Fino alla metà del secolo scorso la Molinetto era di proprietà del marchese Litta Modignani Taccioli; il terreno di pertinenza era di 300 pertiche milanesi (circa 20 ettari) in parte coltivati a marcita, parte a risaia, seminativi ed a foraggio; in stalla c’erano circa 40 bovini ed un paio di cavalli.
La famiglia Porta è stata affittuaria della cascina Molinetto dal 1920 al 1983, poi è subentrata come proprietaria e conduttrice la famiglia Regazzetti, prima affittuari della cascina Caldera di Quinto Romano.
Il rapporto tra il marchese e la famiglia Porta è sempre stato buono e improntato sull’onestà e la lealtà. Oltre all’affitto i nostri contadini avevano da rispettare alcuni “appendizi”, tributi supplementari eredi di antiche servitù, scritti nel contratto; ad esempio dovevano fornire di legna il palazzo signorile di via Pantano ed impegnarsi due volte l’anno a trasferire l’argenteria dal palazzo alla villa di Varese per la villeggiatura del marchese e della sua famiglia.
Una volta l’anno il padrone veniva a visitare la cascina per effettuare il conteggio delle piante e controllare lo stato di conservazione di tutto il complesso.
In quella occasione il capofamiglia si metteva il vestito più bello ed il cappello nuovo in segno di rispetto per il marchese.
I Litta Modignani Taccioli erano proprietari anche della cascina Ghisolfa nel comune di Rho, della cascina Favaglie di Cornaredo e della cascina Castelletto di Settimo Milanese.
I terreni del Molinetto venivano irrigati in parte con acqua derivata dal canale Villoresi ed in parte dalle colature delle marcite della cascina Ghisolfa situata sulla strada che da Figino, porta a Rho.
I Porta percorrendo le stradine di campagna e dal Molinetto giungevano alla cascina Ghisolfa per sentire la Santa Messa.
Nessun commento:
Posta un commento