Chi negli anni ’70 e ’80 era ragazzo o poco più associava al termine il Luna Park che si trovava sul terrapieno in viale Liberazione (e ci si domandava ingenuamente perché l’avessero fatto così in alto… senza un apparente motivo).
Chi invece in quegli stessi anni era già sulla “mezza età” diceva che le Varesine non erano le giostre, bensì le ferrovie per Varese… e il cartello “stazione di Milano Porta Nuova” che ancora si vedeva ogni tanto “appeso” su qualche carrozza non aveva alcun significato.
La storia di quest’area inizia nei primi anni del Regno d’Italia quando nel 1865 si realizza il collegamento dei due fasci ferroviari (quello verso Varese e Como che partiva dalla vecchia stazione di Porta Nuova sul Melchiorre Gioia e quello verso Venezia che partiva da Porta Tosa – Vittoria) grazie ad una stazione passante di nuova costruzione che venne definita “Stazione Centrale“, ubicata come tutti sappiamo nell’attuale piazza della Repubblica.
Quando nel 1931 la vecchia stazione Centrale venne demolita per essere ricostruita nuova a poco meno di un chilometro di distanza – e trasferendo di conseguenza il Trotter in via Padova – il fascio di binari Ovest in direzione Varese rimase in funzione e terminava le corse sul terrapieno che costeggiava la via Viviani; questo fino all’entrata in servizio nel 1964 della stazione di Porta Garibaldi.
Smantellato questo troncone residuo sul terrapieno venne inaugurato l’ampio viale della Liberazione che scorre parallelo a via Viviani, la quale nel frattempo era stata “troncata” poco prima di “piegare” verso l’alzaia del Naviglio Martesana (che oggi ovviamente corrisponde a Melchiorre Gioia)
Sul finire degli anni ’60 vennero installate le prime giostre e l’area fu interamente occupata dal 1972 (in modo permanente) fino allo sfratto. A metà degli anni ’80 le Ferrovie dello Stato vendettero l’intera area e nel 1998 venne chiuso definitivamente il parco dei divertimenti.
L’ingresso della stazione di Porta Nuova, una volta smantellata la vecchia stazione Centrale, fu posizionato in via Galileo Galilei;
E di sicuro hanno ringraziato per il maggiore respiro anche gli abitanti delle case a ridosso della chiesa di San Gioachimo.
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