Il rifugio, o meglio il bunker, sarà sotterraneo e realizzato in calcestruzzo di cemento armato. Il 14 maggio dello stesso anno si stipula il contratto con l’Impresa castelli Costruzioni Edilizie di Milano, per un importo di £ 520.000. In uno dei documenti dell’Archivio della Provincia di Milano il progetto del corpo centrale del rifugio compare però sotto la seguente dicitura: «Ricovero Pubblico Rione Magenta». I lavori hanno inizio, ma le vicende belliche procrastineranno la conclusione dei lavori ben oltre il termine del conflitto. In una delibera del 21 agosto 1951 la Giunta Provinciale approva sia lo stato finale «dei lavori da muratore», sia il residuo pagamento degli stessi.
Secondo informazioni, che ad oggi non hanno trovato conferma nei documenti, l’opera sarebbe stata utilizzata nel corso della cosiddetta «guerra fredda».
Successivamente “convertito” in archivio, è oggi abbandonato.
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