lunedì 13 dicembre 2021

COTONIFICIO CEDERNA

Il Cotonificio Cederna è stato uno stabilimento tessile molto importante per la città di Milano. Il sito produttivo è stato fondato da Antonio Cederna nel 1886 nella zona sud della città, a Gratosoglio. Nel 2000 è stato venduto dalla famiglia Cederna a TMR che ha assunto il nome di “TMR-Cederna fodere”, mantenendo soltanto la tintoria dei tessuti a Gratosoglio. A Febbraio 2020 l’unità di Gratosoglio è stata chiusa definitivamente.
Lo stabilimento storico si estende per circa 30 mila m² sulle sponde del Lambro Meridionale, zona molto ricca d’acqua, sia per il fiume che per le falde, ideali per la produzione di tessuti e per la tintoria. Ci si arriva percorrendo la via Gratosoglio, laddove agli inizi del Novecento scorreva il fiume Lambro, prima della deviazione. Il Cotonificio esisteva già a metà Ottocento ed era in legno, più tardi venne edificato, come si vede ancora oggi. È composto dall’edificio dell’ex asilo nido Regina Margherita sulla via Gratosoglio, poi diventato alloggio dei dirigenti; da una villetta d’inizio Novecento, che è stata la sede dei vigili per alcuni anni; da un caseggiato per l’alloggio dei dipendenti; e dallo stabilimento vero e proprio. Quando non esistevano ancora i quartieri popolari e residenziali visibili oggi, nella zona sorgevano l’antico borgo di Gratosoglio, i campi coltivati, la Cartiera di Verona, la Cartiera Binda e la riseria Gariboldi, tutti grandi stabilimenti che diedero lavoro a centinaia e centinaia di dipendenti e che offrivano loro tutti i servizi necessari. Il Cotonificio Cederna aveva le case per i dipendenti, l’asilo gestito dalle suore, l’infermeria, la mensa, la bocciofila per la ricreazione dei dipendenti e le colonie per i loro figli. C’era anche la Chiesa, in questo caso la nuova Chiesa di San Barnaba in Gratosoglio, costruita negli anni Quaranta, vide la partecipazione dei Cederna al progetto ed all’edificazione. Il Cotonificio ha attraversato un secolo complesso fatto di innovazioni e nuove sfide per giungere fino al febbraio 2020. Negli anni Settanta la produzione contava circa 200 dipendenti, negli anni Novanta 120, negli ultimi anni 28. Lo stabilimento produceva inizialmente stoffe e fodere per vestiti e abiti classici e tingeva i tessuti. Negli anni 80-90 produceva soprattutto in Italia, fornendo i grossi gruppi tessili come Lebole, Gruppo finanziario tessile, Marzotto, Canali… Negli anni il mercato tessile è cambiato e l’azienda ha cercato di adattarsi, iniziando a produrre anche tessuti tecnici – sportivi. L’adattamento ha generato grossi problemi finanziari ed economici ed ha portato alla vendita delle azioni a TMR.
Il responsabile di stabilimento fino al febbraio 2020 e Luigi Sforza, responsabile di stabilimento e, precedentemente, responsabile dell’Officina, ora in pensione. La fabbrica, uno spazio molto, molto vasto, silente, con gli ultimi macchinari visibili, le aree dedicate alla produzione delle fodere, le aree per la tintoria, per le analisi chimico-fisiche di laboratorio, uno spazio esterno per la depurazione delle acque, che venivano convogliate al depuratore del Ronchetto, uno per i controlli della qualità del prodotto, un reparto separato da un cancello dove lavoravano le donne specializzate nel confezionamento, gli spogliatoi, la mensa, gli uffici.
Ivano ha lavorato 30 anni al Cotonificio. Gran parte della sua famiglia ha lavorato lì. Suo padre ci aveva lavorato dal 1950 al 1984 come operaio, poi anche i suoi zii e le sue zie. Dopo il militare, nel 1986, ha iniziato a lavorare. Negli anni è passato da quasi tutti i reparti fino a diventare responsabile di stabilimento.
Cederna cercò di creare un luogo di lavoro il più possibile familiare e collaborativo. Negli ultimi anni i rapporti di lavorativi, con l’evoluzione del mondo del lavoro, erano cambiati molto.
Dapprima era stata un punto di riferimento lavorativo e aggregativo, poi, negli anni Novanta, con il sorgere degli ultimi quartieri costruiti nelle vicinanze, era diventata un peso. Tante erano state le segnalazioni per i rumori, per i fumi, per gli odori, augurandosi che portassero alla chiusura del sito.
Luigi ha lavorato alla Cederna dal 1973 al 2002. Iniziò perché ci lavoravano il suocero e due suoi zii, partendo come garzone in officina, saldatore idraulico. Poco dopo sono iniziati i primi cambiamenti. Nel 1977 alcuni operai della precedente generazione sono andati in pensione, sono arrivate persone nuove, come anche il responsabile dell’officina, il signor Diorio che arrivava dalla Bassetti. S’iniziò a cambiare la modalità tecnica ed organizzativa del lavoro.
Diorio era responsabile tecnico nei quattro stabilimenti (Gratosoglio, Monza, Agrate, Trento). Luigi diventò capo officina. 
L’azienda fu ristrutturata, i signori TMR investirono su nuovi macchinari che sostituirono i vecchi più specializzati nella lavorazione del cotone. Nel 2002 Luigi è andato in pensione, restando come memoria storica dell’azienda. Dopo dieci anni di consulenze ha lasciato l’incarico per poi rientrare per supervisionare i settori tecnici e meccanici.
Questo stabilimento è parte della memoria storica di Gratosoglio. È stato lavoro sicuro per molti, luogo di aggregazione e di ricreazione che ha contribuito alla formazione della zona per come la conosciamo noi oggi.

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