venerdì 24 dicembre 2021

IPPODROMO DI SAN SIRO

Esattamente centovent’anni fa,le prime notizie risalgono al 1831 e riguardano corse con “biroccini” che si svolgevano su un tracciato ricavato in Piazza d’Armi. I biroccini che venivano attaccati ai cavalli erano mezzi pesanti da lavoro, abitualmente utilizzati nelle campagne e solo lontanamente paragonabili ai moderni sulky. Su queste corse non si scommetteva, o almeno non ufficialmente: il primo allibratore registrato e autorizzato iniziò la sua attività nel 1851. L'inaugurazione del primo ippodromo del trotto cittadino il 27 ottobre 1892, sorgeva nell’allora piazza Andrea Doria,  l’attuale Stazione Centrale, venne realizzata una pista lunga 900 metri. Si trattava di uno spazio destinato, oltre che alle corse dei cavalli, anche al ciclismo per la presenza di un anello in cemento, utile per le gare velocipedistiche, di un campo per il tiro a volo e di uno splendido prato, su cui si sarebbero esibiti i primi footballers, espressione pura della natura estremamente dilettantistica del calcio. Partiamo con ordine, e iniziamo dal 1807, quando le prime corse tra nobili si svolgevano nelle campagne fuori Porta Venezia, cioè nell'attuale Corso Buenos Aries. 

 A caldeggiarne la costruzione fu un noto periodico milanese dell’epoca, “Lo Sport Illustrato”, che lanciò una sottoscrizione pubblica, a cui avrebbero aderito i centoquaranta soci fondatori dell’impianto, battezzato poi “Trotter Nazionale”. Un ricordo piacevole per l’intera Milano sportiva, il 27 ottobre 1892, la cui struttura divenne ben presto il simbolo dell’eccellenza sportiva del capoluogo lombardo. Nel 1892 la nascita del "Trotter", che chiuse il suo ciclo il 19 novembre 1905.  

Milano iniziò ad assumere un ruolo sempre più importante nel panorama ippico italiano, tanto che già ai primi del ‘900, in seguito alle radicali modifiche all’urbanistica del capoluogo, si rendeva necessario un trasferimento in una zona più periferica. Piazza Andrea Doria si trovata infatti nell’area oggi occupata dalla Stazione Centrale, quindi sempre più interessata all’edilizia residenziale e poco adatta per ospitare attività ippica.

Nel 1906, con la posa della prima pietra della stazione ferroviaria (che fu inaugurata solo nel 1931) il Trotter dovette cercare un'altra sede. La zona, ormai inglobata nella città, era diventata di grande appetito edificatorio ci racconta Ermanno Mori, grande storico del trotto. La Società del Trotter Italiano, i cui azionisti si arricchirono notevolmente, con la cessione dei terreni che si rivalutarono fino a 16 volte, si misero alla ricerca di una nuova area per edificare il nuovo ippodromo. A trovarla a Turro Milanese, furono gli Animatori della Società Nazionale, una zona situata a destra del Viale Monza, a pochi minuti di cammino dopo Loreto, servita da un doppio servizio tramviario.     

 il nuovo ippodromo ha una bellissima pista da mezzo miglio, realizzata dalla Società Nazionale Trotto, con tribune e infrastrutture. Le tracce di questo impianto sono presenti ancora oggi, si tratta infatti del “Parco Trotter”, e il viale circolare che si sviluppa intorno all’area altro non è che la pista da trotto originaria. Il nuovo ippodromo ha una bellissima pista ovale del mezzo miglio inglese, larga 25 metri nella dirittura di partenza, con tribune e infrastrutture.In mezzo al prato, non accesibile al pubblico, sorge il palco destinato alla Giuria, dando modo agli spettatori di poter seguire le corse da ogni punto. L'ingresso all'ippodromo si presenta assai bene, un largo viale perpendicolare a Viale Monza, conduce all'ingresso del piazzale, disposto a semicerchio con relative cabine per la vendita dei bigletti. A destra si estende il recinto delle carrozze e delle automobili dei Soci, di fronte si entra nelle tribune, a sinistra si entra nel recinto D per carrozze e automobili dei non soci. Al centro, situato verso la pista, è situato il totalizzatore, protetto da una lunga tettoia per proteggere il pubblico in caso di intemperie.

Sulla sua veloce pista da mezzo miglio si consumarono sfide epocali,tra i migliori protagonisti della scena nazionale, come Giovanni Branchini, padre del celebre Nello e nonno del non meno famoso Fausto, ed Ettore Barbetta. L'ippodromo ospitò anche fasi di gare ciclistiche e la sfida fra Buffalo Bill a cavallo e il ciclista Romolo Buni. Qui atterrò il dirigibile "Leonardo da Vinci", il primo costruito da Enrico Forlanini, dove il dirigibile fu benedetto dalle autorità ecclesiali e ricevette un gonfalone, dono delle signore della città, che riportava il motto di Gabriele d'Annunzio: Ut coelum muniat Italiae.

Nel 1919, la giunta del Comune di Milano decise di realizzare una scuola all'aperto e acquistò l'area, nel 1920 iniziarono i lavori e nel 1922 ebbe inizio l'attività scolastica. La scuola e le corse convissero fino al 28 marzo 1925, quando a Turro si svolse l'ultima corsa, il 15 novembre dello stesso anno, apriva San Siro. Complice il fallimento dela Società Nazionale, il trotto fu sul punto di sparire dalla scena milanese, grazie al provvidenziale intervento della Sire (Società per l’incoraggiamento delle razze equine) che gestiva l’ippodromo del galoppo, dietro pressione dello stesso Mussolini, si decise di aprire i battenti del nuovo trotter a San Siro il 15 novembre 1925. 


Il 25 novembre 1925 fu inaugurato l’ippodromo del trotto di San Siro e già al momento dell’apertura la pista da un chilometro era la migliore d’Italia, con in più scuderie adeguate e capacità ricettiva superiore alla media: l’anello di San Siro divenne, per tutti, “La Scala del trotto”.

La pista vide le vittorie dei più grandi trottatori della storia: Muscletone, Guy Fletcher, Calumet Clancy, Keno. Dopo la conclusione del secondo conflitto mondiale, gli albi d’oro iniziarono a registrare i nomi di Tornese e Crevalcore, Sharif  Di Jesolo e Scellino, Extreme Hanover, Indro Park, Lemon Dra, sino al più grande campione della storia del trotto, il mitico “Capitano” Varenne.

Arrivano però gli anni della crisi ippica generalizzata, che non lascia immune San Siro: alla fine del 2012 Snai, proprietaria dell’ippodromo, decide di sospendere l’attività dell’impianto.

Il trotto lascia Milano sino alla primavera del 2015 quando iniziano i lavori per la costruzione di un nuovo ippodromo, chiamato La Maura, più piccolo e più gestibile rispetto al precedente. Il nome, lo stesso della pista di allenamento del galoppo su cui si sviluppa il nuovo tracciato, è dovuto a una cascina, La Maura, che anticamente era situata nella zona.

Nonostante la chiusura, Snai decide di conservare la magica pista di San Siro: i materiali con cui era stata costruita sono trasportati a La Maura per creare, in mezzo al verde del Parco di Trenno, il tracciato più veloce e selettivo d’Italia, una pista destinata a far rinascere le corse al trotto a Milano.

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