Una torre pensata per piazza S. Giovanni in Conca, oggi piazza Missori. Al suo posto troviamo Palazzo Meroni
Un ambizioso progetto del 1909 che non vide mai la luce del sole. Il palazzo venne chiamato “Grattanuvole” per sottolineare la sua incredibile altezza. Interamente ideato in stile Liberty barocco, il grattacielo avrebbe contato 13 piani e un’alta torre centrale di oltre 50 metri, alla quale vi erano stati progettati dei corpi più bassi in corrispondenza delle fronti secondarie su strade di minore larghezza. Immaginato verso la fine della via Mazzini, il palazzo sarebbe stato perfettamente visibile dal Duomo.
Il Grattanuvole era certamente un edificio con un’altezza importante per l’epoca, forse fin troppo. Giovanna D’Amia, nel suo libro I primi ‘grattanuvole’ milanesi: un esordio contrastato”, racconta: “Presentato in conformità al Regolamento edilizio che determinava l’altezza degli edifici in base alla larghezza delle strade, innesca la polemica avviando una revisione delle norme sull’altezza massima dei fabbricati, che nel 1920 è fissata a 24 metri in tutto il territorio comunale, con l’eccezione degli edifici di particolare “importanza artistica”.
“La bocciatura del progetto da parte della commissione igienico-edilizia comunale provocò accesi dibattiti sui giornali cittadini. Tra i sostenitori del Manfredini erano L. Beltrami e L. Broggi: dalle pagine del Corriere della sera (In difesa dei grattanuvole, 6 nov. 1910), quest’ultimo profetizzava la realizzazione di numerose opere simili a Milano: “bisogna prepararsi, per questi edifici speciali, a speciali criteri di estetica” (Treccani).
Oggi al posto del grattanuvole troviamo Palazzo Meroni.
Sono tante le opere milanesi di Manfredini, ma tra quelle più rilevanti troviamo il complesso della Kursaal Diana completato nel 1908. Situato a Porta Venezia, tra viale Monforte, oggi via Piave, e via Mascagni, è il palazzo che più si avvicina a livello di estetica di come avrebbe potuto essere il “Grattanuvole” se solo fosse stato realizzato. In particolare, è la sommità del Kursaal Diana a riportare alla mente il “Grattanuvole”, perché realizzata in maniera molto simile al progetto.
Tra le sue opere milanesi possiamo trovare le case Magnani (1891) e Malnati (1898) in via Ariberto, caratterizzate in prospetto dal motivo dei parapetti dei balconi in ferro lavorato, il fabbricato al n. 2 di via Burlamacchi (1907), dalla facciata ricoperta di formelle di terracotta, le case Vanoni (1907) e Giovini (1908) nei pressi del duomo e il palazzo Romanoni-Sala in corso Venezia 39 (1911-13).
Altro edificio particolare è la biblioteca di Porta Venezia, ex Cinema Dumont in via Melzo angolo con Via Paolo Frisi.
Anche la demolita e bellissima Casa Lancia occupata dal Banco Jarach, in via Bocchetto, edificio a destinazione mista realizzato tra il 1905 e il 1906 sostituita dopo un ventennio dal Banco di Roma.
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