preesistenze;
Notizia L'area era già stata occupata in passato dalle fortificazioni romane del primo castrum, che in quest'area piegava verso nord, girando attorno ad un torrione con funzione di cisterna, che aveva anche funzione di posterla verso l'area malsana dei pantani dell'area del laghetto che qui aveva il suo naturale invaso. Lo stesso Piermarini durante gli scavi di fondazione del Teatro, ne ritrovò i resti, sia del torrione con un diam. di 16 m. sia delle mura di spessore di 3 m.
Nel 1779 si ha l'inaugurazione del teatro del Piermarini con La Fiera in Venezia di Antonio Salieri. La struttura entra in funzione non solo come teatro, ma come luogo di divertimento: si cenava, si giocava d'azzardo e si organizzavano veglioni.
Nel 1872 viene ceduta la proprietà dallo Stato al Comune, così come avviene alnche per l'altro regio teatro, quello della Scala. Ma L'attività regolare del teatro era cessa dal 1874 ed era proseguita solo con spettacoli saltuari.
Nel 1893 Sonzogno aveva acquistato il Teatro della Cannobiana e lo aveva trasformato in Teatro Lirico col nome di "Grande Teatro Civico Internazionale". Incarica lo Sfondrini di rinnovarlo completamente all'interno. Nel 1894 si ha l'inaugurazione. Per l'occasione viene demolita la passerella aerea che collegava il teatro con il Palazzo Reale. La nuova attività inizia con l'opera La martire di Spirio Samara.
Saranno date importanti prime di Cilea, Giordano, Leoncavallo, Massenet e Berlioz. Nel 1904 si ha qui la prima rappresentazione al Teatro Lirico di Milano della tragedia pastorale La figlia di Jorio di Gabriele d'Annunzio. il 15 febbraio 1910 si tiene qui una serata futurista. Palazzeschi declama le poesie Fontana malata e L'orologio. Vi sono violenti scontri dentro e fuori il teatro non per motivi estetici, ma tra persone favorevoli o contrarie alle lotta per la liberazione di Trento e Trieste.
Dopo la Prima Guerra Mondiale, per qualche tempo, nel ridotto, si insediava la "Piccola Cannobiana", sala destinata a spettacoli ed eventi d'eccezione. Nel 1920 si svolge qui la seconda Adunata Nazionale dei Fasci di Combattimento, con un importante discorso politico di Mussolini. Nel 1923 si ha qui la prima rappresentazione dell'operetta Il paese dei campanelli di Carlo Lombardo e Virgilio Ranzato
Nel 1932, il Faludi ne rinnova di nuovo la sala. Nel suo isolato viene ospitato il rinomato locale Bella Napoli.
Nel 1937 un violento incendio lo devasta interamente, lasciando in piedi solo l'involucro esterno. Viene riaperto nel 1939, dopo il rifacimento degli arch. Cassi-Ramelli e Gerla, che conservano del vecchio teatro la sola facciata sulla Via Larga. Il mosaico dell'ingresso è del pittore Roberto Aloi.
Nell'agosto 1943 subì una feroce devastazione a seguito dei violenti bombardamenti che colpirono la città. Viene sottoposto dopola guerra a lunghe opere di restauro.
Nessun commento:
Posta un commento