giovedì 6 gennaio 2022

TEATRO EDEN

Il Teatro Eden venne inaugurato nel 1892, al piano terreno del  palazzo di sinistra guardando il castello, on capienza di 350 posti ricavati in una sala con colonne in ghisa e tavolini e sedie a collocazione libera.
L’architetto milanese si occupò anche della progettazione del locale, caratterizzato da una sala con delle logge su tre lati, un  piccolo palcoscenico piccolo e numerosi tavoli disposti nello spazio restante.

Il Teatro Eden fu probabilmente il secondo caffè-concerto meneghino (il primissimo, il Morisetti, fu creato l’anno precedente), ma è stato senza dubbio tra i pionieri.

Gaspare Stabilini e Malacchia Colombo, i due creatori del Teatro Eden, come altri imprenditori italiani guardarono con interesse al successo del Salone Margherita di Napoli, il primo café-chantant della penisola (fondato nel 1890) e ne seguirono l’esempio. L’Eden diventò subito un ritrovo elegante per assistere a spettacoli di varietà con vedette internazionali, tra le quali persino la Bella Otero. Temporaneamente ospitò anche i campionati europei di lotta greco-romana (1908 – 1910), ma non solo:

In un primo tempo, l’Eden è collegato con un passaggio sotterraneo al teatro Olimpia, che sorge all’altro lato della piazza: è il tempo che nel sottosuolo dell’Eden si svolgono gare di pattinaggio, lo sport che col primo ciclismo (Ganna, Galetti, ecc,) crea il primo pubblico di appassionati. Gare di pattinaggio nel sottosuolo e spettacoli di caffè-concerto nella sala del teatro che, giunta la moda dei cafés-chantants parigini, è sistemata a posti distinti, con tavolini per le consumazioni durante lo spettacolo.

Nel frattempo la gestione venne messa in mano alla Società Suvini – Zerboni, che nel 1914 ipotizzarono di inaugurare il nuovo corso del teatro cambiandone il nome in “Cabaret Rouge”.

Contro tale possibilità si scagliò lo scrittore Luciano Zuccoli sulle pagine del Corriere della Sera (di cui era collaboratore), tacciando i due impresari di essere dei provinciali esterofili e proponendo quindi un più semplice “Taverna Rossa“. L’idea del nobile intellettuale fu accolta anche perché manteneva comunque nel nome il riferimento cromatico da cui partiva l’ipotesi in francese: il colore rosso che avrebbe caratterizzato interamente il nuovo arredamento, dalle tende alle sedie alla tappezzeria.

Negli uffici della nuova attività lavorò nientemeno che Umberto Saba: lo scrittore triestino si era appena trasferito a Milano e, dovendosi adattare, accettò di curare l’amministrazione del locale e revisionare i testi di alcuni spettacoli.

Fu proprio all’interno di una rivista di Carlo Rota, Il vile padrone, che nel 1923 debuttò sul palco della Taverna Rossa, all’insaputa della famiglia, la giovane Anna Menzio, destinata a diventare Wanda Osiris.

Nel 1924 l’impresa cambiò nuovamente direzione: tornò a chiamarsi Teatro Eden ma, tramontata la moda del caffè-concerto, passò a ospitare la prosa e l’operetta.

Nel 1932 divenne una sala cinematografica, chiusa definitivamente nel 1986.


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