sabato 6 novembre 2021

CAPPELLA DI SAN ROCCO

 


San Rocco alla Lupetta - e Un vecchio sentiero tra i palazzi

Camminando per viale Edoardo Jenner non si può non notare un vicolo un po’ sterrato e contorto.
E’ via Cilento, che zigzagando si unisce a via Angelo Masina per dirigersi verso Dergano.
Qui ci troviamo al Derganino, una piccola frazione di Milano a ridosso del vecchio comune di Dergano (inglobato come altri nella grande Milano nel 1923).
Tanto tempo fa, vi era una strada che da Porta Tenaglia (piazzale Biancamano) e il Borgo degli Ortolani, risaliva lungo l’odierna via Bramante, costeggiava l’odierno Cimitero Monumentale e poi, zigzagando risaliva sino a Dergano passando da Derganino (Lancetti), e che all’altezza di due cascine si biforcava per dirigersi anche verso la Bovisa.
Lungo quest’antica stradina chiamata via Bramante nel primo tratto, sul finire dell’Ottocento, avremmo trovato appena terminato di costeggiare il muro di cinta del Cimitero Monumentale, una grande cascina detta della Lupetta, e subito dopo, immerso nel verde dei campi e fiancheggiato da rogge, uno stupendo Oratorio del 1500.
L’oratorio era quello di San Rocco, una graziosissima chiesetta, immortalata più volte da alcuni pittori, di epoca rinascimentale. Probabilmente anticamente vi era già una piccola cappella a pianta quadrata che pian piano venne ingrandita trasformando la vecchia cappelletta nel presbiterio del nuovo oratorio.
La chiesetta, che sopravvisse sino al 1906, venne edificata sicuramente nei primi decenni del 1500, o perlomeno subì una forte ristrutturazione in quel periodo.
Alla facciata a capanna, tipica dello stile Lombardo, fu aggiunto un portichetto coronato da una trabeazione e da tre archi inframezzati da tondi in cotto, così come tutti i decori, rendendo il tutto molto grazioso e armonioso.
Meglio conservato è l’affresco, anch’esso staccato, che si trovava all’interno, sul muro di fondo della costruzione primitiva, benché malconcio in qualche parte e rovinato da ritocchi banali.
Il dipinto oggi è conservato all’interno della chiesa della Santissima Trinità nel Borgo degli Ortolani, in via Giuseppe Giusti, 25 (recente costruzione). Il trittico (forse opera del Luigi, ma molto rimaneggiato) rappresenta la madonna in trono che regge in grembo il bambin Gesù. Ai lati San Rocco e San Sebastiano.

Perché questa graziosa chiesetta non c’è più? Perché si ritrovò nel posto sbagliato e forse anche nel periodo sbagliato.
Tutto mutò quando venne fatta passare nel 1860-64 la strada ferrata a pochi metri dall’oratorio. Qui passavano i treni dalla vecchia Stazione Centrale verso Torino e l’Ovest. Così la chiesetta si ritrovò incastrata al centro di un grandissimo triangolo ferroviario che metteva in connessione anche il ramo del Sempione (soppresso negli anni Trenta).
Questo triangolo venne chiamato di San Rocco, ma le necessità della ferrovia e dell’aumento dei trasporti su rotaia, specie in vista dell’Esposizione Universale del 1906, indussero le ferrovie ad allargare gli impianti e i magazzini per il ricovero delle locomotive.
L’antico oratorio sopravvisse circondato da locomotive e magazzini sino appunto al 1906, quando venne demolito definitivamente senza scrupoli, salvando solo gli affreschi.
L’oratorio di San Rocco, si trovava all’incirca nell’odierna via Galileo Ferrario e il fatto di ospitare dipinti importanti non servì a salvarlo; in compenso è rimasto il nome del deposito Locomotive San Rocco delle FF.SS.

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