L’area dove sorge il palazzo era da poco tempo diventata parte del territorio di Milano, infatti sino al 1904 si trovava nell’area comunale di Greco Milanese. Siamo nel distretto di Loreto, a due passi da Piazza Argentina e piazzale Loreto.
Milano in quegli anni, 1920 e 1930, infatti, si stava espandendo in maniera esponenziale, senza precedenti, cambiando volto, aumentando di popolazione e con la corsa al rinnovo edilizio, determinato anche dalla corsa all’industrializzazione del capoluogo lombardo. La città è cosparsa di cantieri che coinvolgono opere di demolizione e di costruzione per dare spazio a grandi edifici sia in centro che nelle periferie.
Periodo fervido sia dal punto di vista di regolamentazioni per via dell’introduzione di nuove normative urbanistiche edilizie e d’igiene, che dal punto di vista tecnico. Sicuramente per le nuove figure professionali che si stanno evidenziando, compreso, il ruolo dell’ingegnere-architetto ancor prima della nuova Facoltà di Architettura istituita solo nel 1933.
Così dopo la Grande Guerra del ’15-18, la società Giarmoleo proprietaria del treno, fece progettare al duo d’ingegneri un nuovo palazzo realizzato nello stile architettonico che possiamo inserire nell’art nouveau, una via di mezzo tra il liberty e il dèco.
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