
Nella prima metà dell’800 le case e le botteghe – in realtà catapecchie e minuscoli locali su strada per ciabattini e rigattieri – in Corsia dei Servi verranno abbattute per far posto a palazzi di prestigio in stile neoclassico, e sarà negli anni 1838-1847 che verrà edificata la monumentale chiesa di San Carlo al Corso. La maestosa mole a pianta circolare sorta sull’area della chiesa di Santa Maria dei Padri Serviti da cui, come si è ricordato, il nome dell’antica Corsia.
Inizia così la storia di un percorso signorile, raccontato più volte da Stendhal, con il passaggio delle carrozze sul far del tramonto, con ampio spazio verde in quella che è oggi via Marina, arredato per comodi e freschi conversari.
È il 19 novembre 1870 quando in un vecchio edificio del Corso, magazzino di mobili poi diventato caffè-concerto e quindi teatro, debutta El barchett de Boffalora.
Dal 1830 sino al 1859 era stata ridefinita dalla toponomastica Corso Francesco in onore dell’Imperatore d’Austria, Re del Lombardo-Veneto; con l’Unità d’Italia diventerà, come lo conosciamo, Corso Vittorio Emanuele II.
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