17 febbraio 2022

IL MALCANTONE DI VIA TORINO

Era un  insediamento di facchini, presso la Contrada della Balla (poi Via Palla), che un tempo si estendeva anche sull’attuale Via Lupetta. Ma come Corsia della Balla si indicava anche la zona che giungeva fino all’attuale chiesa di San Sebastiano e a quella di San Giorgio al Palazzo, come parte di quella che diverrà con l’Unità d’Italia, l’attuale Via Torino. L’antico nome deriva infatti da «Balle», che erano quei fardelli di merce varia che i facchini si caricavano sulle spalle, a servizio dei mercanti della zona. Ed in questa contrada i facchini avevano infatti la loro corporazione, tanto che la via era soprannominata dei “facchini della Balla”. Al servizio dei Pusterla , signori della contrada, tra i vari incarichi, avevano quello di trascinare una volta all’anno un gigantesco cavallo di legno da S. Sebastiano fino al Duomo. Tale usanza era detta infatti “Facchinata del Cavallazzo”, ma come ricompensa dei servigi resi, i facchini continuarono a ricevere in concessione dai potenti signori un ampio cortile, proprio dentro le case dei Pusterla, detto appunto «la Balla», per radunarvi le loro mercanzie.
L’ingresso era dall’attuale Vicolo Pusterla dove ancora oggi campeggia un’edicola, con una Madonna detta appunto dei Facchini.
Dal XIV sec., fino al 1810 nella contrada si svolgeva anche il mercato dei polli, burri e latticini, oltre che di olio, in franchigia di dazio. Dal deposito ogni anno si prelevava un otre pieno di olio per la lampada che ardeva presso il corpo di S. Aquilino, nella chiesa di San Lorenzo. Secondo la leggenda, il corpo del santo, ucciso da alcuni eretici, sarebbe stato rinvenuto nella zona della Balla, dai facchini che vi lavoravano. Da allora, S. Aquilino fu eletto loro patrono e i facchini si riservarono l’onore di fornire l’olio e la cera occorrente per il suo altare.
Insomma tutto il primo tratto di Via Torino, che manteneva ancora l’impianto dell’antica città romana, era ingombro di merci, magazzini e depositi. La stessa Via delle Asole prendeva il nome da un uso legato al mestiere dei facchini. Infatti era il luogo dove transitavano i carrettieri con le loro asine.
E anche nelle zone retrostanti, nel Medioevo, in un’area compresa tra l’odierna Piazza San Sepolcro e il tempio di San Sebastiano, vi era una piazza, detta Corticella o Cancelleria, luogo di traffici e crocevia di mercanti, su cui si affacciava il fondaco dei Genovesi, base per i loro scambi commerciali a Milano.
E’ difficile da immaginare…Ma insieme ai facchini se n’è andato anche questo spaccato di vecchia Milano.

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