giovedì 2 dicembre 2021

CINEMA PROVVISORIO

 

In Corso Vittorio Emanuele II, al civico 22, in pieno centro cittadino, si colloca il cinema Provvisorio, attivo intorno al 1920.

La sala, come si deduce dal nome, fu costruita in fretta e furia entro le mura perimetrali del palazzo in costruzione della “Nuova Galleria” che avrebbe ospitato, di lì a poco, il cinema Corso. Caratteristica unica di questo cinema era quella di proiettare su uno schermo opaco di vetro smerigliato.
Il Provvisorio è certamente un cinema di prima visione (come poi il Corso): lo si deduce dai manifesti nei quali il film in programma viene semplicemente annunciato, senza indicare le date di tenitura che dovevano, perciò, essere ragionevolmente lunghe.
All’interno del nuovo, imponente edificio della Galleria del Corso (costruito tra il 1926 e il 1930 da Pier Giulio Magistretti) esattamente al centro di corso Vittorio Emanuele si situa il cinema Corso.
La vasta ed elegante sala (2000 posti tra platea e galleria) viene inaugurata il 3 dicembre 1926 con una serata di gala alla presenza delle autorità cittadine;
La sala, progettata dall'ing. Mario Berretta, all'epoca è la più grande d'Europa. Si tratta di un'architettura con stucchi policromi, cariatidi dorate e pitture che simboleggiano il Tempo, opera di Umberto Calosci. Il cinema è dotato di un ampio palcoscenico che può ospitare fino a 36 professori d’orchestra i quali (ancora per poco) intonano le migliori colonne sonore dei film muti.
Il semplice nome, abusato in numerose città italiane, è scelto per meglio identificare questo tipo di sale che si collocano, in genere, nella via principale della città. Al Corso esordiscono i primi film sonori della storia del cinema ovvero l’hollywoodiano.

Il vasto locale si presta alle risate più sfrenate durante le commedie, al rimbombo degli effetti speciali durante le pellicole più spettacolari; inoltre, negli anni in cui era permesso fumare, in sala si forma sempre una gigantesca nuvola di fumo. La cabina è munita di proiettori Cinemeccanica, dapprima a carboni, poi automatici: si tratta di una delle prime sale a Milano, insieme ad Astra ed Excelsior, a dotarsi di questi impianti. Nel 1950 e nell'estate del 1965 il cinema Corso rimane chiuso per lavori di ammodernamento (i posti, con quest'ultimo intervento, vengono ridotti a 1816).
Superata una serie di porte a vetri, ci si trova in un vasto atrio con due grandi colonne; la cassa è collocata a destra: ai suoi lati si trovano due porta-fotobuste sovrastati dalle scritte al neon Corso (a sinistra) e Ariston (a destra). Sulla destra della cassa si trova un'altra serie di porte a vetri utilizzate come uscite, che spesso vengono scambiate per entrate dagli spettatori provenienti dalla galleria. Nel locale vi sono inoltre numerose pubblicità di negozi o altre attività. L'atrio confina, a sinistra, con il noto bar Le Tre Gazzelle, che però non ha mai fatto parte del cinema (nonostante la vetrata in comune). Percorrendo un lungo e largo corridoio sulla sinistra, si giunge alla platea, mentre uno scalone centrale porta alla galleria. Le uscite di sicurezza della platea sfociano nella Galleria del Corso, mentre quelle della galleria conducono nella retrostante piazza Beccaria.

Caratteristica unica dei cinema Corso e Ariston, è quella di avere due forniture separate di energia (Enel e Aem), così se mancava l’una, si poteva utilizzare l’energia dell’altra! 
Le ultime quattro file in fondo erano le peggiori: la visuale permetteva a malapena di vedere metà della proiezione sullo schermo! 
Quando si proiettavano film estremamente popolari, come i cosiddetti "cinepanettoni natalizi" il pubblico in coda era spesso indisciplinato, si creavano saltuariamente risse e poteva capitare che le porte a vetri venissero mandate in frantumi, cosicché alle maschere e agli operatori toccava ripulire l’atrio.
Con l'avvento del nuovo millennio il contratto d'affitto scade e il progetto di un rinnovo con la creazione di una multisala con Corso e Ariston più un ristorante non si concretizza. Come è purtroppo successo con altri cinema, ancora una volta la proprietà preferisce monetizzare vendendo la grande struttura e il cinema Corso chiude il 28 gennaio 2001.

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