Decaduta la vita monastica per mancanza di vocazioni, il monastero ed i suoi possedimenti passarono in un regime di commenda. In diritto canonico la commenda era il conferimento ad una persona di un beneficio per il solo usufrutto delle rendite, in altre parole non si possedeva il terreno, ma solo i suoi ricavi. La commenda fu istituita nel 1265 da papa Clemente V° poi, per motivi politico-amministrativi fu ridotta, modificata e poi abolita.
Il commendatario continuò, per qualche tempo a mantenere, per la Barona, un cappellano che con molte probabilità risiedeva in luogo, poi l'uso decadde. La chiesa della Barona passò quindi, agli inizi del XVI° secolo, sotto la giurisdizione della parrocchia di San Lorenzo alle Colonne e, sia pure senza continuità, un cappellano esercitava come poteva, la domenica e durante le altre festività, la cura delle anime su delega del parroco di San Lorenzo.
Questo stato di cose durò fino l’anno 1567.
Ma distanza dalla chiesa parrocchiale doveva presto farsi sentire dalla popolazione di qui che andava crescendo numericamente. Arrivò quindi il giorno in cui una delegazione di cittadini si recò dall'Arcivescovo Carlo Borromeo chiedendo che la loro chiesa fosse elevata a chiesa parrocchiale con un sacerdote stabilmente in luogo. San Carlo accolse la richiesta e nei giorni 3, 4 agosto 1567 con atto notarile stillato presso il notaio Giovanni Pietro Scotti la vecchia chiesina divenne finalmente parrocchia conservando la primitiva dedica ai santi Nazaro e Celso.
Vari documenti dimostrano l'eccellenza della vita religiosa nel quartiere nei secoli scorsi. Come nel 1500 l'insistenza dei fedeli fece sì che la loro chiesa fosse elevata a parrocchia; cosi verso al fine del se-colo XVI° l’affetto dei fedeli portò alla ricostruzione della chiesa. Il periodo aureo della vita religiosa alla Barona fu durante il 1700.
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