mercoledì 21 luglio 2021

BASILICA DI SAN CARLO AL CORSO

L’imponente basilica di San Carlo al corso, venne edificata nella prima metà dell’Ottocento in sostituzione della chiesa medievale di Santa Maria dei Servi, sede milanese dell’ordine dei Serviti.


L’ordine mendicante dei Serviti era giunto a Milano nel 1288, proprio all’inizio dell’espansione dell’Ordine fondato nel 1233 a Firenze, creando una piccola fondazione con sette padri. Il convento si trovava appena fuori dalle mura cittadine, così come tutti gli ordini mendicanti dell’epoca preferivano; esso si trovava nel luogo dove poi sorse il convento e la chiesa dei monaci fondati da san Pier Celestino, nell’attuale via Senato. Nel 1317 si trasferirono all’interno della cerchia fortificata, sempre nella zona di Porta Orientale, insediandosi nella preesistente chiesa dei Frati della Penitenza di Gesù Cristo, intitolata a Santa Maria del Sacco, che da loro mutuò il nome di Santa Maria dei Servi. Tale chiesa era parallela al corso, chiamato Corsia dei Servi. 



Dopo una presenza secolare nel 1799 la Repubblica Cisalpina decise di sopprimere il convento servita e quindi la chiesa divenne parrocchia retta da un sacerdote diocesano, don Giacinto Amati.
In quest’area il corso aveva una strozzatura e il Comune chiese un arretramento della chiesa per ampliare la strada che, a metà Ottocento, stava diventando una delle arterie più significative e rappresentative della città.


Venne presentato un progetto che non piacque alla Fabbriceria della chiesa che, a quel punto, si risolse di abbattere l’antico monumento e di ricostruire una basilica nuova, l’attuale (1832).
Il progetto venne affidato al fratello del parroco, Carlo Amati, professore a Brera, con funzioni anche presso la Commissione d’Ornato, l’organo che aveva la responsabilità del decoro cittadino
anche se il cantiere fu effettivamente guidato nel 1838-1847dall’architetto Filippo Pizzigalli.
La nuova chiesa fu realizzata in ringraziamento della cessazione di un’epidemia di colera, e dedicata a San Carlo Borromeo, il grande vescovo milanese, che si era occupato delle grandi epidemie di peste del XVI secolo.
L’intervento, risalente agli anni tra il 1814 e il 1847, creò un edificio a pianta circolare, preceduto da una bella piazza porticata e introdotto da un pronao su colonne corinzie. Nel progetto originario, al sagrato della chiesa avrebbe dovuto corrispondere, sull’altro lato della strada, un’esedra porticata, ma che non venne mai realizzata.
Nell’agosto del 1938 papa Pio XI l’ha elevata alla dignità di basilica minore.
La chiesa di San Carlo è tuttora officiata dai Serviti, che hanno da anni accompagnato all’impegno religioso, una intensa attività culturale e assistenziale.
L’attuale edificio è un interessante esempio di stile neoclassico, ispirato al Pantheon romano, con significative somiglianze con la chiesa di San Francesco da Paola a Napoli, col colonnato di piazza del Plebiscito
L’esterno è caratterizzato da un colonnato frontale, che si estende ai lati formando una piazza quadrata, aperta sul Corso Vittorio Emanuele, composta da 36 grandi colonne corinzie monolitiche in granito di Baveno, poste su un’ampia gradinata. Il colonnato di compone di due portici laterali, con tre colonne ciascuno, e di un pronao centrale ottàstilo, sormontato da un frontone triangolare privo di decorazioni, sormontato da una croce retta da due angeli. 
L’imponente cupola poggia su una struttura cilindrica (tamburo), abbellita da un’alternanza di semicolonne, finestre e nicchie, mentre la cuspide della lanterna è scandita da cariatidi angeliche che separano le finestre. Alle spalle della chiesa si erge il campanile che, con i suoi 84 metri, è il più alto di Milano.

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