L’ingresso era dall’attuale Vicolo Pusterla dove ancora oggi campeggia un’edicola, con una Madonna detta appunto dei Facchini.
Dal XIV sec., fino al 1810 nella contrada si svolgeva anche il mercato dei polli, burri e latticini, oltre che di olio, in franchigia di dazio. Dal deposito ogni anno si prelevava un otre pieno di olio per la lampada che ardeva presso il corpo di S. Aquilino, nella chiesa di San Lorenzo. Secondo la leggenda, il corpo del santo, ucciso da alcuni eretici, sarebbe stato rinvenuto nella zona della Balla, dai facchini che vi lavoravano. Da allora, S. Aquilino fu eletto loro patrono e i facchini si riservarono l’onore di fornire l’olio e la cera occorrente per il suo altare.
Insomma tutto il primo tratto di Via Torino, che manteneva ancora l’impianto dell’antica città romana, era ingombro di merci, magazzini e depositi. La stessa Via delle Asole prendeva il nome da un uso legato al mestiere dei facchini. Infatti era il luogo dove transitavano i carrettieri con le loro asine.
E anche nelle zone retrostanti, nel Medioevo, in un’area compresa tra l’odierna Piazza San Sepolcro e il tempio di San Sebastiano, vi era una piazza, detta Corticella o Cancelleria, luogo di traffici e crocevia di mercanti, su cui si affacciava il fondaco dei Genovesi, base per i loro scambi commerciali a Milano.
E’ difficile da immaginare…Ma insieme ai facchini se n’è andato anche questo spaccato di vecchia Milano.
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