Verso la metà del 400 scoppia in Europa una grande epidemia. A Milano gli appestati venivano portati fuori città a mezzo di barche ma era una soluzione piuttosto scomoda. Vennero presentati al duca Galeazzo Maria Sforza progetti di ricoveri collegati con l'Ospedale Maggiore.
Lazzaro Cairati, notaio dell'Ospedale, nel 1460 propose un lazzaretto da costruirsi in "loco crescenzago" da raggiungere con barche lungo il Naviglio Martesana. Il progetto venne realizzato negli anni 1484-90.Il borgo di Crescenzago venne perciò eletto a luogo di ricovero per malati di peste a causa dei ricorrenti contagi che affliggevano Milano, come quelli del 1524 e nel 1576-77, in quest'ultima occasione se ne prese cura il cardinale Carlo Borromeo, il quale fece erigere un oratorio conosciuto oggi come San Mamete al Lazzaretto.
Dopo la dismissione del ricovero per i malati, continuò a garantire una presenza religiosa e dal 1957 anche la messa domenicale per gli abitanti delle cascine circostanti, fino a che – con l’espansione abitativa del quartiere negli anni ’80-90 del ‘900 – venne sostituita dalla “Stalla-Cattedrale”, ovvero dalla cascina dirimpetto adattata a chiesa momentanea (1990) per i nuovi abitanti di via San Mamete in attesa della nuova chiesa parrocchiale che sarà inaugurata in via Trasimeno nel 1998.
Un edificio di modeste dimensioni ma di pregevole aspetto. Esso subì nel XVII secolo delle trasformazioni ma conservò, all’interno della sagrestia, un affresco cinquecentesco raffigurante la Deposizione fra i SS. Rocco e Sebastiano con l’immagine di una finestra a trompe l’oeil da cui si scorge l’immagine del Lazzaretto. Successivamente, nel corso del XVIII secolo le strutture del lazzaretto vennero inglobate in una struttura rurale che prese il nome di cascina Lazzaretto, nome che richiamava il toponimo storico pioi convertito in via San Mamete, ed è residua testimonianza testimonianza delle pestilenze del XV e XVI secolo
Altri Lazzaretti e luoghi di ricovero degli appestati si trovavano in varie località di Milano, alcuni sopravvissuti fino ad oggi ed altri no come ad esempio quello che si narra esistesse in loco Corte Regina, poco distante da qui, ma riguardo il quale non ci sono documentazioni storiche.Il complesso dedicato a San Mamete, Lazzaretto ai tempi della peste di San Carlo ed inserito ora in un gruppo di cascine, conserva un oratorio coevo che deve aver subito radicali trasformazioni nel corso del Diciassettesimo secolo come ci fa pensare la campana datata 1683. La facciata è lineare, spartita da due ordini di lesene tra le quali si inseriscono il portale che ripete nel timpano il motivo del coronamento, e il finestrone ad arco a sesto ribassato.in attesa che venisse ultimata l'attuale Chiesa di quartiere Adriano "Gesù a Nazareth", all'interno del lazzaretto venne predisposta una chiesa provvisoria che venne utilizzata per battesimi e comunioni, dato che l' Oratorio di San Mamete era troppo piccolo per le esigenze della comunità, fu così che la stalla della cascina al civico 75 di via San Mamete fu trasformata e adattata ad uno spazio accogliente dove poter celebrare la Santa Messa, si organizzò persino un bar ed altri spazi del caseggiato rurale furono utilizzati per diverse attività parrocchiali. Questa particolare condizione meritò dagli abitanti il nome di Cattedrale Stalla.Converrà poi che si passeggi ancora un poco lungo la via San Mamete dove, al civico 98, ci imbatteremo nella storica Cascina Bosco il cui nome ci ricorda l'esistenza dello storico Bosco di Crescenzago che si estendeva fino ai confini della vicina Sesto San Giovanni.
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