domenica 31 ottobre 2021

PIAZZA BECCARIA

Si può affermare che piazza Cesare Beccaria, nacque sull'onda emozionale dell'abolizione in Italia, nel 1865, della pena di morte per i reati di diritto comune, avvenuta proprio nel centenario della pubblicazione del celebre "Dei delitti e delle pene".

Per l'occasione, infatti, un comitato cittadino chiese a gran voce di ricordare e celebrare il famoso giurista con un degno monumento.

Anticamente la via Beccaria proseguiva fino alla via San Zeno, col nome di Contrada del Zenzuino, da un albero di giuggiole, (in milanese: zenzuin). Nel 1865 la piazza venne ampliata e sistemata abbattendo alcune decrepite catapecchie, tra le quali quella del carnefice, un certo Giovanni Lachner, d'animo assai estroverso e vile, che alla sera, per tema di esser riconosciuto, non usciva mai di casa se prima non si era camuffato con un barbone posticcio. La casa di detto personaggio era pressappoco dove fu collocata il monumento al Beccaria (1871), la cui statua modellata nel marmo dal Grandi, fu sostituita (1914) con l'attuale replica ion bronzo, avendo la prima subito le avarie del tempo. Un lato della piazza è dominato dall'antico Palazzo di Giustizia (ora sede Polizia Municipale) allora dimora del Capitano di Giustizia che fino a che non fu terminato questo edificio alloggiava nella vicina piazza del Verzaro (oggi piazza Fontana). Da alcuni documenti rinvenuti nell'Archivio di Stato, risulta che i lavori di questo palazzo risalgono al 1587 per volere del governatore spagnolo Carlo d'Aragona, duca di Terranova, ad opera dell'architetto milanese Pietro Barca. Il completamento del palazzo lo si deve al successore Pietro Enrico d'Azavedo, conte di Fuentes, che, usufruendo dei consigli e dell'opera dell'architetto Seregni, lo faceva ampliare e terminare, adattandovi l'attuale facciata. Lo stesso governatore ordinava di abbattere (1604) due chiese vicine: una dedicata a San Giacomo Rodense e l'altra a San Zenone. Nel medesimo periodo venne abbattuto un ricovero per giovani traviate fondato da San Carlo. L'antico palazzo di Giustizia conserva le lapidi con i nomi dei patrioti qui condannati per i moti rivoluzionari del 1821, esposti alla gogna prima di essere inviati alle orribili segrete dello Spielberg.

 

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