lunedì 1 novembre 2021

TEATRO SAN MARTINO

A qualche passo dal Duomo, fra la Corsia dei Servi e la Piazza Beccaria, sorgeva il vicolo San Martino. Qui, fra la fine del XVIII e l'inizio del XIX secolo, esisteva il

palazzo di Giovanbattista Colla, un ricco commerciante proprietario di una rivendita di legna, carbone e foraggi ("sostra" era il nome che veniva dato a questi edifici), fornitore prima dell'Imperial Esercito Austriaco e poi delle Armate degli invasori Francesi. Nel 1805 egli battezzò nella chiesa di Santa Maria alla Corsia dei Servi, oggi San Carlo al Corso, il figlio Carlo Gaspare Gioachino, detto Giuseppe, "Compadre il Signor D. Gioachino Valcharzer Cordoba figlio del fu D. Pietro della Parrocchia di San Sepolcro", come attesta il certificato di battesimo ritrovato nell'archivio parrocchiale a firma del Curato Borroni. 

Il nome altisonante del padrino sottolinea le amicizie di buon tono, le stesse che, con molta probabilità, affollavano le sale di casa Colla e assistevano agli spettacoli di marionette che vi si tenevano per diporto. Il Colla, infatti, secondo l'uso del tempo, aveva adibito una delle sale del palazzo per darvi spettacolo facendo costruire un teatro di marionette dotato di scenografie e di personaggi alti, all'incirca, quaranta centimetri. 

Lo spettacolo delle marionette nel teatrino di casa era una moda che accomunava le famiglie aristocratiche e quelle della borghesia, come attesta Goethe il cui Guglielmo Maister, fanciullo, assiste in casa della nonna paterna, nell'incantata atmosfera natalizia, allo spettacolo di Davide contro il gigante Golia. Carlo Goldoni adolescente, nelle delizie di Wipack, ospite dei Conti Lantieri, si esibisce in qualità di marionettista usando un teatrino dalle ricche decorazioni con mutamenti di sontuose scenografie, rappresentando "Lo sternuto d'Ercole" su versi di Martelli e musica di Hasse. I preziosi materiali teatrali di Casa Borromeo all'Isola Madre, costruiti da rinomati ed illustri artisti, sono un raro quanto ricco documento di tale consuetudine.
 Il Teatro San Martino, fra Corso Vittorio Emanuele II e la piazzetta Beccaria, ospitò alla fine del 1917 la sede del Comitato fra profughi udinesi e friulani gestendo gli aiuti prima che l'organizzazione venisse spostata nella sede del più grande e spazioso Teatro Dal Verme

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