domenica 26 settembre 2021

FIGINO

 è un quartiere di Milano, posto nella periferia occidentale della città, appartenente al Municipio 7

Percorrendo la via Novara, ad un certo punto – incredibile ma vero – ci si ritrova per un lungo tratto in aperta campagna. Abbiamo da poco lasciato la zona di San Siro e Quarto Cagnino e all’orizzonte guardano verso nord possiamo vedere la sagoma di un borgo con un’alta torre e un campanile appuntito.

Si tratta dell’insediamento rurale di Figino. Un’antica pieve (l’esistenza di Figino è attestata in un documento risalente al 1017 relativi ad un atto di permuta di due terreni fra un privato e la basilica ambrosiana di Milano)  che apparteneva a Trenno, e confinava con Rho e Cerchiate a nord, con Pero e Quinto Romano ad est, e con Settimo Milanese e Vighignolo ad ovest. Nel 1771 aveva 330 anime.
L’origine del nome è abbastanza incerta, infatti varie sono le ipotesi formulate, come quella che vuole il nome derivato dalla parola latina figulinum = vasaio, operante con l’argilla, oppure altre sostengono che il nome derivi sempre da vocaboli latini di piante, come “ficus”, “ficulinus” o “fageus”.
Dopo vari passaggi, Figino fu anche comune autonomo, ma fino al 1869, quando divenne frazione di Trenno. Nel 1923, quando Trenno fu annesso a Milano, anche Figino seguì la stessa sorte.
Figino oggi risulta una frazione distaccata dall’espansione edilizia di Milano e perciò ancora circondato da campi coltivati.
Proseguendo sulla via Novara all’incrocio con Via Turbigo, sulla sinistra troviamo la struttura di una vecchia cascina, si tratta della Cascina Bettole.

Fra il 1879 e il 1957 in località Bettola di Figino era presente una stazione della tranvia Milano-Magenta altresì nota con il soprannome di Gambadelegn.

Storicamente Figino è stata tra le prime località di Milano ad essere raggiunta da un autobus a motore negli anni venti del Novecento, con una linea che collegava il borgo alla "Maddalena", ora piazza De Angeli a Milano.

Negli anni più recenti Figino è stata servita dalla linea 80 gestita da ATM, che portava ancora una volta fino a piazza De Angeli. Nei primi anni 2000 è stato prolungato il percorso della 80, favorendo il collegamento con la stazione di metropolitana M1 Molino Dorino e in seguito verso il Cimitero Maggiore.

Percorrendo la via Turbigo, accediamo al vecchio borgo con la sua chiesetta di San Materno. Chiesa del 1911 ricostruita e ampliata dall’architetto Don Locatelli dopo che un incendio nel 1908 distrusse la sagrestia e parte della chiesa. La facciata venne terminata solo nel 1927 e fu eseguita su disegno di Enrico Pellegrini di Figino. Un grande medaglione con mosaico ne caratterizza la facciata, facciata che necessiterebbe di un restauro e di un cambio di colore, magari un beigiolino più in armonia col contesto anziché questo ocra così in voga negli anni Sessanta e Settanta.
Il resto del borgo di Figino è caratterizzato dal solito mix tra vecchi edifici tipici dei nuclei rurali e edifici realizzati dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando il “borgo” ha cominciato ad ingrandirsi.

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