sabato 6 novembre 2021

LA FONDERIA NAPOLEONICA

Fonderia Napoleonica Eugenia

La storia della Fonderia è strettamente legata a quella del quartiere Isola e, soprattutto, al santuario di Santa Maria Fontana,  e che era famoso per le sue miracolose proprietà di guarigione. L’area in cui oggi sorge la Fonderia faceva parte dei beni adiacenti al santuario, che si estendevano ben oltre la via e raggiungevano addirittura il quartiere di Prato Centenario e Dergano.
L’arrivo di Napoleone rivoluzionò tutto: i terreni adiacenti a Santa Maria Fontana furono requisiti dall’esercito francese e destinati alla costruzione di una fonderia di bronzo. Furono i fratelli Manfredini a occuparsi della sua realizzazione: il viceré Eugenio di Beauharnais chiamò i due esperti orafi e fonditori appositamente da Parigi affinché si prendessero carico della costruzione della Fonderia. La Fonderia, chiamata Eugenia in onore del viceré, fu ben presto rifinita.
I fratelli cominciarono a lavorarci, realizzando sia piccoli oggetti di lavorazioni bronzee per arredi, sia opere di dimensioni maggiori. Fra le più memorabili, ricordiamo la fusione della sestiga collocata sull’Arco della Pace in Parco Sempione.
Nel 1830, ai Manfredini successero i Barigozzi. E da allora, la famiglia Barigozzi ha sempre avuto in mano la gestione della Fonderia, fino alla sua chiusura. La loro attività è ampiamente documentata in un archivio cartaceo e fotografico: Ermanno Secondo Barigozzi appuntava tutti i dettagli di costruzioni, delle tecniche e delle osservazioni in diari che, oggi, ci aiutano a decifrare il lavoro della famiglia.
La Fonderia Napoleonica si specializzò in breve nella realizzazione di campane.
Questo non significa, però, che mancarono le opere artistiche: per un lungo periodo lo scultore Barzaghi collaborò con i Barigozzi e, insieme, realizzarono il monumento ad Alessandro Manzoni, oggi in Piazza San Fedele, e quello a Luciano Manara, nei Giardini Pubblici di Porta Venezia. Infine, nel 1896, la Fonderia portò a termine una delle opere più spettacolari e conosciute dai milanesi. Nonostante si veda spesso, tende a passare in secondo piano, perché si trova accanto al simbolo di Milano, il Duomo. Stiamo parlando del monumento equestre dedicato a Vittorio Emanuele II, che si trova in Piazza Duomo e che fu il frutto della prosperosa collaborazione tra i Barigozzi e lo scultore Ercole Rosa.
La storia della famiglia Barigozzi si concluse nel 1975: la Fonderia chiuse le sue porte alla produzione e le aprì, qualche anno dopo, al museo e all’organizzazione di eventi e di mostre.
Cosa vedere alla Fonderia Napoleonica
Arrivate in via Thaon di Revel 21. Troverete un cancello alto che protegge un’antica cascina. Citofonate e dirigetevi a sinistra: fra uno studio di design e uno di architettura, troverete le indicazioni per arrivare alla Fonderia Napoleonica. Entrando, sarete subito sopraffatti dal profumo di gesso e legno. Il primo salone che incontrerete è quello che precede la fossa di fusione, il posto dove erano raggruppati i metalli e i materiali prima di costruire campane e statue.
Al secondo piano, invece, c’è il forno maggiore con le pareti in bronzo e in legno. L’ultimo Barigozzi ha ristrutturato l’edificio, mantenendo però il suo aspetto originale: così, tutt’oggi, potrete ammirare gli alti soffitti in legno con le travi scoperte e il pavimento in cotto.
Oltre agli interni stupefacenti, durante tutto l’anno potete visitare le stanze adibite a museo che conservano la collezione di appunti e le foto d’epoca della famiglia Barigozzi. Arrivate fino alla stanzetta accanto al forno maggiore: si chiama stanza paradiso e contiene al suo interno i calchi in gesso di santi e martiri che erano posti sulle campane come ornamenti.
Per essere sicuri di entrare in Fonderia, prenotate una visita. Altrimenti, aspettate uno degli eventi che, periodicamente, vi prendono luogo. Quest’anno a Natale, per esempio, è stato organizzato il mercatino a tema green.
Sito della Fonderia: www.fonderianapoleonica.it

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