giovedì 6 gennaio 2022

CONVENTO DI SAN DOMENICO E SAN LAZZARO


Secondo Pogliani nel 1497 Valente Melegari fondò un convento di domenicane del terz'Ordine, sotto il titolo di Santa Caterina da Siena.
Nel 1505 le monache passarono al second'Ordine; nel 1509 iniziò la costruzione del convento di San Lazzaro, cui fu aggregata nel 1576 la comunità del soppresso convento di San Domenico in Via Levata; il titolo mutò così in San Domenico e San Lazzaro.
Secondo padre Caccin, priore del convento domenicano di Santa Maria delle Grazie che ebbe la cura spirituale dell'ente, a fine Quattrocento fra Stefano da Seregno avrebbe radunato alcune nobili e pie fanciulle sotto la sorveglianza e la guida di altre donne più anziane, e cercato un luogo ove monacarle.
Il duca Ludovico Sforza gli avrebbe quindi concesso l'antico ospedale di San Lazzaro, abbandonato da decenni, e lì nel 1499 frate Stefano introdusse le aspiranti dando loro l'abito di terziarie; nel 1508 il priore delle Grazie diede loro il velo e le ammise alla professione solenne, sicché il convento assunse definitivamente il nome di San Domenico e San Lazzaro.
Latuada, infine, testimonia come il dottore fisico Valentino Melegari, membro della devota Compagnia di Santa Corona, promossa ed istituita dal padre domenicano Stefano Seregni, determinò d'impiegare i suoi averi per fondare un convento femminile in onore di Santa Caterina da Siena, San Pietro Martire, San Tommaso d'Aquino e San Vincenzo Ferrerio.
Eretto quale convento del terz'Ordine, passò al second'Ordine del 1508, ed assunse la doppia dedicazione a San Domenico e San Lazzaro all'epoca dell'arcivescovo Carlo Borromeo.
L'ente fu soppresso nel 1798.

Rimane oggi all’interno del civico 61 un cortile con ala di portico del vecchio chiostro, con 11 arcate su due piani: le inferiori su colonne a capitelli di serizzo, a grandi foglie di forma corinzia, sono di scarsa fattura; le superiori sono su pilastri in muratura.

Due esili cornici di cotto conterminano superiormente i due ordini. Un terzo piano fu aggiunto successivamente. Di una seconda ala di portico, ad angolo, rimane qualche arcata.

Oggi Teatro Carcano

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