lunedì 3 gennaio 2022

PARCO DELLE CAVE

A partire dagli anni Venti l'estrazione di ghiaia e sabbia, in un territorio di vaste aree agricole, provoca la nascita di cinque cave: Cabassi, Casati, Aurora, Ongari (o "di Quinto Romano") e Cerutti. Negli anni Sessanta, alla cessazione delle attività estrattive e di molte attività agricole, segue un lento abbandono della zona.

Le prime associazioni di pescatori, "U.P. Aurora Arci" e "Il Bersagliere", si insediano rispettivamente nel 1929 presso la cava Aurora e nel 1933 presso la cava Casati. In seguito al recupero dell'area della cava Cabassi, nel 2000 si costituisce anche l'Associazione Pescatori Cava Cabassi.

È dalle stesse associazioni, con l'allora Consiglio di Zona 18, alcuni cittadini ed il primo Assessore all'Ambiente del Comune di Milano Ercole Ferrario, che si determinò la volontà di dare attuazione al piano regolatore del '76, che destinava l'area delle cave a parco. Si blocca il riempimento della cava Cabassi e si inizia il risanamento dell'area con l'immissione di acque del Ticino, tramite il Canale Villoresi.

Voluto dall'allora assessore ai parchi del Comune di Milano Cinzia Barone, realizzato dagli architetti Reggio e Lodola di Milano, venne prodotto sul finire degli anni Ottanta il progetto "Parco delle Cave", tale progetto vide il coinvolgimento di tutte le associazioni della zona 18, che lo approvarono, sostenute dai cittadini unitisi in un grande movimento di protesta contro il degrado raggiunto, lo spaccio, gli omicidi e l'abbandono di veicoli rubati, in parte ritrovati poi sommersi nelle cave.

Suddiviso in lotti, nei primi anni Novanta si dette inizio alla realizzazione del parco. Realizzati dal Comune di Milano i primi tre lotti, dal 1992 al 1994, la giunta Formentini nel 1997 decise di terminare la collaborazione con i sopracitati architetti e affidare la realizzazione dei successivi lotti e gestione del parco all'associazione Italia Nostra, già gestore del Boscoincittà.

Nel 2002, al termine di ingenti lavori di riqualificazione, una grande festa promossa dalle associazioni facenti parte dell'allora Comitato di Salvaguardia, presenta il parco alla città e lo promuove come parco cittadino, parte della cintura verde che il Comune intende realizzare nella periferia ovest di Milano.

Da parte del Comune di Milano lo studio del parco fu affidato alla facoltà di biologia della Statale, che lo presentò nel 2010 a Palazzo Marino.

La gestione del verde attorno alla cava Cabassi è oggi affidata al consorzio che si occupa del servizio globale di manutenzione del verde pubblico di tutta la città, mentre la parte boschiva ed agricola è affidata (in base alla legge 228 del 2001) a quattro aziende agricole di Milano ovest, raggruppate nell'Agriparco, con l'introduzione di prati fioriti, altri a fienagione e la cura delle ultime "marcite" (prati bagnati tutto l'anno con acque di fontanile).

All'interno del parco si trovano due cascine, la Linterno e la cascina Caldera. La prima, carica di storia, ha cessato l'attività agricola nel 2002, la seconda è ancora in attività e mantiene, attraverso l'irrigazione di un fontanile, dei prati a marcita.

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