L'Orfanotrofio femminile da tempo Collegio San Carlo, antico monastero trasformato dalla metà del ‘600 per accogliere le bambine orfane di Milano che trae la sua origine dall'Ospedale dei poveri mendicanti e vergognosi eretto da Carlo Borromeo il 7 gennaio 1578, con sede nel soppresso monastero benedettino di Santa Maria della Stella (da cui l'attribuzione del soprannome Stelline alle orfane), che ai primi del secolo XVII il cardinale Federico Borromeo fece modificare dall'architetto Fabio Mangone in quella che per oltre tre secoli sarebbe rimasta la loro sede.
Attorno al 1530 alcuni benefattori, guidati dal veneziano Gerolamo Emiliani iniziarono ad occuparsi degli orfani causati dal passaggio delle bande armate straniere a Milano dopo la caduta di Ludovico il Moro. Nel 1532, grazie al patrocinio di Francesco II Sforza venne fondato l'orfanotrofio maschile dei Martinitt. La cura delle orfanelle venne presa sotto la protezione di San Carlo Borromeo che diede loro una prima sede in uno stabile a lato della Chiesa di Santa Caterina.
Alla fine del 1752, l'Ospedale dei mendicanti licenziò i pochi orfani maschi rimasti per divenire ospizio esclusivamente femminile e, l'anno seguente, gli fu conferito da Maria Teresa il titolo di unico Orfanotrofio femminile di Milano.
L'Orfanotrofio era retto da diciotto nobili della città fra i quali due ecclesiastici eletti dal vescovo.
A quest'istituzione furono aggregati, con lettera governativa di Giuseppe II del 3 agosto 1784, i beni di numerosi luoghi pii minori disciolti, quali il conservatorio di Santa Pelagia (ricovero di donne pericolate), di Santa Caterina (asilo di orfane povere) e i due conservatori di fanciulle di Santa Febronia e del Rosario. Nel 1785 fu unito alla Stella il luogo pio del Rifugio delle Malmaritate (per donne abbandonate o maltrattate dai mariti) e nel 1788 l'Orfanotrofio di Santa Elisabetta di Monza.
Con l'aumento del numero delle ricoverate, si stabilirono due sedi differenti: le giovani sane e in grado di mantenersi rimasero nella sede storica, mentre quelle con più di ventuno anni e "imperfette" furono trasferite nel soppresso monastero di cappuccine di Santa Maria di Loreto nel borgo delle Oche (da cui il soprannome di Ochette), messo a disposizione da Giuseppe II nel 1784.
Dal 1808 l'amministrazione dell'Orfanotrofio fu retta dalla Congregazione di carità e, dal 1825, in seguito alla sua soppressione, da un amministratore unico per Orfanotrofio maschile, femminile e Pio Albergo Trivulzio.
Nonostante la separazione, le due sezioni, Stelline e Ochette, mantennero un'amministrazione unitaria fino al 1840, quando su proposta della direzione e amministrazione, subentrate alla disciolta Congregazione, entrambe furono concentrate nella sede della Stella.
Con decreto reale del 30 agosto 1863, attuativo del regio decreto 3 agosto 1862, n. 753, l'Orfanotrofio femminile, quello maschile e il Trivulzio, furono amministrati da un unico organo sostitutivo del soppresso amministratore unico, il Consiglio degli Orfanotrofi e Luoghi Pii, denominato dai primi anni del Novecento, Consiglio degli Orfanotrofi e del Pio Albergo Trivulzio, dotato di poteri amministrativi e direttivi.
Il Consiglio s'impegnò nella redazione di uno statuto per ciascuno dei tre enti eretti in enti morali, e di un regolamento unico per la gestione finanziaria.
Nel 1903 la scrittrice ed educatrice Aurelia Josz creò la prima Scuola pratica agricola femminile in Italia, per una trentina di orfane, tra i 13 e i 15 anni, ospitate nell'orfanotrofio delle Stelline. A Canzo era un tempo ubicata una colonia estiva delle Stelline, già villa Meda.
Le Stelline rimasero nella loro sede storica fino alla chiusura dell'orfanotrofio nel 1971. Una parte del complesso è divenuta sede della Scuola del Piccolo Teatro, poi Scuola d'arte drammatica Paolo Grassi. Oggi quest'edificio, chiamato Palazzo delle Stelline, ubicato in Corso Magenta nel centro di Milano e di proprietà del Comune di Milano, viene utilizzato come sede pubblica di prestigio per importanti convegni internazionali. Al numero civico 63 si trova l'Institut Français de Milan (una delle sedi dell'Istituto francese d'Italia). È anche sede della rappresentanza diplomatica in Italia della Commissione europea e un ufficio distaccato del Parlamento Europeo.
Oltre al museo ospita un hotel e un caffè Bistrot.
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