giovedì 25 novembre 2021

FONTANILE FOMBIO

 

Il Fombio, in assoluto, era il più grande fontanile della Zona con sorgente a nord di Seguro nei pressi dell’attuale laghetto “Tre Sport”. Il corso d’acqua era gestito da un personaggio unico: il Livio Baroni. La lunga barba ed il carattere un poco “scontroso” gli conferivano un aspetto particolare, quasi d’eremita. Nella “Testa” del Fombio, ancora ricca d’acqua nonostante le condizioni disastrose dell’alveo che ancor oggi ne impediscono il normale defluire, era stata ricavata una ricca “peschiera” sorvegliata da alcuni cani alquanto “grintosi” e che ne sconsigliavano l’accesso od il solo avvicinamento in mancanza dei proprietari. Autentico prodigio di tecnica idraulica. Proprio a metà della “testa” del Fombio, in corrispondenza della griglia per il controllo dei pesci, c’era la confortevole “baracca” del Livio, in posizione ribassata rispetto al piano di campagna e quindi riparata dai venti e dalle intemperie. Una ubicazione ottimale che sfruttava le caratteristiche termiche delle acque sorgive le quali, per loro intrinseca caratteristica, oscillano tra i 10 ed i 15 gradi. Un luogo quindi “caldo” in inverno e decisamente “fresco” in estate. Condizioni ottimali, a parte l’elevato tasso di umidità. Come per tutti i luoghi più significativi sparsi sul nostro territorio, anche per il Fombio esistono alcune leggende una delle quali afferma che l’enorme scavo venne realizzato grazie all’impiego di prigionieri austriaci catturati nelle guerre risorgimentali. Per la maestosità di questo corso d’acqua, invece, la Gente di Baggio, per mandare una persona a “quel tal paese” usava questa colorita espressione : “Ma và a trass giò in del Fombi!” Un elemento di spicco quindi del nostro territorio. Ma a partire dagli anni ’70, con il generalizzato abbassamento della Falda Acquifera e la riconversione delle coltivazioni alla cosiddetta “monocoltura asciutta”, anche per il glorioso Fombio inizia un periodo di decadenza purtroppo ancora in corso. Il maestoso corso d’acqua si ridusse ben presto ad un misero rigagnolo e le poche acque che ancora scaturivano dalle sorgenti, trovavano grandi difficoltà a defluire a causa di ingenti quantità di rifiuti impunemente scaricati in alveo. Le sorgenti rischiarono di essiccarsi e per contrastare questa tendenza, il Livio Baroni con i figli posizionò nuovi tubi per captare acqua dal sottosuolo. L’intervento non diede però apprezzabili risultati. Ora l’accesso al Fombio si presenta problematico a causa di una miriade di cancelli e recinzioni a protezione delle aree circostanti riconvertite ad orto o a deposito di materiali ed attrezzature.

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