sabato 30 ottobre 2021

LA CHIESETTA DEI SANTI FAUSTINO E GIOVITA

 
La chiesa sorge sull'antica 
strada consolare romana che raggiungeva Aquileia, passando naturalmente per Brescia. 

La chiesina piccolissima e semplicissima prende il nome di due santi lontani dalla martirologia ambrosiana, Faustino e Giovita di Cavriano, dal nome del borgo sito poche centinaia di metri a sud. Gli abitanti hanno sempre gravitato su di essa in quanto era (ed è) di gran lunga la più vicina alle loro cascine, molte delle quali si sono conservate fino ai nostri giorni. Nata come chiesa stazionale, in cui si celebravano alcune cerimonie liturgiche chiamate appunto stationes, inteso come "luogo per fermarsi". Pare poi che la chiesa sia stata collegata in passato con un monastero sito in quel borgo e alla chiesa di Sant'Ambrogio (di cui oggi si conserva solo l'abside nella cascina omonima), mediante un passaggio sotterraneo. La costruzione si presenta senza alcuna pretesa di rilievo: una facciata intonacata priva di decorazioni, un¿unica porta di accesso sovrastata da una finestra monofora; tetto a capanna e a sinistra un campanile; due cappelle laterali e una sagrestia.

Di 20x9 m di diametro, con una modesta faccia a capanna e un'unica navata, presenta lateralmente le cappelle di San Giuseppe a destra e della Madonna delle Grazie con sacrestia a sinistra. La navata è stata riaffrescata nel 1898 secondo il gusto neobarocco e sulla volta a botte dominano le effigi dei santi titolari. Sempre sulla navata centrale si può vedere un frammento di affresco risalente al primo Cinquecento e raffigurante Cristo nell'iconografia dell'Ecce Homo.

Nella cappella dedicata alla Madonna delle Grazie si trova un affresco di grande importanza storica, che ha permesso di fare chiarezza sulle origini della chiesa e sulla nascita stessa del borgo. Si tratta di una ieratica Madonna con bambino, di gusto bizantineggiante, non posteriore al XIII secolo. Nel 1979 si staccò tale affresco e si poté osservare un'importante iscrizione firmata e datata. La firma permette di leggere il nome di Silanus, committente o artefice dell'opera. Il testo è l'espressione di un voto fatto alla Vergine per ottenere la clemenza di Dio in data 12 aprile 1182. Accanto all'iscrizione ci sono dei semplici disegni che riproducono un volto, il corso di un fiume , degli animali e una porta urbica, secondo gli storici la Porta Orientale di Milano. Questa scoperta testimonia l'esilio extra moenia dei cittadini di Milano a seguito della calata di Federico Barbarossa nel 1162. Tra i luoghi di esilio una piccola comunità dovette rifugiarsi a Cavriano e lì vivere fino alla pace di Costanza del 1183.

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