sabato 20 novembre 2021

CHIESA DELLA SANTISSIMA TRINITA'

 L’attuale chiesa della Santissima Trinità fu costruita dal 1964 al 1967 su progetto di Fritz Metzger, per sostituire la precedente chiesa parrocchiale, posta poco distante e abbattuta per necessità urbanistiche.

Della primitiva chiesa medievale sopravvive solo il vecchio campanile, ora racchiuso nel giardino del palazzo di via Giannone al 9, meglio conosciuta come Torre Liprando.

Posta a breve distanza dalla strada romana corrispondente all’attuale via Canonica, strada che collegava Mediolanum con il Seprio, circondata da cascinali e mulini alimentati dalla fitta rete idrica e dal torrente Nirone, la chiesa venne costruita all’incirca nel 1200. Sorta a breve distanza dal convento di Sant’Ambrogio ad Nemus, la parrocchia aveva un territorio vastissimo ed era officiata dall’ordine di San Benedetto inizialmente, mentre passò nel 1250 all’ordine degli Umiliati. 

Nel 1291 divenne preposto alla chiesa della trinità frà Bonvesin de la Riva, appartenente al terzo ordine degli umiliati. Il quale divenne famoso per aver scritto una sorta di guidaturistica del tempo, il Magnalibus Mediolani (grandezze di Milano). Innamorato di Milano e del fertile territorio che la circonda, delle sue chiese e delle attività dei suoi abitanti, Bonvesin de la Riva ne esaltò le qualità, prezioso documento su Milano della fine del 13º secolo. Le cronache riportano che con Bonvesin raccolse l’invito del pontefice di far suonare le campane per sollecitare tre volte al giorno i fedeli alla preghiera: al mattino per l’Ave Maria, a mezzogiorno per l’Angelus e al tramonto per i Vespiri, una pratica tuttora seguita, che vide il suo sorgere proprio nella chiesa della Santissima Trinità.

Nel 1616, un violento incendio distrusse la Chiesa, che venne subito riparata entro il 1638 con la conclusione della facciata. Nei due secoli sucessivi, la chiesa subì vari interventi, alcuni strutturali, la maggior parte decorativi, che si aggiunsero a quelli dell’epoca romanica e barocca soprattutto nei primi decenni del 19º secolo rivestendo pareti volte e pilastri con stucchi dorature e ornati dipinti. La necessità di aumentare la capienza dei fedeli porto nel 1841 all’abbattimento della facciata in cotto e all’allungamento di due campate. Successivamente nel 1882 vennero demoliti i due muri che racchiudevano il presbiterio e venne aggiunto il retro coro e infine 1891 i sopralzo della torre campanaria medioevale che ebbe vitabreve perché non idonea a sostenere il castello delle campane il cui suono a slancio provocò ben presto pericolose lesioni nella muratura.

Vecchia mappa che mostra il Borgo degli Ortolani con le due chiese della Santissima Trinità e di Sant’Ambrogio ad Nemus

Il prolungamento Ottocentesco era rimasto privo di facciata, con il nuovo secolo venne definito il progetto e tra il 1900 il 1902 la chiesa ebbe finalmente la nuova facciata. Elaborata dall’architetto Giuseppe Boni. Una facciata neo barocca, abbastanza decente se non fosse per il pesante gruppo scultoreo, posto sulla porta principale e modellato dallo scultore Orazio Grassoni. Seppur in forme barocco liberty, la facciata risultava molto moderna perché realizzata, ornati e scoltura compresi, in getto di cemento com’era di moda allora in piena fioritura del liberty. La chiesa parrocchiale della Santissima trinità poté dirsi finalmente completata con il nuovo campanile edificato al posto del precedente che, come si è visto, era inadatto al concerto di campane. Fu costruito tra il 1909 e il 1911 su progetto dell’ingegner Giovanni Ambrogio Locatelli mantenendo anche il vecchio campanile.
La nostra antica chiesa rimase in piedi ancora per pochi anni. Superò indenne il pesante bombardamento della Seconda Guerra Mondiale, la sua sorte venne compromessa da un piano regolatore a dir poco distruttivo. Infatti fu il grande progetto urbanistico del 1953 che prevedeva un grande asse viario che dall’Arco della Pace si collegasse, superando piazzale Baiamonti, con viale Zara causando enormi sventramenti nel tessuto ottocentesco della zona del Borgo degli Ortolani e la demolizione della chiesa della Santissima Trinità.
La vendita dell’area su cui insisteva il complesso parrocchiale consentì l’acquisizione di nuovi spazi e e di ottenere parte notevole del finanziamento necessario per costruire la nuova chiesa e la casa parrocchiale all’angolo delle vie Rosmini e Giusti.
Così venne scelto il progetto dell’architetto svizzero Fritz Metzger e si procedette alla demolizione dell’antica chiesa una volta ultimata la nuova.
La chiesa è posta a 3 metri di altezza dal piano stradale, ed è preceduta da un sagrato accessibile tramite una scalinata laterale. Il sagrato è sovrastato dalla copertura, poggiante su sei grandi pilastri a croce, dei quali quattro sono posti all’interno della chiesa, e due sul sagrato stesso. Lo spazio ecclesiale è a pianta quadrata di 33 metri di lato; i fedeli sono disposti in modo assembleare, a semicerchio intorno all’altare.
Anche se la nuova chiesa non è così malvagia, rimane ancora fredda e poco affettuosa, anche se nel corso degli anni l’edificio si è arricchito di opere moderne e di nuove vetrate colorate. Peccato come sempre aver perso una chiesa interessante per una presunta città modera che non è stata in grado di ridare un anima vera al borgo e nemmeno concluderlo.
Al suo interno si trova l’antico affresco proveniente dalla demolita chiesetta di San Rocco alla Lupetta, piccola chiesetta di campagna demolita perché venutasi a trovare al centro dell’odierno Scalo Farini.
La Torre Liprando è quel che rimane. Attualmente la torre si trova all'interno di un giardino condominiale, circondata da alberi di alto fusto.
La struttura è quella tipica dei campanili romanici lombardi e le somiglianze con il campanile della Chiesa di Santa Maria Apollinare presso San Satiro e quello della Chiesa di Sant'Apollinare in Baggio
sono evidenti.
La struttura, in mattoni, è decorata con archetti pensili tipici del romanico ed è completata da loggia bifora, in epoca moderna murata per dare maggiore solidità alla struttura. Il tetto spiovente è ben conservato.
Da notare che non esiste un accesso interno verso i piani superiori, mentre il piano terra (che aveva acquistato la funzione di spazio di servizio nella chiesa abbattuta) è aperto su tre lati.

L’attuale proprietà (Gruppo Bordiga) l’ha acquisita nei primi anni Ottanta dalla curia milanese ed ha ideato un piano di valorizzazione con il nome di Torre Liprando.

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