martedì 9 novembre 2021

CINEMA TEATRO METRO ASTRA


 Al civico 21 di corso Vittorio Emanuele - poco oltre il Trianon (ubicato al civico 15) – nel 1905 inizia l’attività il cinema teatro Excelsior: si tratta di una delle prime sale cinematografiche nella storia di Milano. Il nome si ispira a quello del celebre balletto di Luigi Manzotti e Romualdo Marenco (Scala, gennaio 1881).

Intorno alla metà degli anni dieci, il locale cambia gestione e chiude per ristrutturazione. La sala viene ampliata e riprende l’attività nella primavera 1919 con il nome di cinema Silenzioso, così denominato perché - a seguito degli interventi migliorativi effettuati - è il primo cinema milanese ad avere una cabina di proiezione insonorizzata, così da evitare che gli spettatori siano disturbati dal ronzio del proiettore.
Sui manifesti tipografici, fino ai primi mesi del 1922, si trova costantemente scritto “cinema teatro Silenzioso, già Excelsior”.
Per accedere al locale da corso Vittorio Emanuele bisognava percorrere un lungo corridoio pieno di manifesti cinematografici.
La gestione del Silenzioso fa capo a Paolo Bosia, esercente anche dei cinema Commenda, Aquila d’Oro, Garibaldi, Monforte, nonché titolare di una società di distribuzione, la Bosia Film.
Bosia fu uno dei primi operatori del settore a realizzare un’integrazione verticale del ciclo produttivo di un film, abbinando distribuzione ed esercizio cinematografico.
La programmazione del cinema è specializzata in film western - frequenti le pellicole con Tom Mix - e il pubblico del Silenzioso partecipa vivacemente alle vicende.
Quando, ad esempio, si rompe la pellicola, evento peraltro abbastanza frequente all’epoca, in sala scoppiano grida di furore, come pure quando l'immagine va fuori quadro o addirittura si rovescia. Vicino al pianoforte - le cui sonorità accompagnano i film - sono collocate le panchine senza schienale, le più economiche, dalle quali a volte cadono per terra gli spettatori più agitati.
Ironicamente, il cinema Silenzioso diviene noto in città proprio per il rumore assordante del suo pubblico.
Negli anni venti il Silenzioso inizia le proiezioni al mattino e, tra i ragazzini che saltano la scuola per assistere alla prima proiezione mattutina è spesso presente il giovane Dino Risi.
La pubblicità alla programmazione del Silenzioso avviene principalmente mediante affissione nelle vie del centro di manifesti tipografici, del cosiddetto formato “elefante”, ovvero cm 100 x 70; i manifesti nei primi anni vengono stampati dalla tipografia Il Manifesto, in via Chiossetto 7; negli anni successivi il cinema si rivolge alla tipografia La Grafica in viale Monza, 5.
Sul finire degli anni venti il locale inizia ad apparire sulle pagine dei quotidiani milanesi.
All’inizio degli anni trenta il Silenzioso si attrezza per i film sonori e nel 1932 pubblicizza i film con la dicitura “parlato in italiano”.

Sette anni dopo il medesimo sito urbano ospita il prestigioso cinema Astra
La vasta sala (circa 1100 posti), situata nella zona centrale di corso Vittorio Emanuele (sempre al n. 21; in seguito diventerà n. 11), viene inaugurata nel settembre 1941 con il valido film italiano E’ caduta una donna (Guarini, 1941), al quale fa seguito Intermezzo 
(1939, Ratoff) con Ingrid Bergman e Lesile Howard.



Trattandosi di una sala storica – sorta prima dei bombardamenti bellici – essa (come i vicini Corso e Odeon) occupava l’intero edificio, senza far ricorso a spazi sotterranei.
L’Astra è l’unico cinema in città dotato di sotterranei di protezione dai bombardamenti, probabilmente anche perché inaugurato a guerra in corso ed è uno dei soli otto cinema (un altro era l’Excelsior) in grado di riprendere le proiezioni il 3 settembre 1943, dopo i pesanti bombardamenti di agosto.
La sala già nel dopoguerra istituisce – in grande anticipo sui tempi – il sistema di prenotazione e assegnazione dei posti numerati, come a teatro: la cassa è aperta dalle 10 del mattino e la cassiera mette le crocette nei quadratini corrispondenti ai posti prenotati.
E’ inoltre il primo cinema milanese ad impiegare le ragazze come maschere.
All’inizio si chiama semplicemente cinema Astra, mentre a partire dalla seconda metà del 1956 modificherà l’intestazione in Metro-Astra - durante gli anni in cui viene gestito direttamente dalla Metro-Goldwyn-Mayer - per poi tornare, intorno al 1973, alla denominazione Astra.
Negli anni di gestione MGM il locale è la migliore sala milanese in quanto a qualità della struttura, alla quale si affianca anche un’offerta di film di alto valore spettacolare e, non di rado, anche artistico.
La forza economica della major hollywoodiana di quegli anni, permette al Metro-Astra di avere standard di offerta mai più raggiunti dalle sale cittadine. Talvolta l'apertura è dal mattino. Da segnalare la presenza di un sipario, che viene aperto e chiuso prima e dopo ogni proiezione.
Un ampio personale, tutti dipendenti MGM, composto da direttore, due cassiere, proiezionisti, ben cinque mascherine in sala; queste ultime hanno il compito di accompagnare sempre lo spettatore alla propria poltrona, anche in caso di sala vuota.
Il magnifico atrio con doppia scalinata a ferro di cavallo creato dall’architetto Cavallé possiede una solennità simile a quella presente nell’atrio del Radio City Hall di New York.
L’arredamento è eccellente, come pure la relativa manutenzione: ogni anno si imbianca il locale; la moquette del cinema, con i caratteristici arabeschi, arriva direttamente dal Regno Unito ed è curata da tecnici inglesi. Durante i mesi più freddi d’inverno e più caldi d’estate, alcuni addetti misurano con cadenza settimanale la temperatura in sala e mandano il resoconto a Londra, alla sede europea della MGM.
Lo splendido lampadario dell’atrio è fatto con vetri di Murano e da Murano arrivano per espresso i pezzi di ricambio; una volta all’anno si procede alla pulizia del lampadario: attraverso la scala condominiale si accede all’interno del lampadario, dove entra un operaio che, in piedi, procede al lavaggio ad acqua.
Lo schermo del cinema Metro-Astra: viene sostituito ogni anno per garantire sempre un’ottima luminanza; velluti rossi lo riquadrano; l’ordine tassativo è: in sala non si deve mai vedere lo  schermo bianco! Quando si proiettano film in formato panoramico, i velluti si alzano verso il soffitto; quando i film sono in cinemascope, i velluti scendono dal soffitto e si aprono ai lati. Ogni proiezione si apre rigorosamente con il ruggito del Leone MGM. La sala (di proprietà del Sig.Corridoni) è collegata all'Astragames, un'ampia sala giochi ricavata sotto al cinema che funge da "cambia-moneta" per la cassa dell'Astra e di altri cinema del centro.
Tra le gestioni che si sono succedute
 nel locale, ricordiamo il circuito Spiaggia (Ambrosiano, Metropol, America, Eden, Piccolo Eden) e la famiglia Bruciamonti, gestori fin dagli anni Trenta che, attraverso tre generazioni, hanno seguito numerose sale di Milano (Alcione, Astoria, Ariosto, Donizetti, Maestoso, Magenta). 
Ancora negli anni ottanta il cinema registra sempre una grande affluenza di pubblico; nei giorni festivi spesso il passaggio sotto i portici di Corso Vittorio Emanuele è bloccato dalla folla che si accalca contro i grandi portoni di vetro ancora chiusi, prima dell'apertura per il primo spettacolo. In questi frangenti, una volta aperte le porte, il pubblico si riversa nell'anti-atrio dove, sulla sinistra, l'impassibile cassiera, la signora Vittorina, riesce a mantenere la calma e a gestire gli spettatori che sgomitano, soldi alla mano, per acquistare per primi i biglietti.

Nell’estate 1986 il cinema Astra rimane chiuso per due mesi e mezzo e riapre il 31 agosto di quell’anno completamente rinnovato come poltrone, impianti e pavimenti. Il locale riduce lievemente  la sua capienza, a favore di poltrone ampie e comode. La gestione ora fa capo alla società Cinema 5 del gruppo Mediaset, che controlla anche Odeon e Metropol.
Nonostante sia una delle migliori sale sulla piazza milanese, questo non basta a salvarla dalla concorrenza congiunta di home video, multiplex e pirateria cinematografica: il cinema Astra chiude nel 1999 e il suo spazio viene occupato prima da un negozio di orologi (che interessa solo l’imponente atrio), poi da un grande magazzino d'abbigliamento con i magazzini e l’entrata del personale al posto della sala giochi sotterranea.

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